Il Litorale • 13/2019
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Pag. 12 Il Litorale ANNO XIX - N° 13 - 1/31 LUGLIO 2019
“Non voglio parlare politichese,
le elezioni per il Parlamento Eu-
ropeo sono andate male, la colpa
è dell’astensionismo, noi ne pren-
diamo atto ma non molliamo”.
Ha riflettuto a lungo, si è consul-
tato con i proprietari della ditta e
poi così ha commentato il “capo
politico” una debacle che riduce
la dimensione del suo partito a
valori quasi marginali conside-
rando le ambizioni ed il peso par-
lamentare di cui il Movimento 5
Stelle ancora dispone. Ma un mi-
nimo di analisi era necessario e
così è iniziato il teatrino di comu-
nistica memoria, quella del cen-
tralismo democratico, dibattiti
notturni, qualche dietrofront e poi
la buffonata Rousseau che decre-
ta la rinnovata fiducia al “capo
politico” con una percentuale bul-
gara ma alla quale non partecipa
il Presidente della Camera Fico.
Mentre indagini demoscopiche
mirate, fatte da agenzie indipen-
denti, dicono che la maggioranza
dei grillini vogliono che Giggino
se ne vada. Non ne ha azzeccata
una, il Giggino di Pomigliano, sia
in termini di strategia elettorale
che, tanto meno, sul piano della
condotta politica; fino a portare il
Movimento di cui è responsabile
al tracollo elettorale. Ha inveito
in modo indecente verso un allea-
to “contrattuale” di governo, ha
detto tutto ed il suo contrario, ha
contrabbandato un’operazione as-
sistenzialistica per un provvedi-
mento di sviluppo economico, ha
difeso i sovversivi gialli in Fran-
cia per poi condannarli, ha attac-
cato duramente un Sottosegreta-
rio senza la concretezza di un ‘ac-
cusa, ha detto cento no in un’i-
gnobile corsa a promettere ciò
che non potrà mai mantenere.
Quello di cui non si rende conto e
di cui anche i suoi seguaci per in-
genuità, colpa o convenienza, non
si vogliono render conto è che la
storia di un paese la fanno gli sta-
tisti e Luigi di Maio è quello che
il Governatore De Luca definisce
un “personaggetto “ di spessore
mediocre e quindi incapace di fa-
re lo statista. Non è colpevole; è
solo incapace di gestire sistemi
complessi ma che, a parte il mas-
sacro dei congiuntivi, sa mettere
insieme concetti e frasi d’effetto
per il popolino; frasi ad effetto
che a lungo andare mettono però
In occasione del 101° Anniversa-
rio della “Battaglia del Solstizio”,
come ebbe a nominarla il “Vate”
Gabriele d’Annunzio, che, ricor-
diamo, segnò la svolta delle ope-
razioni sul fronte italiano durante
la 1^ Guerra Mondiale arrestando
e poi ricacciando indietro le Ar-
mate Austro-Ungariche sulle rive
del Piave, Fiume Sacro alla Pa-
tria, proprio per il glorioso ed
eroico comportamento dell’Arti-
glieria Italiana, naturalmente in
connubio con le altre Armi del-
l’Esercito, che SEMPRE E DO-
VUNQUE assicurò il suo prezio-
so supporto fino alla definitiva
vittoria di Vittorio Veneto. Nel ri-
cordo di quei gloriosi fatti d’ar-
me, noi Artiglieri celebriamo ogni
anno, il 15 giugno, la nostra Festa
nel culto di quella nobile tradizio-
ne di sacrificio e di onore.
Quest’anno 2019, in alternanza
con il Comando di Artiglieria
Contraerei di Sabaudia, la Ceri-
monia si è svolta a Bracciano, se-
de del Comando Artiglieria Terre-
stre dell’Esercito Italiano, venerdì
14 giugno alla presenza della
Bandiera di Guerra dell’Arma di
Artiglieria, del Capo di Stato
Maggiore dell’Esercito, Gen.
C.A. Salvatore FARINA, e del
Comandante delle Forze Operati-
ve Terrestri di Supporto, Gen.
C.A. Giuseppenicola TOTA. Na-
turalmente, una Rappresentanza
di Soci della Sezione di Nettuno
dell’Associazione Nazionale Arti-
glieri d’Italia, con in testa il suo
Presidente, insieme a molti Soci
di altre Sezioni A.N.Art.I. del La-
zio e delle Regioni viciniori, ha
partecipato alla predetta Cerimo-
nia sfilando per le vie della Città,
con le marcette militari della Ban-
da dell’Esercito, al seguito del
Medagliere Nazionale A.N.Art.I.
e dei Labari delle Sezioni presen-
ti, tra due ali festanti di cittadini.
Il momento culmine della Ceri-
monia si è avuto quando, durante
l’esecuzione dell’Inno Nazionale
cantato da TUTTI i presenti, un
colpo di cannone a salve è stato
sparato dai maestosi spalti del Ca-
stello Odescalchi, sovrastanti la
piazza in cui si stava svolgendo
l’Evento, rimbombando per le vie
cittadine ed inondando i luoghi
del fumo delle cordite, così caro
ed affascinante per tutti noi arti-
glieri; in contemporanea, dagli
stessi spalti del Castello sono stati
accesi tre fumogeni con i colori
nazionali che hanno avvolto tutti
gli astanti in un solenne e com-
movente abbraccio tricolore. Atti-
mi intensi e toccanti, …… che,
giuro, hanno fatto scendere ai più
qualche lacrimuccia.
Al termine della Cerimonia, ci
siamo ritrovati presso la Sala
d’Onore della Caserma “Cosenz”,
Sede del Museo del Comando Ar-
tiglieria e del Circolo Unificato,
per assistere alla firma del “Me-
morandum di Amicizia” tra l’As-
sociazione Nazionale Artiglieri
d’Italia e la Repubblica di San
Marino, presente con il suo Co-
mandante di Artiglieria e per un
sobrio beneaugurante rinfresco.
Con questa fausta occasione,
giungano SEMPRE E DOVUN-
QUE a tutti gli Artiglieri di ogni
ordine e grado i più sentiti Auguri
per la Festa dell’Arma “Dotta”, a
cui siamo orgogliosi di appartene-
re.
Cav. Walter Vicini,
Presidente della Sezione
A.N.Art.I. di Nettuno
Il Movimento 5 Stelle si è sgretolato: Giggino di Pomigliano non ne azzecca una
E’ arrivato il tempo delle stelle cadenti
La cerimonia si è svolta a Bracciano venerdì 14 giugno
Festa dell’Artiglieria
in luce tutta la sua fragilità e la
sua inconsistenza. Di Maio è
l’immagine nazionale della sinda-
ca di Roma che sta letteralmente
sotterrando la Città Eterna sotto
un cumulo di rifiuti e di ridicolo.
Ma stà li, ferma immobile, a go-
dersi la sua gloria di persona di-
ventata famosa. Chi ha la colpa?
Innanzi tutto chi elegge personag-
gi definitivamente incapaci di ge-
stire incarichi complessi e molto
difficili come governare una
grande città oppure una potenza
economica del G7. Responsabile
è chi propone personaggi del ge-
nere a ricoprire cariche apicali;
ma responsabili sono anche gli
stessi personaggi che conoscendo
i propri limiti ritengono arrogan-
temente di proporsi a ricoprire re-
sponsabilità complesse. Quindi
Rousseau ha detto yes, i padroni
del bastimento non possono per-
mettersi di sacrificare ora il ca-
vallo brocco e quindi si può anda-
re avanti senza problemi. Lo ab-
biamo scritto in tempi non sospet-
ti: un movimento politico, senza
struttura, senza storia, senza una
parvenza di democrazia e senza
nemmeno uno straccio di ideolo-
gia non può sopravvivere al vuoto
dei programmi non programmi e
all’idea di decrescere felicemente
in un mare di pescecani. Ho avuto
più volte occasione di dibattere
con amici stranieri del fenomeno
M5S ed ho sempre visto la mera-
viglia negli occhi dei miei interlo-
cutori. Il Movimento 5 Stelle è
l’aberrazione di un sistema ne-
vrotico come quello dell’Italia
della Seconda Repubblica: è il
sintomo di un malessere diffuso
di cui vuole essere anche la cura.
Il Governo va avanti ma le pro-
spettive sono decisamente negati-
ve fra intenti di una nuova ege-
monia e frustrazioni per la scon-
fitta subita. E poi Giggino è sotto
amministrazione controllata e
quindi dovrà dare segni immedia-
ti di riscossa e, per farlo, com-
metterà altri errori. E poi c’è la
TAV che si farà comunque per il
semplice motivo che per non farla
deve passare in Parlamento una
legge che l’80% dei parlamentari
non voterà mai. E poi ci sono gli
immigrati e l’opposizione contro
le posizioni oltranziste del vinci-
tore delle Europee di alcuni grilli-
ni di sinistra.. E poi c’è il buco
economico che i Grillini, che ge-
stiscono i ministeri economici,
dovranno risolvere. E gli stabili-
menti che chiudono o che si tra-
sferiscono all’estero, materia che
ricade direttamente sotto la re-
sponsabilità di Giggino da Pomi-
gliano. Il tutto sotto la pressione
di Matteo Salvini e la minaccia
sempre sottintesa di mandare tutti
a casa. Insomma tempi duri come
sono i tempi in cui il confronto
non è più con una maggioranza
arrogante ma con la realtà; quella
che si misura con il metro dei ri-
sultati. Quando i Grillini entraro-
no in massa in Parlamento scrissi
“lasciateli lavorare”, alcuni anni
di osservazione mi inducono oggi
ad affermare che tutta lo loro in-
consistenza ha dimostrato la più
totale incapacità a fare una politi-
ca di crescita. L’inserimento re-
cente di nuovi elementi non ha
inciso minimamente su un siste-
ma privatistico di gestire un parti-
to. In qualsiasi altra organizzazio-
ne che è soggetta al mercato ed al
consenso, un capo che ha perso in
un anno metà dei propri aderenti,
non si deve dimettere perchè è
già stato “dimesso”. Ma Giggino
va avanti guidando un partito, tre
ministeri e una vicepresidenza del
Consiglio. Va avanti pronto a far
prevalere la sua visione strategica
dei fenomeni economici e sociali
del nostro tempo e della nostra
realtà. Non c’è riuscito quando
era in forte maggioranza figuria-
moci ora dopo la mazzata dei ri-
sultati elettorali. Quale può esser-
ne l’esito? Non c’è bisogno di
uno stratega della politica per
prevederlo. Comunque il peggio
esiste sempre ed in questo caso
ha un nome ed un cognome, si
chiama Alessandro Di Battista.
Sergio Franchi
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