L’ultima operazione delle Forze dell’Ordine ha confermato le vecchie dinamiche
Caporalato nella pianura pontina
L’ultima operazione contro il caporalato in provincia di Latina è di pochi giorni fa. La polizia di Latina ha fatto emergere l’ennesimo quadro sconfortante nelle campagne pontine. Una situazione non nuova e che ripete le stesse vecchie dinamiche: sfruttati da una parte e sfruttatori dall’altra. Due persone sono state arrestate, una coppia di 50 anni, titolari delle aziende dove i braccianti lavoravano con orari massacranti e per pochi euro all’ora. Niente di nuovo sotto al sole verrebbe da dire se non che si tratta della prima operazione contro il caporalato ai tempi del Coronavirus nella pianura pontina. Lo sfruttamento non si ferma nemmeno davanti ad una emergenza sanitaria di portata storica. E cosi mentre la maggior parte di noi è confinato a casa, i braccianti, per la stragrande maggioranza migranti stranieri, sono a lavoro nelle campagne e spesso devono fare i conti con titolari senza scrupoli. Anche di questo si è parlato il 23 aprile scorso durante una diretta streaming organizzata dalla neonata associazione Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili. Alla diretta Facebook hanno partecipato Andrea Oleandri della suddetta associazione, Marco Omizzolo sociologo Eurispes e Responsabile scientifico di “In Migrazione”e Fabio Ciconte direttore dell’associazione ambientalista Terra. In tutti c’è la consapevolezza che il Coronavirus da emergenza può trasformarsi anche in una importante opportunità come quella di regolarizzare i tanti invisibili che affollano le campagne italiane e che lavorano, spesso per pochi euro al giorno e in condizioni di assoluto degrado, nel comparto agro-alimentare.
“La situazione nella provincia pontina - ha spiegato Marco Omizzolo - è estremamente complicata. Ieri ed oggi c’è una violazione costante dei diritti dei lavoratori, soprattutto indiani ma anche originari del Bangladesh. Una violazione che abbraccia il mondo del lavoro ma che va oltre. Queste persone lavorano 15 ore al giorno per 400-500 euro al mese. In molti casi è stato accertato che i lavoratori avevano l’obbligo di chiamare i proprietari terrieri “padroni”. Abbiamo assistito a violazioni di diritti umani sistematici. In provincia di Latina vi sono circa 30mila indiani e circa 15-18mila di loro sono impiegati in agricoltura. Oggi, al tempo del Coronavirus, manca la manodopera straniera e il comparto rischia il crollo. Il contratto provinciale prevede 6 ore di lavoro a 9euro lordi al giorno, ma la realtà è molto diversa. In genere vengono pagati 400 euro mensili. L’ultima operazione è avvenuta questa mattina e ha portato all’arresto di due persone. Dinanzi al problema Coronavirus, i braccianti sono stati lasciati soli. Oggi le associazioni di volontariato stanno distribuendo mascherine e disinfettanti, diamo informazioni sul come comportarsi. Spero che su questa vicenda si esprima il prima possibile il Ministro del Lavoro e che il Governo trovi unità. E’ urgente un impegno sostanziale della migliore politica per risolvere questo enorme e indegno problema. Serve la regolarizzazione dei braccianti per sottrarli al caporalato”.
Dello stesso avviso anche Fabio Ciconte direttore dell’associazione ambientalista Terra.
“Questo è un fenomeno in continua evoluzione e interessa diverse regioni in Italia. Ma lo stesso avviene in altri stati del sud Europa. E’come se esistesse una grande questione meridionale europea che andrebbe risolta dalla stessa comunità europea. Queste persone nella maggior parte dei casi vivono in veri e propri ghetti senza diritti e completamente sfruttati dai privati. Abbiamo decine di migliaia di lavoratori che sorreggono la filiera agroalimentare. Senza di loro il comparto non può stare in piedi. In questi giorni ce ne stiamo accorgendo, la mancanza è lampante. Per questo serve un impegno urgente della politica. Bisogna allargare il più possibile il numero delle persone da regolarizzare allo scopo di farli uscire dalla clandestinità e di fornire i diritti primari di uno Stato Civile”.
Alessandro Piazzolla
La Telecom intervenga
Dal 17 novembre, nonostante decine di segnalazioni, il palo telefonico di via Naia, zona Fossignano, è ancora riverso a terra. Abbattuto nel novembre scorso da forti raffiche di vento, non è ancora stato messo in sicurezza da nessuno. Eppure, come dicevamo, i residenti hanno richiesto più volte l’intervento della Telecom perché il rischio è quello di veder saltare i collegamenti telefonici e la connessione internet, fondamentale per molti lavoratori che oggi, in tempi di Coronavirus, sono costretti ad operare da casa.
“È scandaloso che da oltre 5 mesi - spiega un residente - nessuno interviene. Nelle prossime ore inoltrero’ l’ennesima richiesta di intervento, poi passerò direttamente alle denunce”.
A.P.
La scoperta dell’associazione OrsoGreen all’ex Dogana
Discarica abusiva
Nel sito della ex dogana di Aprilia, tra Via U. La Malfa e Via Enna, sono state rinvenute diverse tonnellate di rifiuti accatastati. Ogni sorta di rifiuto, comprese delle lastre di eternit, giacciono li da chissà quanto tempo.
Sulle pagine social di OrsoGreen, Daniele Borace pubblica una video-denuncia su quanto è stato rinvenuto. Sacchetti dei rifiuti urbani, lastre di eternit, frigoriferi, computer fissi, aspirapolveri, sportelli di un’automobile, serbatoi in plastica sono alcune delle tipologie di rifiuti maggiormente presenti in loco.
Nel video, Daniele Borace si appella al Sindaco e a tutti i Consiglieri Comunali per far rimuovere quei rifiuti in tempi rapidi ed adottare tutte quelle misure affinché ci sia un contrasto ai fenomeni di abbandono dei rifiuti. Non è più tollerabile che una piccola parte dei cittadini inquini il territorio, mettendo a serio rischio la salute pubblica.
“Sono anni che combatto questi fenomeni di inciviltà - dichiara Daniele Borace – per tutelare l’ambiente in cui viviamo. Ho fatto centinaia di denunce alle autorità competenti, giornate ecologiche per sensibilizzare i cittadini ad un maggior rispetto dell’ambiente, locandine, immagini, video e quant’altro è nelle possibilità di un cittadino per mantenere alta l’attenzione su queste tematiche. Continuerò a combattere per un futuro migliore del presente, per dare una possibilità a chi verrà dopo di noi di poter vivere in un ambiente più sano, dove la sostenibilità sarà la mentalità prevalente e che si raggiunga un equilibrio tra umani e natura. Fino ad oggi non è stato facile, anche perché ho riscontrato un disinteresse della politica ad occuparsi seriamente delle problematiche ambientali del territorio. Qualche politico avrebbe anche la volontà di agire ma difficilmente riesce a farla prevalere nel suo partito/coalizione/maggioranza.
Per cambiare occorre maggior coraggio, da parte loro, a presentare degli atti amministrativi con la finalità di tutelare l’ambiente.
Le immagini della mia denuncia pubblica sono impietose, fanno male al cuore e mi auguro che qualche consigliere comunale, se non tutti, abbiano uno scatto d’orgoglio e chiedano al Sindaco di dare priorità anche alle Politiche ambientali. Contrastare i casi isolati di inciviltà e legiferare per migliorare la qualità della vita degli Apriliani.
La Politica si faccia promotrice di comportamenti virtuosi, in modo che i cittadini abbiano una linea guida. A cosa servono i politici se non risolvono i problemi dei territori?”
Link per guardare il video: https://www.facebook.com/OrsoGreen.1975/videos/233943674521978/
Edoardo Capri