Gli studenti dell’IC Orazio e Largo Brodolini hanno manifestato per sostenere la sete di giustizia della famiglia Regeni
Anche Pomezia “Verità per Giulio Regeni”
Sono trascorsi ormai 4 anni dalla morte di Giulio Regeni, un giovane dottorando italiano coraggioso e indipendente, rapito il 25 gennaio del 2016 al Cairo in Egitto e ritrovato il 3 febbraio senza vita con evidenti segni di tortura. Giulio era uno studioso che ha sacrificato la sua vita in nome della libertà di ricerca e di informazione. Ancora oggi, purtroppo, le autorità egiziane si ostinano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre il suo sequestro, la tortura e l’omicidio. Anche quest’anno Amnesty International ha chiesto alle scuole che aderiscono ai progetti di Educazione ai diritti proposti da “Amnesty kids” di stringersi attorno alla famiglia Regeni per continuare a chiedere verità e giustizia. Molte sono state le manifestazioni che si sono svolte in ogni parte d’Italia, e anche Pomezia ha partecipato a queste manifestazioni attraverso gli alunni degli Istituti scolastici IC Orazio e IIS Largo Brodolini sostenendo la sete di giustizia della famiglia Regeni con la propria solidarietà. Lo scorso venerdì 24 gennaio, alle ore 10,00 gli alunni dei due istituti insieme ad alcuni insegnanti hanno marciato in maniera silenziosa e composta, esibendo cartelli e striscioni preparati da Amnesty International recanti il volto di Giulio Regeni e le scritte “4 anni senza Giulio”.
Gli studenti con questa azione simbolica e accompagnati da una delegazione di attivisti di Amnesty International – gruppo litorale Romano e da Chiara Pacifici, responsabile dei progetti EDU (Educazione ai Diritti Umani) di Amnesty, hanno attraversato la città e raggiunto Piazza Indipendenza, dove seduti in terra per 4 minuti di silenzio, che rinviavano simbolicamente ai 4 anni dalla scomparsa di Giulio, hanno consegnato al sindaco Adriano Zuccalà lo striscione “Verità per Giulio Regeni”.
Lo striscione consegnato è stato poi affisso al balcone del Palazzo Comunale dove rimarrà fino al 3 febbraio, e il Sindaco in qualità di primo cittadino ha assicurato di farsi portavoce di questa sete di giustizia presso gli altri organi istituzionali. Vedere in questi studenti tanto interesse per un episodio che ha scosso l’opinione pubblica italiana, è di esempio per tutti, soprattutto per le istituzioni, affinchè intervengano perchè venga fatta luce sul crimine commesso.
Maria Torino