Il romanzo d’esordio del giovane scrittore emergente di Ardea Valerio David
Confessione di una Donna
Pubblicato dalla Rossini Editore l’8 aprile 2021, Confessione di una Donna è il romanzo d’esordio dello scrittore Valerio David. Il libro, disponibile in formato cartaceo in tutte le librerie e gli store digitali, è un vero e proprio inno all’amore. Un amore viscerale e difficile da vivere, perché racconta la storia di due amanti che vivono una storia contro tutti e, soprattutto, contro sé stessi. Fuori dalle relazioni convenzionali, la storia tra i due amanti racconta le luci e le ombre dell’essere l’altro, la persona che la sera rimane sola, che non ha la possibilità di avere accanto la propria amata. L’autore del libro, Valerio David, giovane scrittore emergente di Ardea – in provincia di Roma – prende una parte della sua storia personale e la modella, utilizzando la fantasia, su avvenimenti che non sono mai davvero accaduti, ma che hanno un buon fondo di verità. Tra gli intrecci amorosi dei protagonisti e di tutti gli altri personaggi che si muovono nel loro universo, Confessione di una Donna è un vero e proprio regalo che Valerio fa alla donna che ama e a chiunque abbia intenzione di perdersi tra le sue pagine.
Incontro con l’autore Valerio David. Ecco cosa ci ha raccontato della sua opera prima.
- Parlaci di te
“Mi chiamo Valerio David, sono laureato in Giurisprudenza e vi vorrei parlare del mio primo romanzo, Confessione di una Donna. Parla di una storia d’amore viscerale, è un libro molto autobiografico e corrisponde alla storia che io ho avuto con questa ragazza che si chiama Monica. Nel libro ho deciso di parlare della figura dell’amante perché io sono stato con lei per due anni e mezzo e poi ci siamo lasciati e sono diventato il suo amante. Questa situazione mi ha permesso di scrivere il romanzo in modo che, come dice Laura Pausini, possa portare Monica con me come un amuleto. È un libro ricco di emozioni, di gioia, di felicità. Tra Valerio e Flaminia c’è una sorta di simbiosi mentale”.
- Quando è nata la tua passione per la scrittura?
“La mia passione per la scrittura c’è stata fin da piccolo. Io ho avuto in famiglia mio nonno che è stato sempre appassionato di letteratura e, quando è andato in pensione, ha scritto 8 romanzi. Diciamo che l’amore verso l’arte me lo ha insegnato mio nonno materno. Anzi, la cosa che mi dispiace è che ora non c’è più, perché sarebbe stato molto felice di essere coinvolto in questo esperimento letterario. Le foto che sono sul libro sono un omaggio alla sua persona. Perché oltre ad essere uno scrittore, mio nonno è stato anche un eccelso fotografo. Quindi l’ho voluto omaggiare. Non abbiamo potuto fare la solita mostra annuale di ogni anno per via del lockdown, ma l’ho voluto omaggiare con alcune fotografie che rappresentano lo stato d’animo di Valerio e Flaminia nel corso del libro. Quindi oltre ad un percorso letterario abbiamo anche un percorso fotografico”.
-Quando hai iniziato a scrivere questo libro?
“La data di questo libro è una data precisa, il 14/02/2011. L’ho scritto nei 5-6 anni in cui ho lavorato in ANAS, poi l’ho messo nel cassetto perché inizialmente era solo un regalo per la mia Monica. Durante il periodo del lockdown l’ho voluto ritirare fuori e devo ringraziare mia madre che mi ha incoraggiato perché per la prima volta voglio dedicare a terzi una mia opera”.
- Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
“Per 6 mesi non ho avuto ispirazione, ma poi ho scritto l’intero libro in una notte. Scrivo molto durante la notte perché credo che abbia una grande dote: la fantasia può galoppare, il mondo è fermo, c’è molta tranquillità nell’esternare emozioni. Una sorta di immobilismo della società che mi permette di scrivere bene. Io prima scrivo sul blocco, perché mi piace il contatto con la carta e con i personaggi e poi lo traslo sul computer. Ho dipanato la matassa che avevo in testa in una notte sola e il libro è uscito naturalmente, una frase dietro l’altra”.
- Quanto tempo hai impiegato a trovare un editore?
“Non è stato difficile, devo ringraziare mia sorella Flavia che una mattina mi ha inviato una lista di case editrici e dopo 3 settimane mi ha chiamato la Rossini Editore a cui era piaciuto molto il romanzo. Anzi, quando mi hanno chiamato pensavo fosse uno scherzo! (ride) è stata una bella emozione e appena mi hanno mandato il contratto ho firmato con loro”.
- Che consigli vuoi dare a chi vuole scrivere e pubblicare un libro?
“Parto alla lontana. Io ho studiato per una vita giurisprudenza, volevo fare il magistrato antimafia ma ho scoperto che i libri di giurisprudenza sono magma freddo. Quindi la maggior parte della gente che lavora nell’ambito del diritto probabilmente lavora un po’ come un automa, in modo privo di emozioni. Infatti molti artisti nel mondo dello spettacolo, da Antonella Clerici a Venditti, sono tutti laureati in giurisprudenza ma poi hanno scelto tutto un altro percorso sia di vita che di lavoro. Probabilmente è stato proprio questo studio che mi ha portato ad affacciarmi al mondo artistico. Se lo avessi saputo prima sicuramente avrei scritto dei libri anche prima. Quindi il mio consiglio è che se si crede in un sogno bisogna provarci fino alla fine”.
- Quanto c’è di te nel libro?
“Devo fare una premessa: oltre Monica non ho avuto altre donne. Ho avuto solo lei come donna nella mia vita. Se mi chiedete il perché la risposta è semplice. Io credo che la cosa più bella che possiamo avere è l’amore. Stare con una persona e vivere la vecchiaia con la stessa persona penso che sia uno dei traguardi più belli della nostra vita, addirittura più del lavoro. E io pur di stare con lei sono diventato il suo amante e per poterla avere vicino mi sono inventato questo libro. Diciamo che al 40% la storia è vera mentre al 60% è la proiezione di una storia d’amore che non c’è mai stata”.
-Quanto sei diverso dal protagonista?
“Sul libro ho usato il mio nome e cognome vero, Valerio David. Diciamo che quella è la proiezione di un Valerio vincente. C’è un romanzo nel romanzo, perché nel libro io sono uno scrittore che scrive un romanzo d’amore chiamato “diario di un amore malato” che racconta la storia d’amore tra un cliente e una prostituta, Arturo e Melena. Arturo si innamora di questa prostituta perché il rapporto con la moglie è ormai diventato una sorta di “gabbia dorata”. Ma questo scambio d’amore tra Arturo e Melena richiama alla forza esplosiva dell’amore tra Valerio e Flaminia. Infatti c’è un passo in cui l’editore di Valerio gli chiede “perché non scrivi un romanzo sulla storia tra te e Flaminia?”. Quindi leggendolo sembra una sorta di “scatole cinesi”, un romanzo nel romanzo, quindi chi leggerà questo romanzo seguirà il filo d’amore tra Valerio e Flaminia vivendone l’ilarità, le effusioni amorose ma anche la sincerità e le bugie bianche che si dicono pur di continuare a vivere questo amore”.
- Scriveresti un sequel?
“Per non saper né leggere né scrivere sono già pronti il 2 e il 3. La mia idea sarebbe quella di una trilogia”.
- Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Non avendo Monica con me devo dimostrare a tutti cosa vuol dire avere un colpo di fulmine per una donna. L’unico modo per parlare a tutti della fortuna che ho avuto di incontrarla e di far vedere quanto l’ho amata e mi sono dedicato a lei, credo sia dedicarle un film o una fiction. Il libro, da solo, non basta. Quindi il mio prossimo obiettivo è fare una sceneggiatura sia televisiva sia cinematografica. La manderò a varie case di produzione. Penso che scriverò anche un copione teatrale, perché credo che un prodotto artistico debba avere quattro direttrici: quella editoriale, fiction, cinema e teatrale”.
- Quali sono i tuoi libri preferiti?
“Di libri preferiti ne ho tanti. L’ultimo che ho letto è stato quello di Alberto Angela che parla della scomparsa di Pompei ed Ercolano. Comunque ho letto tante altre storie d’amore come Dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro. Anzi, l’ispirazione è arrivata anche da parecchie frasi del suo libro. Però devo essere onesto: il mio libro è stato ispirato anche da altro. Ad esempio, all’inizio parlo di un diario nascosto in una soffitta. Per questo mi sono ispirato allo spettacolo “A me gli occhi please” di Gigi Proietti dove lui ha questo baule e lo apre ogni volta per prendere costumi ed impersonare personaggi diversi. Mi sono rifatto più al teatro che ad altri libri”.
- Chi ti ha ispirato?
“Io gioco molto con il segno zodiacale, perché io sono della bilancia e come tutti i segni d’aria (Bilancia, Acquario e Gemelli) sono attratto dall’amore ideale. Quindi, io volevo scrivere una storia d’amore, credo nell’amore ideale quindi prima di ispirarmi a lei, mi sono ispirato all’idea di avere una compagna di vita. L’idea di amore universale. Poi, calandola nello specifico, la musa ispiratrice è stato l’amore ideale verso questa donna”.
- Come ti è venuta l’idea del libro?
“Mi è venuta per necessità. Perché non avendo questa persona affianco a me, spero che questo libro diventi famoso perché così potrebbe tornare con me, lo dico a titolo egoistico (ride)0.”
- Cosa ne pensi delle storie d’amore come quella tra Valerio e Flaminia?
“Su questo ho riflettuto tanto. Io qui parlo della figura dell’amante, sia donna che uomo perché a livello morale è lo stesso discorso. E dico una cosa a chi dice che avere un amante è bello: non è vero. Perché uno può passare due, tre ore belle. Il pranzo, il regalino, il momento romantico. Ma come scrivo nel libro, nelle altre occasioni come le feste comandate, l’amante sta solo come un cane. Quindi alla fine dico è meglio avere una persona tutti i giorni, con tutti i difetti, piuttosto che non averla. Perché le lacrime, la sera, sono tante e non mi è bastato neanche il libro come terapia”.
- Scriveresti un prequel?
“Diciamo che già l’ho inserito nel libro, perché Monica/Flaminia l’ho conosciuta ai balli dell’Ottocento. La cosa più bella di una coppia è avere degli interessi in comune e noi avevamo quella. Abbiamo fatto tante manifestazioni, girato una fiction. Poi purtroppo questo incantesimo si è rotto. Lo so, sembra quasi che racconto una storia, ma noi eravamo davvero una favola. Il libro è nato proprio nel momento in cui si è rotto questo incantesimo, dopo che è finita l’esperienza dei balli dell’Ottocento. A quel punto, pur di vederla, io mi sono ridotto a fare il suo amante. Però la vedo una volta al mese”.
-Vorresti che dal tuo libro fosse tratto un film o una serie TV?
“L’idea che sto sviluppando ora è una sceneggiatura che può essere adattabile alla tv e al cinema. Questo è il mio desiderio più grande ora. L’altro mio obiettivo, come dicevo prima, è quello di portare il mio libro sul palcoscenico, quindi avere sia una fiction che uno spettacolo teatrale”.
-Quali erano le tue più grandi paure prima che uscisse il libro?
“Devo essere onesto: paure non ne ho perché non stando insieme a questa persona questo è un testamento d’amore. È il mio regalo per lei. Infatti quando ho depositato il cd del libro alla SIAE per i diritti, sul cd c’è anche la sua firma”.
- Sei soddisfatto?
“Tantissimo, perché prima di tutto è piaciuto a lei. Mi ha anche aiutato a fare la revisione. Quindi senza il contributo di Monica ma anche di molti amici, come Gianluca che mi ha aiutato con la grafica, non ce l’avrei fatta. La cosa bella di questo progetto è che molti miei amici hanno partecipato a titolo gratuito per aiutarmi”.
- Qual è stata la parte che ti è piaciuto di più scrivere?
“La parte più bella del romanzo è stata quella dei due diari. Valerio e Flaminia tengono due diari segreti in cui raccontano le loro storie, ma né l’uno né l’altra sanno dell’esistenza di questi diari. Ad un certo punto questi diari vanno a morire, perché Flaminia si innamora dell’uomo che sposerà, Ermanno, ma Valerio presentando il suo romanzo “diario di un amore malato” presso la libreria Feltrinelli di Largo Argentina e firmando autografi incontrerà per caso Flaminia. E da lì ripartirà la passione che Flaminia aveva un po’ nascosto”.
- A chi ti ispiri nella vita?
“Per la stesura del libro, come ho detto prima, sicuramente a mio nonno Oreste che è stato un bravo scrittore. Ha venduto romanzi sia in America che in Inghilterra! Nella mia vita, invece, uno dei miei modelli è Gigi Proietti”.
- Qual è il personaggio che ti è piaciuto di più scrivere?
“Sicuramente, né Valerio né Flaminia. Sembrerà una banalità, ma è stato Ernesto. Il papà di Ermanno, l’uomo di cui si innamora Flaminia. Perché Ernesto? Perché è un personaggio che funge da Grillo Parlante all’interno del romanzo e che aiuterà Flaminia a capire veramente chi è il suo vero amore. E la cosa paradossale è che dovrebbe difendere il figlio! Ma dato che prima di sua moglie, anche lui era innamorato di un’altra donna e aveva avuto un amore bello che aveva perso, quando Flaminia perde il papà vedrà in lui un secondo padre e gli chiederà aiuto chiedendogli dei consigli sentimentali. Ernesto dirà sempre questa frase a Monica: l’amore è come un’autostrada, dipende da che corsia uno prende. Ma vedrete che Flaminia non lo ascolta sempre”.
- Qual è stato il personaggio più difficile da descrivere?
“I personaggi più difficili sono stati Ernesto ed Ermanno, perché sono personaggi completamente inventati quindi ho dovuto costruire la parte fisica e mentale di due personaggi che si dovevano andare ad incastrare nel resto della storia”.
- Qual è il personaggio di cui vorresti scrivere di nuovo?
“Tutti! Perché la storia è bella e i personaggi principali sono sei. La cosa bella è che io li paragono a dei binari ferroviari, prima distaccati ma che poi si sovrappongono. Ogni protagonista ha una propria storia, ma poi queste storie diverse, separate, collimano e finiscono tutte nella storia principale. È una escalation di emozioni che sembrano correre parallele ma che alla fine rappresentano passato, presente e futuro”.
S.M.