Il Litorale • 13/2019
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ANNO XIX - N° 13 - 1/31 LUGLIO 2019 Il Litorale Pag. 9
Ho sperato, all’inizio di questa
consigliatura, che le cose potesse-
ro cambiare, ho creduto che il pi-
glio manageriale del sindaco De
Angelis potesse imporre una ster-
zata alla flemmatica gestione Bru-
schini, ma non è stato così. Siamo
nel pieno di una nuova stagione
estiva e le periferie di Anzio si
trovano ancora una volta invase
da sporcizia e rifiuti. Le buone in-
tenzioni, se di buone intenzioni si
può parlare, si sciolgono di fronte
alla incapacità di dare risposte
funzionali ad un servizio basilare
della vita sociale e l’inefficacia
nella gestione della raccolta dei
rifiuti solidi urbani si misura nei
mucchi nelle strade e nella sporci-
zia generalizzata che si riscontra
ovunque. Appare piuttosto ridico-
lo sventolare la stessa bandierina
blu che si sventola a Sperlonga,
con l’unica differenza che la città
di Tiberio è linda e curata mentre
quella di Nerone è decisamente
sporca e negletta. Lo spirito di
partecipazione critica però sugge-
risce di analizzare il problema in
alcuni suoi aspetti significativi.
La Giunta De Angelis eredita un
contratto di gestione della raccol-
ta, con la ditta Camassa Ambiente
di Bari, affidataria dopo un tribo-
lato iter giudiziario, che sin dall’i-
nizio ha dato segni di carenza or-
ganizzativa. Il Sindaco di Anzio,
nel suo programma elettorale,
aveva affermato che lo avrebbe
disdetto per inadempienza e gli
oltre 400.000 Euro di penali,
comminate per non corretta appli-
cazione contrattuale, gliene dava-
no ottima motivazione. Poi che
cosa è accaduto? Sembra che la
ditta Camassa Ambiente, che ha
contestato le inadempienze, si tro-
vi attualmente in cattive acque e
possa essere sostituita nella ge-
stione del servizio di Anzio e che
quindi, il nostro Comune si trove-
rà, almeno fino alla scadenza con-
trattuale, a gestire la raccolta dei
rifiuti con un’altra ditta e con lo
stesso contratto. Ma quante sono
le responsabilità della Camassa?
Certo che la ditta non ha brillato
per efficienza, ma anche se la
stessa fosse stata un esempio di
capacità operativa la situazione
nelle strade di Lavinio, Padiglio-
ni, Sacida o Colonia non sarebbe
molto diversa, perchè le vere ca-
renze nella gestione del servizio
di raccolta di rifiuti di Anzio risie-
dono nel sistema nel suo insieme.
Partiamo dallo strumento fonda-
mentale e cioè dal capitolato po-
sto a base di gara e diventato poi
normativa contrattuale e cioè mo-
dalità di gestione del servizio. A
detta del Sindaco che lo ha firma-
to e cioè Luciano Bruschini, il
contratto di gestione “non è adat-
to al Comune di Anzio”. Come
inizio non c’è male. Ma che il
contratto sia male strutturato non
c’è dubbio, come è fuori dubbio
che i suggerimenti di emendarlo
siano naufragati contro l’arrogan-
za di chi aveva la possibilità di
migliorarne le prestazioni e ha
preferito non farlo. L’evidenza del
disagio causato alla popolazione
non è servita a far cambiare idea a
chi aveva ed ha la responsabilità
della gestione. Un solo esempio
significativo: nel periodo marzo-
agosto una buona metà dei rifiuti
abbandonati in strada, nelle zone
periferiche, è prodotto dal lavoro
di manutenzione dei giardini. Il
servizio fornito dalla Ditta preve-
de il ritiro dei rifiuti verdi su chia-
mata; le chiamate sono spesso un
esercizio inutile in quando le ri-
sposte, quando vengono date, av-
vengono a settimane di distanza e
questo costringe anche il cittadino
più civile a lasciare i sacchi fuori
dalla propria abitazione o nelle
vicinanze. La possibilità logica e
ovunque praticata di prelevare i
rifiuti verdi periodicamente, come
frazione differenziata, è stata
sempre rifiutata. E questo ha
comportato e comporta una mag-
giore spesa dovuta allo smalti-
mento dei rifiuti stradali come in-
differenziati e cioè a circa 140
Euro la tonnellata, invece di circa
40 Euro la tonnellata che servono
per smaltire rifiuti verdi compo-
stabili. A proposito di compostie-
re, dopo mesi di discussione inuti-
li il Comune di Anzio non è stato
nemmeno capace di far partire il
progetto di compostaggio che si
era impegnato ad iniziare con il
Consorzio Lido dei Pini. Un capi-
tolato inadeguato perchè impone,
per alcuni aspetti, una collabora-
zione forzata da parte di un’uten-
za poco capace di fornirla. Quin-
di, capitolato contrattuale poco
accurato, gestione mediocre e poi
c’è l’utenza; quell’utenza a cui i
critici superficiali addebitano più
responsabilità oggettive di quelle
che un’analisi piu attenta può at-
tribuirle.
L’utenza delle periferie di Anzio,
che significa il 90% della popola-
zione in inverno ed il 95% in
estate, è molto composita anche
dal punto di vista etnico. La legis-
lazione che regola la TARI attri-
buisce la responsabilità di pagare
il costo del servizio al conduttore
e non più al proprietario. Molte
case nelle zone periferiche sono
concesse in affitto in buona parte
a cittadini non italiani e spesso in
nero. Nè risulta che oltre il 50 %
dei cittadini di Anzio non contri-
buisce al finanziamento del servi-
zio facendo lievitare le bollette di
coloro che pagano regolarmente.
Da un’osservazione pluriennale
del territorio di Lavinio, risulta
che i cumuli di rifiuti in strada si
verificano prevalentemente nelle
vicinanze di unità immobiliari af-
fittate ed in modo particolare a
quelle affittate a cittadini non ita-
liani. La persistente mancata
esposizione dei contenitori dei ri-
fiuti al di fuori di molte unità im-
mobiliari abitate significa solo
che gli abitanti delle stesse non
effettuano la raccolta differenzia-
ta, che gli stessi non sono nem-
meno in possesso dei contenitori
e che quindi essi non possono che
abbandonare i rifiuti che produco-
no nelle strade circostanti. La
quasi totalità di questi non paga la
TARI. Quindi il collegamento fra
mancato versamento del tributo e
comportamento incivile è auto-
matico e dovrebbe costituire l’e-
lemento da cui dare inizio, se si
intende risolvere il problema del-
la continua raccolta dei rifiuti in
strada che, intesa come soluzione,
ha portato solo alla radicalizza-
zione dell’inadempienza ed a
comportamenti divenuti sistema
in assenza di un’azione coercitiva
efficace. Il Comune di Anzio, ag-
gressivo fino all’esasperazione,
nei confronti dei cittadini adem-
pienti diventa del tutto inefficace
dei confronti degli “incivili” che
non pagano il tributo. Le spese
aggiuntive che i contribuenti sono
stati costretti a pagare ha costitui-
to uno spreco su cui la Magistra-
tura contabile è stata invitata ad
indagare. Quindi un disservizio di
notevole entità di cui si conosco-
no le ragioni e su cui è necessario
intervenire ad un livello comples-
so e ben coordinato che coinvolga
Assessorato all’Ambiente, Asses-
sorato ai tributi e Polizia Locale.
Invece siamo ai soliti atteggia-
menti fatti di slogan; alla creazio-
ne di una task force, all’adozione
di telecamere, al dispiegamento di
truppe di guardie ambientali e co-
sì via. Il fatto che questi siano
inutili palliativi che hanno un co-
sto e che non portano risultati è
un fatto accertato ma servono a
dare il segno che si sta facendo
qualcosa. Nella gestione dei siste-
mi complessi l’efficacia si misura
dai risultati che sono anche l’uni-
co elemento per misurare l’effi-
cienza di chi dirige il sistema.
Un’altra estate di cittadini indi-
gnati per la gestione di un servi-
zio nel quale i cittadini non sono
mai stati coinvolti a collaborare; e
senza la collaborazione degli
utenti il servizio non funzionerà
mai. Quindi un’altra estate tra i ri-
fiuti e se questi sono gli elementi
in ballo non si vede un autunno
migliore.
Sergio Franchi
Nulla è cambiato: degrado e abbandono di rifiuti sulle strade di Anzio
Un’altra estate tra i rifiuti
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