Anche l’Ospedale dei Castelli tra i centri autorizzati
Anticorpi monoclonali
Da giovedì 8 aprile 2021 la ASL Roma 6 è entrata a far parte delle 13 strutture identificate dalla Regione Lazio per la somministrazione degli Anticorpi monoclonali (MAbs) anti-SARS-CoV-2 a pazienti positivi all’esordio della malattia con sintomi lievi-moderati e specifici fattori di rischio. Si tratta di anticorpi prodotti grazie a tecniche di immunologia cellulare e ingegneria genetica, specifici contro un solo antigene, in questo caso la proteina spike del virus SARS-CoV-2.
“Nell’ultimo anno – afferma il direttore generale Narciso Mostarda - la pandemia ha messo a dura prova la tenuta delle strutture ospedaliere che si sono trovate ad affrontare un marcato aumento delle ospedalizzazioni e dell’intensità delle cure a causa del COVID-19. Ciò ha determinato la creazione di posti letto dedicati che hanno inevitabilmente ridotto le risorse per le altre patologie, con squilibri nella gestione di malattie croniche, acute e nella diagnosi precoce di malattie severe. La situazione di emergenza creatasi ha spinto la ricerca scientifica a concentrarsi su due fronti: la prevenzione con lo sviluppo dei vaccini e la terapia con farmaci che potessero essere utili a evitare la progressione della malattia verso una forma severa troppo spesso a rischio vita. Gli studi effettuati finora, seppur preliminari, suggeriscono che l’utilizzo dei MAbs anti-SARS-CoV-2 in contesti precoci sia associato alla riduzione del numero di ospedalizzazioni, visite e accessi in Pronto Soccorso (PS).
Con l’attivazione del Centro per la somministrazione degli Anticorpi monoclonali l’Ospedale dei Castelli entra a far parte di un network di Istituti di Ricerca e di Università che partecipano alla fase iniziale della somministrazione di cure innovative per la popolazione.
In questo modo la ASL Roma 6 afferma ancora una volta il proprio impegno a portare le cure al domicilio del paziente”.
link al video: https://fb.watch/4JlGB8xBoW/?
Asl Roma 6
Muro romano
Ad Anzio, in seguito al ritrovamento di un muro perimetrale romano, probabilmente appartenente ai sottoservizi della Villa Imperiale di Nerone, sono stati interrotti i lavori, eseguiti dalla società Acqualatina, propedeutici all’intervento di restyling della Riviera Mallozzi. Sul posto, in via Furio Anziate, insieme al personale del Comune di Anzio, prontamente attivato dal Sindaco, Candido De Angelis, è immediatamente intervenuta la Soprintendenza Archeologica che, in seguito alla verifica del ritrovamento e dopo aver coordinato l’intervento di messa in sicurezza e conservazione del muro nel sottosuolo, ha dato mandato di chiudere lo scavo e di proseguire i lavori con nuove coordinate. L’Amministrazione De Angelis, da sempre particolarmente attiva sul versante storico ed archeologico cittadino, nonostante la pandemia, sta programmando tutta una serie di opere ed eventi culturali di rilevanza internazionale che, restrizioni permettendo, saranno programmati nel corso del 2022.
Comune di Anzio
E’ sorprendente assimilare l’oscuro morbo dell’800 con il coronavirus di oggi
La pandemia di colera del 1836
Gigi Di Fiore,
“Pandemia 1836. La guerra dei Borboni contro il colera”,
U.T.E.T., 2020
Nonostante i quasi due secoli trascorsi, le molte scoperte scientifiche, i miglioramenti delle condizioni generali di vita ecc., risulta sorprendente constatare come l’oscuro morbo che sconvolse l’Europa nella prima metà dell’800, sia assimilabile all’altrettanto oscuro ed ignoto virus che minaccia oggi le nostre esistenze a livello planetario.
Forse, una delle cose che ci distingue da due secoli fa è proprio questa planetarietà, la portata mondiale del Covid 19; di allora rispetto questa globalità si sa ben poco, certo è che il morbo, comunque, coinvolse, con diversi gradi di intensità, quasi tutta l’Europa.
Il parallelismo fra la pandemia di oggi e quella del 1836 è tale che le incognite di oggi, ma anche le accuse, le colpevolizzazioni, le contraddizioni, sono quasi del tutto sovrapponibili.
Anche allora destava interesse il problema della tracciabilità del virus, tanto che -non essendoci app e smartphone- si ricorreva ad un segno di croce ufficiale sulla porta di casa dove il colera aveva colpito: croce unica se l’abitazione ormai era disabitata, croce doppia se invece la casa era ancora abitata da parenti e famigliari della persona contagiata (allora non c’erano problemi di privacy).
Di questo colera allora si cercavano le origini nel mondo animale o dell’area geografica di provenienza: si diceva l’India, come oggi si dice della Cina.
Come il Covid, anche il Colera era un morbo sconosciuto, misterioso, proveniente da un mondo arcaico, avulso ed altro rispetto le società che flagellava contraddistinte da un certo livello di evoluta civiltà; le sicurezze fornite dalle scoperte scientifiche di allora, la fiducia nel progresso, il positivismo, la rivoluzione industriale tutto ciò veniva messo in discussione ed ipotecato.
Anche la pandemia ottocentesca interessò in particolare le istituzioni totali, soprattutto nel regno governato dai Borboni: allora i ricoveri per malati poveri, emarginati e senza famiglia, i cronicari, i lazzaretti; adesso le case di riposo, R.S.A., e le case di cura.
Anche allora vi furono due fasi, soprattutto in Campania: nell’autunno-inverno vi furono 5669 vittime, poi la furia calò, ma dopo 7-8 mesi la pandemia riprese e le vittime furono13798.
Anche allora le fasi furono due, come la cosiddetta ‘spagnola’ del 1918-20 e come in quasi tutte le pandemia di cui si hanno notizie storicamente accertate.
Si direbbe proprio che la Storia si ripete e il terrore della pandemia si traduce in un terrore ancestrale, un archetipo che fa parte del nostro inconscio collettivo, anche nostro: uomini del terzo millennio, dalla tragedia di Edipo ai giorni nostri.
Ricostruire e ripercorrere analiticamente la Storia ci può aiutare a comprendere meglio il presente e forse anche a limitarne le paure e gli effetti devastanti sulla psiche.
Giuseppe Chitarrini
Il Covid viene dalla Cina?
Perché l’OMS ha inviato un team di esperti in Cina per verificare se davvero Sars-Cov-2, responsabile di questa pandemia che da oltre un anno ha colpito tutto il mondo, sia sfuggito durante un esperimento in un laboratorio della città di Wuhan?
Ossia durante un incidente di laboratorio con l’infezione di tecnici alle prese con attività su Coronavirus animali. I risultati di questi esperti non sono arrivati a conclusioni inconfutabili.
Già alcuni anni fa il nostro TG della scienza “Leonardo”, che va in onda tutti i giorni intorno alle ore 15:00 su Rai 3, formulò tale ipotesi in un servizio: non venivano prese tutte le precauzioni del caso nel laboratorio della città cinese. Scoppiata la pandemia, in Italia nel febbraio dello scorso anno, ci si è chiesti se il virus fosse stato intenzionalmente modificato e diffuso o fosse sfuggita di mano la sua alterazione.
Ancora oggi non ne siamo certi, tra cui la nota virologa Ilaria Capua che dirige un centro di ricerca presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università della Florida. Se gli esperimenti atti a studiare la virulenza e la trasmissibilità di alcuni virus naturali per studiarli, fossero per ipotesi finanziati a livello mondiale in tanti laboratori sparsi in ogni Nazione, l’umanità potrebbe sopravvivere? Altra ipotesi, ancora più accreditata è quella che questo virus sia passato, forse da un pipistrello all’uomo e questo sia avvenuto sempre a Wuhan, precisamente nel grande mercato dove viene macellato e venduto qualsiasi tipo di animale: oltre ai pipistrelli (ma cosa si può mangiare del loro corpo così ossuto e ripugnante?), serpenti enormi, cani di tutte le razze (una cosa disgustosa solo a pensarci per noi Europei).
E se il prossimo anno arrivasse un altro virus pandemico?
Sarà necessario produrre vaccini molto più velocemente ed in grande quantità, vaccini a basso costo che non dovrebbero avere bisogno di temperature sotto zero per essere conservati e trasportati anche a lunghe distanze, che dovrebbero essere inviati anche ai Paesi poveri.
Vaccini tutti di efficacia ottimale e non di serie A e di serie B come parrebbe il tanto bistrattato Astrazeneca. Oggi appare un’ingiustizia sociale che dispongano di vaccini soltanto alcuni Paesi del mondo, i più ricchi. Se non sapremo cogliere il monito di questa pandemia, la società del domani (se arriveremo al domani) come sarà? Forse l’umanità è destinata a scomparire?
Rita Cerasani