Ultimi giorni del Pascal prima della maturità
In bocca al lupo
“Nella vita niente deve essere temuto, ma solo capito. È tempo di capire di più, in modo da temere di meno.” [Marie Curie]
Inizia così uno dei tanti elaborati di matematica e fisica assegnato ai suoi ragazzi dal Prof. Onelli del Liceo Scientifico B. Pascal di Pomezia. Alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni è così che il Consiglio di classe di una delle quinte del Pascal ha voluto si celebrasse l’impegno finale dei propri alunni: valorizzare le peculiarità di ciascuno affidandogli un argomento diverso e personalizzato. In altre parole accanto alle competenze legate alle materie di indirizzo si è voluto mettere al centro lo studente quale unicum di valori, passioni, aspirazioni personali e caratteristiche squisitamente individuali non trasferibili ad altri, perché conseguenza della propria personale storia. Per questa ragione ad ognuno è stato dedicato un incipit iniziale, una riflessione, un pensiero da cui prendere spunto per un colloquio interdisciplinare nel quale ciascuno potesse esprimere se stesso in modo compiuto e libero.
Tutti sappiamo come il loro approccio allo studio e alla formazione è cambiato. La situazione pandemica ha messo a dura prova la loro capacità di concentrazione ma, nonostante le mille sfaccettature con cui l’inedita e talvolta incerta dimensione con cui si sono dovuti confrontare abbia più volte messo in pericolo la loro determinazione, gli studenti hanno colto il valore di quanto stavano facendo e con uno sforzo di adattamento senza precedenti sono arrivati fino in fondo.
E vuole essere allora per loro di buon auspicio una delle tante riflessioni con cui il Prof. Onelli ha voluto introdurre uno degli elaborati… “Sta a noi stabilire cosa farci con le cose che accadono. Ecco perché è importante non qualificarsi con gli alti e bassi che la vita ci riserva e guardare al disegno più grande. Prova, se vuoi, a pensare alla tua vita come fosse una navigazione in mare aperto ... onde che ti portano su ed onde che ti portano giù... ma è proprio questo moto che ti fa procedere. L’importante è capire dove vuoi andare e a quale orizzonte punti la tua prua... allora scoprirai, forse - e me lo auguro di cuore per Te - che quelle vertiginose onde che ti hanno portato giù sono state anche quelle che ti hanno dato la giusta accelerazione e velocità per affrontare l’onda successiva ...permettendoti di fare un miglio in più verso quell’orizzonte”
In qualità di docente vorrei tranquillizzare tutti i ragazzi alle prese con la maturità e ricordare loro che gli esami servono se si vuole diventare grandi perchè non si possono saltare o cercare di renderli più facili a tutti i costi. Questo vuol dire dare valore al proprio tempo, alla propria crescita, al proprio modo di affrontare ogni tappa della vita.
Per questo, nonostante le straordinarie modalità, l’esame di maturità è e rimane un pezzo articolato di un importante percorso individuale. Ancora un incipit per l’apertura di un elaborato con le parole di Bergoglio… “Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni… e quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile”.
L’anno scolastico sta per concludersi, i nostri ragazzi affronteranno anche quest’anno un esame di stato particolare, dettato dall’emergenza sanitaria, anche se avrei preferito per loro e noi tutti un finale migliore!
E’ stato un anno pieno di incertezze, paure, ansie ma sempre con la speranza di tirare un sospiro di sollievo per questi ragazzi che oggi, più che mai, si meritano una giusta normalità. Il mio augurio è che la vostra maturità possa essere ugualmente una esperienza da custodire e ricordare nel tempo e pertanto siate protagonisti del vostro esame per viverlo e non subirlo affrontandolo con serenità, lucidità ma anche con un pizzico di follia perché il pazzo, come dice Freud: “ è un sognatore sveglio!”
“Sogna, ragazzo sogna
Non lasciarlo solo contro questo mondo
Non lasciarlo andare sogna fino in fondo
Fallo pure tu
Sogna, ragazzo sogna
Quando cade il vento ma non è finita
Quando muore un uomo per la stessa vita
Che sognavi tu!”
( Roberto Vecchioni)
In bocca al lupo ragazzi!!
Rosalba Barbati
Necessarie le telecamere ai due parcheggi della stazione di Santa Palomba
Atti vandalici alla stazione
Sul sito facebook “Pendolari stazione di Pomezia” un pendolare ha postato le foto di atti di vandalismo alle auto in sosta nei parcheggi della stazione ferroviaria di Santa Palomba, con il seguente commento: “Ecco l’ennesimo atto di vandalismo al parcheggio della stazione. Vogliamo le telecamere! Occorre fare qualcosa, ormai gli atti vandalici alle macchine hanno una frequenza troppo ravvicinata. Rammento, per chi non lo sapesse, che i precedenti risalgono al 22 e 21 aprile. Oggi 29 aprile, se ne è verificato un altro. Tre in nove giorni”. Ma il Comune di Pomezia non aveva a suo tempo comunicato di avere vinto un bando in cui era previsto un finanziamento per la sistemazione dei parcheggi e l’istallazione di telecamere? Ricordo anche che da anni vi è la richiesta di molti pendolari di rendere i due parcheggi esistenti custoditi, gestiti sotto il controllo del Comune. Perché l’amministrazione non prova a vedere se quest’ultima è una proposta fattibile?
T.S.
Vittime della marocchinate
Questa manifestazione è stata fortemente voluta dall’associazione nazionale vittime delle marocchinate, presieduta da Emiliano Ciotti.
Un libero sodalizio che da tanti anni ricerca documenti e testimonianze su queste tragiche vicende e si avvale della collaborazione di un gruppo di avvocati ricercatori storici, giornalista e scrittori. La commemorazione vuole ricordare un dramma avvenuto in Italia nel periodo tra il 1943 1944, quando 60.000 donne e uomini furono violentati dalle truppe coloniali francesi. Un evento tragico sul quale per oltre 75 anni è calato il silenzio assoluto. Un dramma dimenticato, una verità per troppo tempo negata.
Ed è per rompere il muro del silenzio e dell’opera omertà, che oggi siamo qui. Per ridare dignità alle donne e agli uomini che subirono queste violenze, che pagarono spesso con la vita il coraggio di difendere se stesso, i familiari e i propri beni.
Queste, passate alla storia col nome di marocchinate, furono compiute dai soldati alleati e in particolare dalle truppe coloniali francesi, composte da algerini, tunisini, marocchini e senegalesi. Questi militari si lasciarono andare a violenze di ogni genere contro i civili italiani. Iniziarono con lo sbarco in Sicilia nel luglio del 1943, proseguirono in Campania, nella provincia laziale di Frosinone, Latina Roma e Viterbo.
In Toscana nel senese e nel grossetano e nell’isola d’Elba per terminare alle porte di Firenze nel luglio ‘44. Sono state presentate 2 proposte di legge, non ancora approvate. Una dalla Regione Lazio e l’altra al Senato della Repubblica, per istituire ufficialmente una giornata durante la quale siano commemorate le vittime di questo flagello. Inoltre, su sollecitazione dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, molti comuni italiani hanno approvato o lo stanno per fare, una mozione che chiede l’istituzione ufficiale della giornata è l’intitolazione di vie e luoghi pubblici in ogni città a chi subì questo martirio .
Lanciamo tutti insieme un appello all’amministrazione comunale affinché la nostra città perpetui il ricordo di donne e uomini che subirono queste violenze intitolando una via, una piazza, una scuola alle vittime delle marocchinate. Sarà un gesto di civiltà.
Alessandra Duma
Presidente Comitato
10 febbraio. Pomezia