gno provinciale”.
Ma proprio per porre un argine ai privati e alle loro mire, secondo Vulcano è giunto il momento di premere sull’acceleratore nella scelta del sito che dovrà ospitare l’impianto pubblico dove stoccare il secco residuo.
“La conferenza dei sindaci e il comitato ristretto – aggiunge Vulcano – hanno iniziato un percorso importante, sicuramente rallentato anche dall’emergenza del Covid 19. Ora però, proprio per porre a freno le mire dei privati, è necessario che il percorso trovi una definizione. E se i lavori del comitato sono impantanati, giusto che a prendere una decisione e votare l’ubicazione del sito sia il consiglio provinciale. Si tratta di una scelta necessaria e non più rimandabile, perché quando la Provincia di Latina avrà preso una decisione e l’avrà espressa chiaramente, allora la Regione Lazio non potrà non tenerne conto”.
Francesca Cavallin
Giusfredi e Zingaretti contrari a via Savuto
Contrari alla discarica e disposti a dare battaglia in tutte le sedi per riuscire a scongiurare il rischio che venga realizzata ad Aprilia. Tra coloro che un anno fa si opposero fermamente al via libera del Comune e della conferenza dei servizi al progetto di caratterizzazione del sito di via Savuto, presentato da Paguro srl, figurano i consiglieri di Aprilia in Azione Davide Zingaretti e Giorgio Giusfredi, che oggi alla vigile della prossima convocazione di una commissione ambiente finalizzata a discutere la nuova richiesta, chiedono al Comune una azione concreta per contrastare il progetto.
“Continuiamo a essere fortemente contrari all’ipotesi che la nostra periferia possa ospitare una discarica, peraltro vicina alle case del quartiere La Gogna – commentano i consiglieri Giorgio Giusfredi e Davide Zingaretti – e ci opporremo in tutte le sedi per scongiurare questa ipotesi. Proprio per questo motivo, riteniamo utile discutere il caso in commissione ambiente, ma la semplice discussione non può bastare: in passato i fatti hanno dimostrato che la semplice discussione non basta. Serve un atto chiaro, votato all’unanimità dal consiglio comunale, che oltre a ribadire la contrarietà al progetto, permetta di accantonare ogni ambiguità. Troppo spesso anche quando il consiglio comunale ha espresso posizioni chiare, queste non sono state prese in dovuta considerazione da Regione e Provincia. Purtroppo, senza essere dei profeti, già un anno fa avevamo previsto come gruppo consiliare ciò che sarebbe accaduto. Ci eravamo detti già allora contrari a dare il via libera al piano di caratterizzazione presentato dalla Paguro, perché avevamo previsto che questo avrebbe potuto dare nuovo vigore al progetto per realizzare la discarica in via Savuto. I fatti ci stanno dando ragione: forse prevenire allora ci avrebbe risparmiato di affrontare oggi nuove difficoltà. Purtroppo però malgrado i dubbi espressi dall’opposizione, la maggioranza ha intrapreso un percorso diverso”.
Ma a rendere le cose più difficili contribuisce anche l’estremo ritardo della provincia di latina nell’individuazione dei siti dove realizzare gli impianti pubblici.
“Riteniamo che questa situazione di stallo e il ritardo nell’individuazione dei siti – sottolineano Giusfredi e Zingaretti – non facciano che agevolare i disegni dei privati del settore, lasciandogli mano libera per presentare nuovi progetti che potrebbero muoversi in direzione diversa rispetto all’interesse pubblico. Questo temporeggiare della Provincia potrebbe essere deleterio ed è un errore che Aprilia non può permettersi”. Francesca Cavallin
La Paguro disposta a bonificare il sito della Gogna
Un anno fa, quando la commissione ambiente del Comune di Aprilia era stata chiamata a dare un parere sulla proposta di caratterizzazione avanzata dalla Paguro Srl, per il terreno di via Savuto che da 30 anni attendeva la bonifica dei rifiuti interrati da ignoti, qualcuno dai banchi dell’opposizione aveva paventato che autorizzare l’intervento avrebbe scatenato un effetto domino difficile da arrestare: non solo perché riscontrare l’inquinamento del terreno e delle falde avrebbe messo in una posizione scomoda l’amministrazione comunale, perché le abitazioni realizzate abusivamente in assenza di opere di urbanizzazione (in particolare di un acquedotto per servire le abitazioni di La Gogna), potevano trovarsi esposte direttamente dall’inquinamento delle acque. Parallelamente – sottolineò l’opposizione - la caratterizzazione avrebbe potuto porre le basi per la realizzazione del sito dove ospitare il sovvallo una volta trattati i rifiuti interrati, dando il via libera alla realizzazione della discarica di servizio che la Paguro si proponeva di costruire in via Savuto già nel 2016, ma che allora era stata bocciata dalla Regione. A leggere le carte relative all’istanza di Via per la bonifica e per la realizzazione di un deposito di rifiuti non pericolosi, protocollate da Rossana Fava in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della Paguro, non si trattava di un’ipotesi campata in aria.
Con un investimento di 28 milioni 854 mila euro, la Paguro al termine della caratterizzazione si propone di realizzare una discarica di rifiuti urbani non pericolosi dove, una volta completata la rimozione e il trattamento dei rifiuti interrati oltre 30 anni fa, verrà realizzato un invaso con una capacità massima di 664 mila 450 metri cubi. La società infatti, con l’istanza protocollata il 27 ottobre scorso, si propone di effettuare una sistemazione idrogeologica, rinaturalizzazione del sito e in ultimo un deposito per i rifiuti rimossi dalla bonifica, intervenendo su una superficie di 82 mila 876 mq sul terreno agricolo acquistato nel 2016 dalla Paguro. Stando all’esito dei campionamenti eseguiti dalla società dopo il via libera della Conferenza dei servizi, i carotaggi hanno rivelato la presenza di rifiuti solidi molto spesso degradati.
Nel ventre del terreno c’erano rifiuti urbani, inerti, calcinacci, metallo, tappezzeria di interni d’auto, asfalto, catrame, fascette, pneumatici e cavi elettrici e le analisi su terreno e acqua avrebbero rilevato superamenti nelle concentrazioni di Manganese, Cromo, Alluminio, Ferro, Manganese, Benzene, Triclorometano (Cloroformio), Cloruro di Vinile, Dicloroetilene, Tricloroetilene, Tetracloroetilene (PCE), Organoalogenati (sommatoria), Dicloropropano, Tricloropropano, PCB totale Metilfenolo il Pentaclorofenolo, facendo del sito una potenziale fonte di contaminazione secondaria.
“Sommando i computi delle aree da 1 a 4, indagate, con le aree 5 e 6, non indagate ma potenzialmente interessate da rifiuti – conclude Paguro - ne deriva un quantitativo complessivo per il sito di circa 68000 mc, pari a circa 102000 Tonn (stima cautelativa/ peggiorativa)”.
Un ritrovamento che per Paguro darebbe il via libera alla realizzazione di un invaso, che però stando al progetto potrebbe contenere 664 mila 450 metri cubi di rifiuti, di molto superiore ai quantitativi ritrovati o stimati.
Francesca Cavallin