Periodicamente si registrano degli sversamenti sospetti
Fosso Carrocetello
Torna l’incubo degli sversamenti nel fosso Carrocetello, una situazione insostenibile spesso denunciata negli anni dai cittadini residenti in Borgata Agip, che avvertono cattivi odori corrispondenti all’improvviso cambiamento del colore delle acque del fosso. Nei giorni scorsi dei liquami sono comparsi nel canale che passa per l’area industriale Caffarelli e l’acqua è tornata a tingersi di grigio, segno inequivocabile dell’ennesimo scarico sospetto. Sono stati ancora una volta i cittadini a raccogliere le prove e segnalare quello che potrebbe essere l’ennesimo scempio ambientale a pochi passi dal centro. Segnalare l’ennesimo. Oltre alla presenza di liquami nel fosso la zona Borgata Agip è stata invasa dai cattivi odori e diversi cittadini hanno lamentato bruciori alla gola associati ai miasmi. I cattivi odori comportano di per sé disagi enormi, ma il timore è che dietro al disagio possano celarsi anche rischi concreti per la salute. Per questo, i cittadini promettono di presentare un nuovo esposto, mettendo ancora una volta nero su bianco i dettagli di un vissuto divenuto negli anni insostenibile.
Spesso al loro fianco in questa battaglia, i lavoratori della zona industriale, che ha più riprese hanno testimoniato di aver dovuto lavorare sfidando quotidianamente gli odori nauseabondi che attanagliano la zona. Non di rado i sospetti si sono concentrati sulle attività che operano nel comparto industriale e frequenti sono stati negli anni i sopralluoghi della Polizia Locale e gli interventi dell’Arpa per cercare di dare un nome ai responsabili. Malgrado ciò, a cadenza regolare, gli sversamenti tornano e i cattivi odori restano un incubo ancora irrisolto.
Francesca Cavallin
Evasione fiscale e indebita compensazione di crediti di una società apriliana
Sequestro per 13 milioni
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, all’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria per gravi ipotesi di reati tributari svolta su delega della Procura della Repubblica di Latina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di sequestro preventivo per oltre 13 milioni di euro.
Le investigazioni hanno riguardato una società operante nel settore dell’autotrasporto che, secondo quanto ricostruito, dal 2020 al 2023 risulta aver omesso il versamento di ritenute operate nei confronti di circa 1000 dipendenti, dislocati su tutto il territorio nazionale, per una somma di oltre 3 milioni di euro, ed aver attestato falsa attività di formazione e aggiornamento del personale attraverso corsi mai realizzati, utilizzando in compensazione di pregressi debiti fiscali crediti d’imposta fittizi per oltre 10 milioni di euro.
In particolare, gli accertamenti di p.g. eseguiti hanno consentito di acquisire elementi di prova in ordine alla fittizietà di tali crediti, in quanto maturati in relazione ad attività di formazione mai svolte dai dipendenti e, comunque, non attinenti alle attività e ai settori suindicati, per i quali la normativa consente il ricorso a tale agevolazione; al fine di documentare l’effettiva realizzazione dell’attività di formazione, la società si è avvalsa di documentazione risultata non veritiera, tra cui un parere tecnico rilasciato dal M.I.S.E. disconosciuto dal Ministero stesso.
Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti del rappresentante legale della società il sequestro preventivo, diretto e nella forma per “equivalente” finalizzato alla confisca, di denaro e beni per l’importo complessivo di oltre 13,4 milioni di euro, quale profitto dei reati ipotizzati, ovvero “omesso versamento di ritenute dovute o certificate” e “indebita compensazione”, previsti dagli artt. 10-bis e 10-quater del D.lgs. 74/2000.
L’esecuzione del provvedimento è stata condotta a seguito di mirati e specifici accertamenti finanziari e patrimoniali, che hanno consentito l’individuazione delle somme su conti correnti, depositi o altri rapporti bancari, nonché la ricostruzione dei beni mobili o immobili intestati ai soggetti coinvolti. In fase esecutiva, si è dunque proceduto al sequestro, per il successivo recupero all’erario, di somme di denaro contante, valori finanziari, conti correnti, fondi azionari per circa 2,7 milioni di euro, 5 immobili, quote societarie e veicoli, fino a concorrenza integrale dell’importo oggetto del sequestro preventivo delegato.
L’operazione testimonia il ruolo della Guardia di finanza a contrasto delle più fraudolente e pervasive frodi fiscali e a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche e, in particolare, il contrasto alle frodi in materia di crediti è finalizzato a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese, contribuendo a preservare la leale concorrenza tra gli operatori economici e a promuovere prospettive di crescita sane del mercato del lavoro e della produzione, a tutela delle libertà economiche di tutti i cittadini e imprenditori onesti.
Ufficio stampa GDF