Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità dei presenti, ma la lista Terra di maggioranza era assente alla riunione
Aprilia contraria all’ampliamento della Rida Ambiente
Il consiglio comunale esprime la totale contrarietà all’ampliamento del TMB di via Valcamonica e a qualsiasi variante urbanistica volta a sottrarre ulteriore terreno agricolo, dando mandato al sindaco di Aprilia Antonio Terra di opporsi in tutte le sedi, ivi comprese quelle giudiziarie, al piano oggetto della Scia presentata il 10 aprile scorso dalla società Rida Ambiente.
Sono questi in estrema sintesi i contenuti della mozione approvata all’unanimità dei presenti – maggioranza e opposizione – durante il consiglio comunale del 30 aprile, il primo andato in onda via streaming. Assente alla seduta per dare un messaggio politico alla maggioranza l’intero gruppo della lista Terra – i due assessori e i quattro consiglieri – malgrado proprio il capogruppo Omar Ruberti abbia fattivamente contribuito alla stesura del documento.
Un documento che delinea una azione condivisa per contrastare la realizzazione da parte della Rida Ambiente di un’area di stoccaggio pavimentata su un terreno agricolo di 32 mila 242 mq adiacente all’impianto e che fa specchio alle preoccupazioni espresse dagli amministratori apriliani prima in commissione ambiente, poi in consiglio. In primis il dubbio che una simile operazione non possa trovare posto senza l’approvazione da parte del Comune di una variante urbanistica, ma soprattutto il timore che un’operazione tanto costosa non rappresenti soltanto un’opera provvisoria per affrontare l’emergenza Covid 19 e il maggior quantitativo di rifiuti in attesa di conferimento presenti in un impianto che può trattare già 409 mila tonnellate l’anno.
LETTERE TRA COMUNE E REGIONE
Nei giorni precedenti al consiglio comunale, c’è stato uno scambio di lettere tra il Comune, preoccupato per la nuova iniziativa di Rida Ambiente e la Regione che non ha saputo dare risposte concrete. La Scia presentata dalla Rida Ambiente infatti troverebbe giustificazione alla luce dell’ordinanza approvata dalla Regione il 1° aprile scorso, che offre agli impianti che trattano rifiuti D15 e R13 l’ampliamento dei quantitativi di stoccaggio entro il 30%.
“Il progetto presentato dalla Rida Ambiente – scrive alla Regione il dirigente all’ambiente del Comune di Aprilia Marco Paccosi – prevede un incremento del 30% delle capacità di stoccaggio per le operazioni D15 ed R13, mediante realizzazione di un’area pavimentata di 32 mila 242 mq (..)prevista in ampliamento delle superfici autorizzate, interessando terreni esterni all’area dell’impianto. A parere di questo servizio, l’intervento proposto viene a configurarsi come una variante allo strumento urbanistico attuale, atteso che l’area di intervento ricade in zona agricola. Di conseguenza non può ritenersi compresa tra gli interventi contemplati dalla richiamata ordinanza presidenziale. A riguardo è inoltre da evidenziare che un aumento delle quantità in stoccaggio qiuale quello previsto non giustifica la realizzazione di un’area pavimentata della superficie richiesta dalla società”.
“L’aumento degli stoccaggi – risponde però la Regione attraverso la nota del direttore dell’area autorizzazioni integrate ambientali Flaminia Tosini – consentito dall’ordinanza del 1 aprile, avverrà su un’area limitrofa a quella dell’impianto ma esterna al perimetro dell’impianto. La modifica proposta dalla società, se ammissibile dal punto di vista degli elementi relativi alla gestione dei rifiuti, comporta però delle modifiche di tipo edilizio che devono essere effettuate con modalità ordinarie. La Scia presentata non determina variazione urbanistica ne legittima la realizzazione delle opere indicate per le quali si chiede di presentare regolare istanza. In caso tale procedimento non avesse esito positivo, le opere dovranno essere rimosse e ripristinati i luoghi”.
Una risposta troppo vaga, secondo il Comune e per questo maggioranza e opposizione hanno presentato e votato in consiglio una mozione volta a contrastare l’espansione dell’impianto.
Francesca Cavallin
SCOMPIGLIO IN MAGGIORANZA
Per ironia della sorte, proprio la mozione Rida che ha unito maggioranza e opposizione, crea scompiglio all’interno della coalizione civica di Antonio Terra, un attrito tra il consigliere di Unione Civica Marco Moroni e la lista Terra che ha spinto consiglieri e assessori di quest’ultima a disertare i lavori del consiglio del 30 aprile scorso e non votare la mozione alla stesura della quale avevano offerto un contributo determinante. Mentre la lista Terra in conferenza stampa ha chiarito le ragioni della propria assenza, – non una rottura con la maggioranza, bensì un messaggio politico chiaro per ricevere chiarimenti chiesti e prima non arrivati – nessuno in consiglio ha fatto menzione alla pur rumorosa assenza.
Tutto è iniziato il 29 aprile, quando la commissione ambiente e urbanistica si è riunita per discutere le azioni da intraprendere alla luce della Scia per la realizzazione dell’area di stoccaggio su un terreno agricolo adiacente al TMB, presentata da Rida Ambiente in ragione dell’ordinanza regionale per regolamentare il settore rifiuti in vista delle difficoltà nei conferimenti legate all’emergenza Covid. Sia dai banchi di maggioranza che da quelli di opposizione, l’operazione è stata giudicata sospetta, trattandosi di un investimento troppo consistente per poter solo servire a realizzare opere temporanee. Una perplessità che per gli amministratori, si accompagna all’idea che tali opere contestualizzate in zona agricola, necessitino di una variante urbanistica che solo il Comune può concedere. Unica voce fuori dal coro è parsa quella del consigliere di Unione Civica Marco Moroni, che sulle prime ha dichiarato di non voler votare la mozione per contrastare il progetto di Rida.
“Questo è un problema del PD – ha dichiarato – visto che sia il vice presidente del Lazio che ha firmato l’ordinanza, sia l’assessore competente sono di quel partito. Inoltre mi risulta che oggi (29 aprile) la Regione ha risposto ai quesiti del Comune, perciò mi rifiuto di firmare una mozione simile. Noi siamo solo spettatori e l’unica strada è ricorrere al Tar”.
Una dichiarazione poi ritrattata da Moroni in commissione e nei fatti in consiglio il giorno successivo, quando il voto di Unione Civica è arrivato. Questo però non è bastato a fugare i dubbi degli alleati. In particolare la Lista Terra – forse memore di quella visita da parte dei consiglieri di Unione Civica presso l'Impianto