Il 31 marzo ha compiuto 15 anni di attività culturali
Museo archeologico
Il 31 marzo di 15 anni fa, nel 2005, il Museo Civico Archeologico Lavinium apriva le sue porte al pubblico.
Un museo nato per valorizzare e divulgare, attraverso un allestimento suggestivo, scenografico e multimediale, la città e il territorio dell’antica Lavinium, narrando in maniera semplice e immediata i molti anni di ricerche e studi in campo archeologico. Un patrimonio reso fruibile anche grazie alle numerose attività che in questi anni sono state messe in campo dal Museo, da quelle prettamente scientifiche, in collaborazione con la competente Soprintendenza Archeologica, con “La Sapienza, Università di Roma” e molti altri Istituti di Ricerca italiani e stranieri, a quelle propriamente divulgative e didattiche, coinvolgendo un vastissimo ed eterogeneo pubblico di tutte le età. E anche oggi che il Museo è chiuso al pubblico, si continua a lavorare e progettare, perché #laculturanonsiferma.
“Avremmo voluto celebrare questa ricorrenza con tutta la cittadinanza – dichiara la vice sindaco Simona Morcellini – Ma oggi è importante rimanere a casa, per ritrovarci poi tutti insieme ad attraversare di nuovo i luoghi della cultura e della storia della nostra Città. I luoghi narrati dal Museo civico archeologico Lavinium hanno affascinato generazioni di ricercatori, appassionati, studiosi, studenti, semplici curiosi, turisti da tutto il mondo, e oggi più che mai riesce ad illuminare e stupire, con la sua potenza evocativa, il cuore e lo sguardo di chi ha la fortuna di godere della sua bellezza”.
“Il Museo Lavinium è uno dei gioielli del nostro patrimonio storico-archeologico – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – Oggi compie 15 anni e non possiamo che festeggiare portando alcune delle sue bellezze nelle case della gente, per promuovere e valorizzare anche oggi una ricchezza del territorio che racconta un passato glorioso e ci parla della nostra identità culturale”.
E’ possibile seguire le attività del Museo seguendo la pagina facebook https://www.facebook.com/museo.lavinium/?
Comune di Pomezia
Intervista a Paolo Sommaripa presidente dell’associazione Pleiadi
L’arte è un percorso lungo e tortuoso
Si è da poco conclusa, con un notevole successo, la mostra “Carneval art” promossa dall’Associazione “Pleiadi Arte e Cultura Pomezia”. Incontriamo il presidente, l’artista Paolo Sommaripa, che ringraziamo e a cui rivolgiamo qualche domanda.
- Come e perché è nata l’associazione?
“L’Associazione Culturale si è costituita con un atto notarile nel 1986. Si occupa di promuovere la cultura delle arti, pittura, scultura, disegno e ogni forma di espressione artistica. L’associazione non ha una sede fissa, in questo momento si appoggia al Laboratorio d’Arte di via Spoleto 7”.
- Quali sono le attività svolte dall’associazione?
“Pittura, fotografia, scultura, installazioni artistiche è ciò che AssoPleiadiArte ha offerto e continua ad offrire alla comunità attraverso Collettive D’arte, Mostre Personali, Estemporanee, partecipazioni agli eventi della città di Pomezia e dintorni e l’organizzazione della Biennale D’Arte di Pomezia”.
- L’obiettivo è da sempre lo stesso, promuovere l’arte, portarla lontano. Attualmente quanti artisti ne fanno parte?
“Gli artisti che si associano e seguono i programmi variano di anno in anno e sono più o meno 15”.
- Qual è stato il suo percorso umano e professionale?
“Paolo Sommaripa in arte Sommarì, è nato a Roma nel 1959. Nel 1974 si iscrive al I° Liceo Artistico di Via di Ripetta a Roma, dove, nonostante già dipingesse da qualche anno, ha seguito le lezioni di artisti del calibro di Bianchini Ulisse Gaetano Guelfo amico di Giorgio De Chirico, la scultrice Nwarth Zarian, e Mario Cimara uno dei maestri che, nel 1950 insieme a Scipione, Mafai, Raphael e Sironi, ha fondato la “Scuola Romana di Pittura”.
- Ricorda il suo primo dipinto?
“Assolutamente no, già dalle elementari facevo i miei scarabocchi che qualcuno ancora conserva”.
- Osservando le sue opere, appare chiaro che vanno al di là del soggetto ritratto, al di là della tela, dei colori. Qual è il messaggio che le piacerebbe trasmettere?
“Le figure di Sommaripa appaiono essenziali, espresse in pochi tratti che sembrano scavare nell’essenza profonda della materia. Nessuna concessione all’ornamento, ma, in una espressione assorta ed intensa, compaiono temi che sembrano fondere la metafisica e il senso del mistero che troviamo in De Chirico, con l’asciuttezza quasi michelangiolesca delle opere energiche e decise di Mario Sironi. Recentemente, l’artista si affida completamente a un gesto libero, dove predomina una pennellata veloce e istintiva, fuori da ogni apparente logica, ma come dicevamo, una pittura creativa, costantemente messaggera di emozioni. Un artista di pennello o uno scultore, deve avere, al di la di ogni tecnica, il dono della creazione, l’ingegno creativo, capace di far scaturire in chi guarda, l’emozione”.
- Si ritiene soddisfatto di ciò che ha creato?
“Mai, trasferire gli stati mentali, i pensieri, le visioni e forgiarle nella realtà è molto difficile, ci si prova..”.
-Cosa pensa dell’arte e della condizione degli artisti oggi?
“Gli artisti devono capire che non sono arrivati, il percorso è lungo e tortuoso e l’arte non è ferma, si muove continuamente”.
- Dopo il decreto del Governo, l’associazione è rimasta in contatto con i suoi associati?
“No”.
- Qual è il suo pensiero su ciò che stiamo vivendo?
“Sono molto spaventato, come tutti credo”.
- Qual è il prossimo progetto?
“Da qualche anno ho smesso di fare progetti, la vita è una sorpresa ogni giorno, io ne ho avute tante, e non sempre belle. Credo al fato. Manuela Mazzola