Il nuovo libro in lingua inglese verrà presentato ad Ispwich, Inghilterra, il 15 ottobre 2022
History of Nettuno di Casaldi
Ad un anno di distanza dal suo lavoro Storia di Nettuno che ha per sottotitolo Una città antichissima verso l’Europa, edizione in lingua tedesca (presentato a Wehr in Germania, il 1° luglio scorso), Silvano Casaldi pubblica adesso History of Nettuno, la storia della città in lingua inglese. L’opera sarà presentata il 15 ottobre prossimo ad Ipswich, in Inghilterra, la città inglese affratellata con Nettuno dalla stessa devozione per la Madonna delle Grazie.
In questo nuovo lavoro dell’autore nettunese, appaiono – tra le altre - nuove e sensazionali immagini della statua di N.S. delle Grazie, inedite e straordinariamente storiche. Ecco quindi in successione i vari mutamenti avvenuti negli anni durante i restauri. Nella prima si può ammirare la famosa scritta in antica lingua inglese, sotto il piede destro: IVS ARET GRACIAS; nella seconda: S. MARIA ORA PRO NOBIS, la quale copre la scritta precedente e infine l’attuale AVE GRAZIA PLENA.
Un’altra foto storica e inedita ci mostra l’interno della chiesetta del Carmine, demolita nel 1937. Si tratta del timpano e delle lesene donati dal cardinale Costaguti alla confraternita del Carmine nel 1674. L’opera, attribuita al Sansovino, si trova attualmente nella chiesa Collegiata di S. Giovanni, nella cappella dedicata a N.S. delle Grazie.
Centinaia di altre foto accompagnato il testo in inglese con il quale lo storico nettunese ci regala un’opera che soddisferà non solo i turisti stranieri, ma che vuole essere anche un incentivo all’apprendimento della lingua inglese, attraverso la conoscenza della nostra storia, adatto perciò anche ai giovani.
Noi de Il Litorale, lo abbiamo sentito al telefono per farci raccontare come è nato questo nuovo libro e scoprire qualcosa in più di lui.
- Chi è Silvano Casaldi?
“Sono un ragazzo cresciuto nella città antica, quella con le mura di difesa, che oggi chiamiamo Borgo Medievale, più precisamente a San Giovanni, che si distingue dai ragazzi cresciuti a piazza Colonna. Fino agli anni Sessanta c’era antagonismo tra i due rioni, addirittura con il lancio dei ciottoli di sabbia, che noi chiamiamo pallandoli. I ragazzi di San Giovanni avevano una postazione migliore, al Cavone; quelli di piazza Colonna invece avevano le munizioni (i pallandoli) in gran quantità e la loro postazione era dietro gli scogli che costeggiavano la marciaronda, A rimetterci erano quasi sempre quelli di piazza Colonna. Io però partecipavo poco a queste guerriglie, perché mio padre aveva l’officina e negozio di biciclette e faceva anche lavori di fabbro, oltre alla vendita al minuto di tantissimi altri articoli. Perciò in inverno dopo la scuola stavo al negozio a riparare biciclette, verniciare reti a molle da letto, portavo anche le bombole del gas nelle case e giocavo con i compagni nella piazza Marconi: calcio, baseball e tutti i giochi del tempo di noi ragazzi. Per studiare mi alzavo presto la mattina, verso le sei, oppure prima se dovevo imparare a memoria una poesia. Poi a quindici anni andai a lavorare con una ditta che stava rinnovando, per la Teti, tutta la linea telefonica di Nettuno; impiantavo anche pali e salivo su scale di dieci metri. A diciotto anni intrapresi la carriera di Maître d’Hotel e lavorai all’Hilton di Roma, in Svizzera, in Inghilterra e in Canada. Poi abbandonai la carriera”.
- Per quale motivo ha lasciato quel lavoro, che sembrava interessante?
“È vero, era interessante e in quel periodo ho conosciuto moltissime persone importanti e famosi attori e attrici di cinema. Quando attaccai la marsina al chiodo avevo 26 anni e avrei potuto andare a lavorare in qualsiasi altro albergo del mondo con i miei attestati di lavoro. Decisi però di provare ad affermarmi nella mia città, forte dell’esperienza acquisita a Roma e all’estero”.
- Come si definirebbe adesso?
“Io mi specchio in quello che hanno scritto di me due eccellenti giornalisti che mi hanno conosciuto: Oscar Rampone e Francesco Rossi. Scrive Oscar Rampone: “In quest’epoca disincantata in cui i valori tradizionali contano sempre meno, è meraviglioso notare l’attaccamento dei nettunesi alla propria terra. Spesso questo amore è esasperato come in Silvano Casaldi. Casaldi non è nato qui, ma, anche se a prima vista parrà strano, proprio per questo è più nettunese dei nettunesi. E si spiega: egli è figlio non di Nettuno, ma della nostalgia di Nettuno. È nato a Teggiano, in provincia di Salerno, da genitori che erano lì solo materialmente. Con l’anima erano a Nettuno da cui erano stati sfollati, in seguito allo sbarco alleato del 22 gennaio 1944. Silvano nacque tre mesi dopo lo sbarco e insieme al latte materno succhiò la nostalgia che tormentava la mamma, la quale tornava a Nettuno col pensiero, ne ripercorreva le strade, si inoltrava nel Borgo e rientrava nella sua vecchia casa. Il potente richiamo di Nettuno Silvano l’ha portato in giro per il mondo. L’ha sentito in Canada, in Inghilterra e in Svizzera perché la sua nascita reca l’impronta della nostalgia di Nettuno, portando a spasso la sua nostalgia che gli faceva ripercorrere e ricostruire Nettuno: un enorme mosaico le cui tessere erano i suoi pensieri, fino a che non seppe resistere e rientrò”. Ecco ciò che scrive invece Francesco Rossi: “Silvano Casaldi è un autentico nettunese: uno cioè che ha nel sangue l’antichità dei Volsci (che qui per primi s’affacciarono sul mare), sebbene sia nato a Teggiano, in provincia di Salerno, durante lo sfollamento della sua famiglia e dell’intera popolazione”.
- Parliamo del libro: perché questa pubblicazione in inglese dopo quella in tedesco?
“Il mio progetto prevede anche la pubblicazione in francese e in italiano, a completamento della serie dedicata alla storia della città. È un altro dei modi per far conoscere Nettuno all’estero; il mio contributo a Nettuno e ai nettunesi. Porterà sicuramente dei benefici alla città, e comunque è uno strumento adatto ad ogni circostanza: un regalo ad un parente che vive all’estero, un modo per chi vuole studiare le lingue straniere e allo stesso tempo acquisire nozioni storiche sulla nostra città. Intanto in Germania, a Wehr, ha riscosso un notevole successo e conto di presentarlo a Traunreut, che è l’altra città gemellata di lingua tedesca, il 15 ottobre prossimo farò la stessa cosa ad Ipswich, in Inghilterra, e spero presto di poter portare il libro anche a Ardee, in Irlanda”.
- Per quanto riguarda Nettuno, invece?
“Qui la situazione è diversa. Il commissario Bruno Strati mi conosce, se avrà bisogno di me sa dove trovarmi. Come ho sempre fatto con tutti sindaci, io sono sempre a disposizione dell’amministrazione comunale per la quale ho lavorato 35 anni”.
Edo Capri