Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuta dalla sezione Vittorio Arrigoni di Aprilia con il rammarico del presidente Filippo Fasano
L’Anpi di Aprilia omaggia il 25 Aprile
“Voglio ringraziare, anche a nome della sezione Anpi, tutti coloro che hanno partecipato al nostro Progetto “Una Piazza Virtuale per il 25 Aprile”. Sono state tantissime, persone di ogni età, provenienti da svariati mondi lavorativi, dalle Associazioni del volontariato; ci hanno consegnato una vasta gamma di esperienze, memorie, emozioni, sensibilità straordinarie che aprono il cuore e ci consentono di guardare al futuro, nonostante tutto, con più ottimismo; voglio ringraziare inoltre tutti coloro che ci hanno fatto sentire la loro semplice ma calorosa vicinanza e incoraggiamento a proseguire nelle nostre iniziative per la conservazione della memoria, la difesa della Costituzione nata dalla Resistenza, la sua attuazione.
I nostri video - scrive Filippo Fasano Presidente ANPI “Vittorio Arrigoni” - (decine e decine di testimonianze e riflessioni provenienti da tutta Italia e non solo) sono sul nostro sito a disposizione di tutti, un patrimonio preziosissimo.
Siamo soddisfatti del nostro lavoro. Abbiamo esposto sui nostri balconi la nostra bandiera insieme alla bandiera italiana, abbiamo cantato Bellaciao, con un fraterno ed inevitabile pensiero di solidarietà per tutti coloro che sono stati colpiti da questa pandemia e con la speranza di venirne fuori al più presto e ricostruire i vecchi legami di amicizia e socialità. Insieme.
Ma non possiamo purtroppo non segnalare di aver provato un sentimento di frustrazione e una sensazione di mancanza, un vuoto che abbiamo fortemente avvertito nella giornata a noi così cara, la più importante festa laica della Repubblica, e che ancora ci accompagna.
Mentre ancora ci arrivavano immagini e filmati da tutta la Provincia e da ogni parte d’Italia sulle celebrazioni istituzionali in cui non mancava, pur nelle necessarie limitazioni e restrizioni, il rappresentante dell’ANPI, ci siamo chiesti e ancora ci chiediamo se, per caso, esisteva ad Aprilia qualche ragione sufficientemente valida o particolare motivo locale che impedivano all’Associazione ANPI (ripeto, un suo rappresentante) di partecipare (invitata) alla celebrazione del 25 Aprile al Monumento ai caduti, “naturalmente in forma compatibile con l’attuale situazione di emergenza”. Abbiamo letto le due circolari ministeriali con le relative precisazioni, eravamo a conoscenza che in tutti i comuni della Provincia le sezioni Anpi erano state invitate alla cerimonia, che nel capoluogo la stessa Prefettura aveva esteso l’invito al rappresentante Anpi. Quale dunque la ragione? Come i tanti misteri del Palazzo e come ci insegna l’esperienza la domanda è destinata ad essere probabilmente cestinata.
Ma il mancato invito da parte dell’Amministrazione un pò ci rattrista. E non abbiamo bisogno di chiarire quanto la nostra Associazione (Ente Morale) sia riconosciuta come depositaria della memoria delle Partigiane e dei Partigiani (e anche delle Forze Alleate) nella lotta al nazifascismo e custode vigile di quei valori e principi di convivenza civile nati dalla Resistenza che chiamiamo Costituzione. Né abbiamo bisogno di accreditarci presso le istituzioni essendo presenti sul territorio, nelle scuole, da svariati anni, con le nostre innumerevoli iniziative di carattere socio-culturali a beneficio dei cittadini.
La bellissima Lettera del Sindaco alle cittadine e ai cittadini abbiamo avuto modo di apprezzarla in tutte le sue parti ed abbiamo apprezzato in particolar modo il riferimento alla “fine opera di mediazione dei Padri ( e delle Madri) costituenti…”.
E non ci è sfuggito neanche il giusto richiamo (oggi più che mai valido) alla solidarietà, anch’esso un valore fondante ed identitario, oltre che della nostra Comunità, del nostro essere italiani. Abbiamo insomma apprezzato la Lettera perché in completa sintonia con il nostro sentire, con le nostre ragioni che ci spingono a fare di più e meglio.
Ecco. A maggior ragione avremo voluto esserci come ANPI a quella cerimonia (piccola cosa ma altamente simbolica), non per noi, “nani sulle spalle di giganti”, ma, con il nostro fazzoletto partigiano, per rappresentare tutti coloro che, appunto, hanno dato la vita per consegnarci un futuro di Libertà, di Giustizia sociale, di solidarietà, e ai quali va tutta la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine.
P.N.