Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del socialista Egidio Filippone in occasione del ventennale della morte di Bettino Craxi
Craxi un grande socialista e un grande statista
A molti non sarà sfuggito il manifesto apparso sui muri della città con il volto di Bettino Craxi e la scritta “per non dimenticare”. Mi è stato detto che in occasione del ventennale della morte di Craxi avvenuta il 19 gennaio 2020 alcuni socialisti di Pomezia hanno pensato di ricordarlo con questo manifesto. Mi è stato riferito che seguirà il 29 febbraio un convegno pubblico alle ore 17.00 presso l’Hotel Enea con la partecipazione di Bobo Craxi e di personalità politiche regionali e nazionali. Si parlerà di Craxi statista italiano e leader dell’internazionale socialista, ma anche di quello che è stato in Italia e quindi anche a Pomezia il partito socialista. In quell’occasione sarà ricordato anche un altro grande socialista Pietro Nenni di cui il 1° gennaio sono stati ricordati i 40 anni dalla sua morte. Ma ecco in merito alcune riflessioni su Craxi di un exdirigente del Psi Egidio Filippone.
“Le mani di Craxi e la coscienza degli altri. Venti anni fa moriva ad Hammamet un latitante, un latitante un po’ speciale, un latitante cui il governo della Repubblica offrì i funerali di stato, peraltro sdegnosamente rifiutati dalla famiglia che da quel Governo si sentiva tradita: un criminale o un eroe? Di certo un grande, un grande Socialista, un grande Statista e un grande Italiano. Forse l’ultimo di un’epopea. Arrogante? Creto che si. Anche antipatico, probabilmente. D’altronde quando si dice che una persona “ha carattere” di solito è perché ha un brutto carattere. Tutto sommato un ingenuo, un “garibaldino” è probabilmente la definizione che più gli si adatta. Molte le commemorazioni e le rievocazioni in questi giorni, anche un film (di buona qualità) sui suoi ultimi giorni. Nell’immaginario collettivo restano almeno due flash indelebili: Sigonella (con l’aereo circondato dai marines a loro volta circondati dai carabinieri) e quella della mano levata con quel dito puntato contro il Parlamento che Lui da imputato metteva sotto accusa in una chiamata di correo. Da uomo intellettualmente onesto si appellava all’onestà intellettuale delle istituzioni. Nessuno osò replicare e in quella sede fu assolto ma il suo destino era comunque segnato. Il mondo stava cambiando e l’Italia doveva essere ricondotta al ruolo di satrapia ai margini dell’impero.
Con “Mani pulite” si chiudeva nel peggiore dei modi il periodo d’oro che nel secondo dopoguerra aveva accompagnato la nostra crescita morale e civile: case, lavoro, salute, scuole, infrastrutture … era stato tutto un risveglio, un fiorire di iniziative e di speranze in un Paese che seppure sconfitto aveva rialzato la testa. Forse troppo. E poi ci sono anche altri episodi, magari minori, che forse anche meglio raccontano il clima infame e barbaro di quegli anni con una immediatezza che non consente repliche come quello del lancio delle monetine al Raphael o i titoli su alcuni giornali: “Socialista per sua stessa ammissione” che compare anche addirittura nelle sentenze in tribunale, come se fosse ormai assodato che il solo essere socialista fosse di per sé un reato anziché un vanto di cui andare orgogliosi. E allora chi o cosa si è voluto veramente combattere: la corruzione o il socialismo? Il Tempo, lui sì che è galantuomo, dice che la Corruzione ha continuato a prosperare più gagliarda che mai mentre il Socialismo in Italia è stato cancellato come se da qualche parte fosse stata lanciata una maledizione, una Fatw?, una “Damnatio memoriae”, tanto che anche la stessa adesione degli eredi del vecchio PCI al PSE, chiesta con deferenza a Craxi per esorcizzare il fallimento totale di una storia sbagliata e da lui concessa in contradditorio con gli altri Socialisti europei, è poi avvenuta alla chetichella, quasi vergognandosi, senza convinzione, senza una vera revisione, in modo assai pasticciato. E col Socialismo è sparita anche la Politica, quella dei Grandi Partiti fatti di Militanti e non di tifosi beoti. Quelli che per poter dire la tua dovevi aspettare, com’è giusto che sia, che la tua domanda di iscrizione venisse accolta. Quelli in cui le persone si organizzavano per un’idea di società e non per osannare un leader, un pifferaio di turno. Quelli che avevano fatto di un Paese sconfitto una grande potenza. “Non c’è più ne destra né sinistra” diceva Papà Casaleggio e con lui il Grillo (quello della V di vaffanculo, davvero elegante) “ma solo cose buone e cose cattive”. Gli ho scritto: “buone o cattive PER CHI?” caro Gian Roberto, la politica è tutta qui. Perché la stessa cosa se è buona per qualcuno di certo non è buona per altri. Prendi le tasse p.e.: nei paesi civili sono quello che si chiede a chi può per darlo a chi ne ha bisogno. E noi a chi vogliamo assomigliare: alle socialdemocrazie del Nord o alle Repubbliche delle Banane? (Sia detto per inciso, non mi ha risposto. Si vede che il mio UNO non era un UNO abbastanza uguale. Peccato). Da che mondo è mondo la “Questione Morale” viene brandita quando si è a corto di altri argomenti, quelli della politica. E spesso ricorda l’asino che dice “cornuto” al bue. È un po’ come dire: visto che tu non capisci niente non ti preoccupare, tu devi solo scegliere di quale piazzista fidarti. Sa tanto de “il Gatto e la Volpe” di Pinocchio. La libertà è partecipazione diceva il signor G. E la partecipazione sono i militanti non i tifosi.
C’è poi una differenza enorme di cui mai si sente parlare eppure è fondamentale: quella tra ladri e vandali. Un conto è se uno ti ruba la macchina e un altro se te la distrugge: nel primo caso è un fatto privato mentre nel secondo invece tutta la comunità è più povera. Torvaianica p.e. avrebbe potuto, io dico che avrebbe dovuto, essere una miniera d’oro. Quello che è, o piuttosto quello che non è, non lo è non certo per i ladri o per lo meno non solo ma piuttosto per le orde di vandali che l’hanno massacrata per decenni. Magari per una manciata di bustarelle o di voti di scambio. Questo è vandalismo! E Pratica di Mare? Al grido di Onestà, Onestà da anni si sta perpetrando sotto gli occhi di tutti uno scempio da fare impallidire i peggiori lestofanti del passato, e sì che nel “ramo” abbiamo avuto pezzi da 90 ma mai nessuno era arrivato a tanto! Forse non i furti ma di certo l’assenza della politica e dell’amore per il bello ha permesso e addirittura formalmente avvallato uno scempio che ci ha privato di quanto avevamo di più bello e importante. La corruzione. Quando è un fatto isolato, quando è una mela marcia in un cesto sano allora magistrati e Carabinieri sono la cosa giusta. Ma quando non è un’eccezione ma una prassi consolidata, quando è la correttezza ad essere l’eccezione che stupisce, allora Magistrati e Carabinieri non bastano. Ci vuole la Politica, la Cultura, la Formazione e soprattutto l’Informazione (il quarto potere) che concorrano nel raccontare con chiarezza le proposte dei vari Partiti per aiutarti a scegliere davvero piuttosto che i soliti battibecchi degli innumerevoli “talk show” dove tutti hanno ragione e che ti lasciano più stordito di prima.
Un tempo quando andavi a votare era ragionevole pensare che tutti sapessero chi e soprattutto cosa c’era dietro a ciascuno dei pochi simboli in bianco e nero sulla scheda. Nessuno così sfacciato da riportare un nome sopra. Perché quella era Democrazia. Un po’ come quando vai al ristorante e ti porgono il menù: se è in italiano scegli ma se è in giapponese allora al massimo fai così col dito. E questa non è Democrazia ma una sua stupida parodia. Venti anni sono quasi una generazione. Per tanti, come per me, un evento carico di emozione, di ricordi, di ferite mai del tutto rimarginate ma per tutti può essere un’occasione per riflettere con distacco, con serenità. Dio solo sa quanto ce n’è bisogno! Buona riflessione a tutti gli uomini di buona volontà”.
A.S.