Le responsabilità delle Organizzazioni Non Governative smascherate senza possibilità di smentita sono emerse nella trasmissione di Nicola Porro
Le ONG complici degli scafisti?
Solo gli imbecilli e le persone in mala fede possono continuare a credere nella storiella delle navi dei buoni samaritani che per caso trovano naufraghi nel mare Mediterraneo e li salvano da morte sicura portandoli tutti in Italia. La Convenzione delle Nazioni Unite, conosciuta come Convenzione di Monte Bay, è chiara e perentoria nello stabilire che “ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batte la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio o i passeggeri, affinché: presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo” Che non equivale, però, ad affermare che tale diritto/obbligo sia estendibile al capitano di una nave, che, di professione fa salvataggio di migranti, che si posiziona poche miglia dalla costa libica, si ponga in attesa, magari previo appuntamento, di barche di migranti e li carichi a bordo, restituisca le barche usate ai commercianti di esseri umani ed imponga di fatto che essi siano sbarcati sulle coste italiane, magari dopo aver rifiutato le offerte di attracco sicuro in Tunisia o a Malta. Ma questo è il paese dei ciechi di professione per cui non c’è da meravigliarsi che vi siano magistrati che vogliano sottoporre a giudizio penale un Ministro degli Interni per aver cercato di contrastare, solo ritardandone l’attracco, proprio l’azione di una di quelle navi che aveva “salvato in mare” persone, proprio di fronte alle coste libiche, su un gommone semi sgonfio fatto in modo che non avesse nessuna speranza di arrivare da nessuna parte. Palamara lo ha documentato nero su bianco che esistono magistrati che utilizzano il proprio immenso potere per condurre guerre ideologiche contro le posizioni “di destra” e la storia, forse, ci racconterà un giorno che il martire Berlusconi, che certamente santo non era, è stato perseguitato dalla “giustizia” per le sue idee politiche: quel giorno finalmente la politica non potrà più continuare a guardare da un’altra parte. Per anni i titoli dei quotidiani sono stati sempre innocentisti: “I legami tra scafisti e ONG sono solo ipotesi infondate”. Ma poi, quando anche Repubblica, non il Giornale, arriva a titolare “Migranti, le foto che accusano le ONG: il capitano proteggeva gli scafisti” allora lo spazio del dubbio si restringe ed a credere nell’onestà delle ONG restano solo quelli in mala fede. I fatti sono relativi al periodo 2016-2017, con Minniti Ministro degli Interni e riguardano più ONG e più episodi. Le indagini presero l’avvio dopo la denuncia di tre addetti alla sicurezza di una ONG e sono proseguite con l’ingresso di un infiltrato della Polizia di Stato. Quindi, non ipotesi peregrine di denigratori sovranisti, ma fatti documentati e filmati che hanno già permesso alla Procura di Trapani di rinviare a giudizio 21 membri di Medici Senza Frontiere, perché “i loro salvataggi sono stati concordati con i trafficanti, con gli scafisti presi a bordo, i segnali di presenza con le luci delle navi, i transponder per la localizzazione spenti, barche e persino salvagenti riconsegnati alle organizzazioni criminali” Inoltre gli inquirenti sono in possesso di alcuni filmati, che sono stati anche parzialmente mostrati da Nicola Porro nella trasmissione Quarta Repubblica dell’8 marzo, che documentano la riconsegna, da parte dei volontari della ONG, delle imbarcazioni utilizzate per il traffico agli scafisti. Le indagini dei magistrati sono relative ad una decina di soccorsi avvenuti tra la fine dell’estate 2016 e giugno 2017. La Iuventa, piccola nave tedesca, per non fare la spola con la terraferma, “salvava” migranti e poi li trasbordava a bordo delle più grandi Vos Hestia e Vos Prudence, allora gestite rispettivamente da Save the Children e da Medici senza Frontiere. Nessuno ha diritto di impedire a chiunque voglia di salvare vite umane in mare o sulla terra e sia sempre benedetto chi salva una vita in mare. Il quesito è un altro? Esiste un diritto a farlo contro le leggi? Esiste il diritto di uno Stato di regolare l’ingresso di cittadini stranieri sul proprio suolo? Fino a quando sarà possibile accettare che queste regole vengano violate magari con la forza e speronando l’imbarcazione dell’autorità che voglia impedirlo? Esistono migliaia di persone di altri paesi che sono entrati nel nostro, vi lavorano e ne difendono le leggi ed i doveri e lo fanno per meritarsi il diritto a farne parte a pieno titolo come cittadini. A chi giova il caos sociale che si genera dalla situazione fuori controllo? Certamente non alla gente di questo Paese che è “costretta” ad accoglienze che non può gestire, certamente non ai poveracci a cui hanno promesso Bengodi e si ritrovano a vivere in topaie occupate abusivamente, oppure a portare l’acqua in qualche organizzazione criminale.
Non so quanto giovi alle ONG che, comunque, per queste loro attività ricevono finanziamenti, certamente giova alla mafia del traffico che guadagna milioni, che reinveste in traffici e commerci illegali. Si spera che la giustizia faccia piazza pulita dalle ipocrisie ideologiche e metta in luce ciò che alcuni sapevano, altri ipotizzavano e molti si rifiutavano di ammettere.
Sergio Franchi
Sportello di assistenza
Con la crisi pandemica ancora in corso e con la speranza di lasciarci il più presto possibile alle spalle il ‘distanziamento sociale’, dobbiamo affrontare nei prossimi mesi una crisi sociale senza precedenti nella storia recente. Siamo convinti del fatto che la risposta va data (o meglio andrebbe data) in termini istituzionali, ma anche che il mutuo, vicendevole aiuto consente di attraversare una crisi per approdare ad una fase successiva in termini di benefici reciproci.
Gli Enti locali stanno mettendo in campo misure di sostegno alle categorie più vulnerabili della popolazione, ma ci rendiamo conto che non sempre questi buoni riescono ad intercettare i destinatari, molto spesso perché banalmente non tutti dispongono degli strumenti tecnologici necessari alla compilazione e l’invio delle domande.
Con questo spirito ci accingiamo da martedì 6 aprile ad offrire un supporto per l’individuazione dei requisiti, la compilazione della modulistica e l’identificazione delle modalità di invio delle richieste per i bonus attualmente aperti dai Comuni di Anzio e Nettuno e dalla Regione Lazio, alcuni dei quali di breve scadenza.
Lo “sportello” sarà attivo presso la sede di ApA, in Via di Valle Schioia 125, dalle ore 17 alle ore 19 il martedì e il sabato.
Chi volesse contattarci per info o può scrivere alla mail alternativa.anzio@gmail.com, oppure raggiungerci direttamente in sede.
Alternativa per Anzio