Le difficoltà che hanno i ristoratori, bar e pasticceri sono importanti. Hanno chiesto la riduzione della Tari, della Tarsu e dell’occupazione suolo pubblico
I commercianti consegnano le chiavi al Sindaco
Serrande alzate e luci accese il 28 aprile. La mattina seguente la consegna delle chiavi delle attività al sindaco. E alcune sere fa luci spente per dieci minuti del campanile di piazza Roma. In queste ultime ore la protesta delle attività dell’accoglienza e della ristorazione del movimento Risorgiamo Italia è passata anche per Aprilia. Prima martedì sera in molti hanno tenuto le luci accese e le serrande aperte in segno di protesta poi la mattina del 29 aprile una loro delegazione è stata ricevuta dal sindaco Terra. Una rappresentanza di commercianti e ristoratori apriliani, guidati dallo chef Marco Davi, sono stati ricevuti in Comune dal sindaco a cui hanno esposto alcune richieste oltre alle tante preoccupazioni che caratterizza questa fase. Non solo. Per rendere ancora più forte il messaggio in merito alla situazione di disastro e di difficoltà, i commercianti e ristoratori, come sta succedendo un pò in tutta Italia, hanno simbolicamente consegnato le chiavi delle attività al primo cittadino al sindaco Terra. Tra le richieste esposte dalle attività apriliane: interventi in merito alle imposte locali come la sospensione o riduzione della Tari, della Tarsu, dell’occupazione del suolo pubblico in vista delle prossime possibilità di riapertura con consegna dei prodotti da asporto. Il sindaco Antonio Terra ha sottolineato la volontà dell’amministrazione di essere materialmente al fianco degli operatori della ristorazione come di tutte le altre categorie. “Stiamo incontrando i rappresentanti di moltecategorie per trovare una strategia di intervento.- ha comunicato il sindaco Terra in compagnia dell’assessore al ramo Gianfranco Caracciolo - stiamo preparando i primi provvedimenti per venire incontro alle vostre esigenze e che andranno ad agire sulla Tari e a su altri tributi, come l’ipotesi di sospensione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Entro i prossimi giorni avremo qualcosa di più concreto anche a fronte delle indicazioni che arriveranno dalla Regione Lazio da cui aspettiamo delle linee guida”.
“Martedì 28 aprile 2020 - dice la piattaforma rivendicativa nazionale - da nord a sud, da est a ovest, siamo tornati ad illuminare le strade ed i vicoli delle nostre città con l’energia positiva sprigionata dai nostri locali. Vogliamo esprimere la con un gesto simbolico la nostra volontà di tornare in piena attività. Produrre, generare occupazione e regalare emozioni sono la nostre vocazioni, assicurare un contributo produttivo al sistema paese, la nostra missione. Dalle vetrine e su i prospetti di ogni locale sarà visibile un cartello di unione ed esortazione #risorgiamoitalia. Ognuno manifesterà la propria protesta con foto, video messaggi ed atti dimostrativi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica alle ragioni della nostra causa comune. Il nostro rammarico è che tutto ciò potrebbe accadere per l’ultima volta. Le nostre attività sono state chiuse per decreto, i ricavi sono stati azzerati, siamo stati privati del nostro lavoro e delle libertà. Consapevoli del dramma sanitario che si stava abbattendo sul paese, abbiamo accettato questi enormi sacrifici di buon grado. Oggi, con una sola voce, vogliamo manifestare in migliaia la delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e le incertezze future. A fronte della nostra grande disponibilità, l’azione del governo fino ad oggi si è dimostrata tardiva ed insufficiente. Ci è stata premessa liquidità e non ci sono arrivate neanche le dovute garanzie. Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno all’orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare. Senza le dovute garanzie non riapriremo”.
P.N.