Necessaria una forte presa di coscienza collettiva
Anticorpi contro la mafia
Abbiamo partecipato venerdì a fianco di centinaia di cittadine e cittadini alla marcia contro le mafie e per la giustizia, promossa dal coordinamento antimafia Anzio-Nettuno, Reti di giustizia, Legambiente, i gruppi Scout AGESCI e CNGEI.
Una boccata di ossigeno per le nostre due città attualmente sotto la lente di ingrandimento della DDA e della Commissione d’inchiesta per infiltrazioni mafiose. Non ci stancheremo mai di dirlo: indipendentemente dagli esiti delle indagini in corso, il vero problema di Anzio e Nettuno è stato il negazionismo di una certa politica che per anni ha fatto finta di niente, minimizzato e dileggiato chi denunciava la presenza delle organizzazioni criminali sul territorio. Presenza confermata non solo dall’attuale inchiesta “Tritone”, che ipotizza l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta, ma da continui atti intimidatori di stampo mafioso e da sentenze storiche che già nei primi anni 2000 testimoniavano il radicamento di queste organizzazioni nel litorale sud di Roma.
Il negazionismo ci ha impedito di sviluppare gli anticorpi necessari e ha reso il tessuto sociale, culturale e forse addirittura amministrativo maggiormente permeabile alle logiche mafiose.
La politica è chiamata a fare il suo dovere, ma il riscatto di queste città non può che passare da una forte presa di coscienza collettiva che dall’iniziativa di ieri sembra finalmente cominciare a venir fuori.
Alternativa per Anzio
Approvata la legge regionale che ha inglobato anche i 70 ettari della Vignarola
Ampliamento Tor Caldara
Lentamente, quasi in silenzio, si sta consolidando un fatto molto importante per l’ambiente del litorale in genere e di Lavinio in particolare. Senza cadere nelle facili conclusioni di ciò che facile non è, sta di fatto che il tentativo di trasformare i 70 ettari di prato, da molti conosciuto come tenuta della Vignarola, in un grande agglomerato edificato, sembra definitivamente fallito.
Grazie alla attività del Circolo di Legambiente di Anzio-Nettuno e di chi lo ha diretto negli ultimi anni, lo spacchettamento per progetto, accettato dal Comune di Anzio, che avrebbe permesso l’utilizzo dell’intera area ai fini costruttivi è stato negato e le attività di espansione turistico alberghiera dovranno essere accorpate e permettere, quindi, l’ampliamento del parco di Tor Caldara con l’inglobamento dei circa 60 ettari resi pubblici dall’accordo. Riporto integralmente il Comunicato stampa del Comitato che sta portando avanti le istanze e gli interessi dei cittadini.
“Dopo l’approvazione della Legge Regionale sull’ampliamento della Riserva di Tor Caldara all’area della Vignarola ed il contestuale passaggio di competenze dalla gestione comunale a quella regionale tramite l’Ente Parco dei Castelli, il Comitato ha incontrato il consigliere Ognibene e la Direttrice del Parco dei Castelli Emanuela Angelone.
L’incontro, propedeutico all’organizzazione di un’iniziativa pubblica in cui fare il punto della situazione con il resto della città, è stato estremamente utile per avviare un dialogo costruttivo e collaborativo con il nuovo gestore della Riserva. Diverse questioni sono state affrontate per impostare da subito il lavoro per il futuro. Da un lato c’è il tema dell’accessibilità dell’area della Vignarola, per la quale sarà necessaria un’interlocuzione con la proprietà privata (nonché la futura redazione del Piano di Assetto) che sarà avviata dalla Direttrice il prima possibile. Dall’altro c’è il tema della gestione di Tor Caldara, che avrà bisogno di una maggiore programmazione degli interventi e delle iniziative. Da subito è stato posto il tema dell’apertura della Riserva, attualmente limitata a tre mattine a settimana: la Direttrice si è presa l’impegno di estendere gli orari quanto prima possibile.
Si è ragionato poi sulla possibilità di avviare collaborazioni strutturate tra cittadini ed Ente Parco, su una rete di percorsi turistici ed escursionistici in grado di connettere tutte le aree dell’Ente Parco, a partire dalla Sughereta di Pomezia, nonché sul futuro nome dell’Ente, che dovrà rappresentare tutto il territorio.
Ci riteniamo molto soddisfatti dell’incontro e dell’apertura della Direttrice Angelone che ha da subito voluto incontrare il Comitato, da sempre impegnato nella tutela e valorizzazione ambientale del territorio”.
Anna Tomassetti del Comitato per la Tutela della Vignarola
La via è ancora lunga e l’esito finale è legato ancora ad eventualità, a confronti ed alla disponibilità economica che faccia in modo che un prato di proprietà privata in cui si fa regolarmente lo sfalcio dell’erba non diventi un prato abbandonato a se stesso. Perchè trasformare un prato in un parco fruibile costa milioni di Euro. Una cosa è certa: la via è tracciata ed i cittadini di Lavinio devono prendere coscienza del grande lavoro fatto e dei notevoli risultati raggiunti e devono essere pronti a supportare, in futuro, in ogni modo richiesto le iniziative che dovranno portare alla creazione del grande Parco di Tor Caldara.
Sergio Franchi