Dalla data della sua costituzione Piano for life ha organizzato numerosi concerti di musica classica. Hanno donato la loro arte, per realizzare lo scopo sociale di Piano for life, giovani concertisti di talento e affermati musicisti, docenti dei Conservatori di Roma, Salerno, Latina, Avellino. I giovani musicisti trovano nei nostri concerti l’occasione per mettere in atto la loro arte, in una cornice di fruizione in cui il pubblico può condividere il momento dell’ascolto con il momento della solidarietà, dove la musica può essere a ragione definita “buona”.
Piano for life per dar luogo alle sue iniziative musicali ha finora utilizzato luoghi di particolare interesse artistico e sociale, spesso connotati da architetture e matrici culturali di radici diverse.
I concerti si sono tenuti a Roma e Provincia presso l’Abbazia Greca San Nilo – Grottaferrata; Chiesa Evangelica Metodista; Auditorium “E. Morricone” - Università degli Studi di Tor Vergata; Chiesa Anglicana AllSaint’s Church, via del Babuino; St Andrew'sPresbyterian Church of Scotland; Sant’Agata dei Goti – Roma Grazie alla raccolta fondi, prima del blocco delle attività dovuto alla pandemia di Covid, Piano for life ha potuto contribuire al sostegno di un importante progetto, tuttora in atto presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova per la ricerca sulla cura delle Neurofibromatosi. Una malattia rara che può essere trasmessa per via ereditaria o presentarsi per mutazione genetica spontanea. Nel mondo un neonato su circa 3.000/3.500 nasce con questa patologia dal decorso imprevedibile. Il rischio maggiore per chi ne è affetto è quello di sviluppare vari tipi di forme tumorali. Gli scienziati si propongono di agire selettivamente sulle cellule malate, individuando farmaci che le uccidano senza danneggiare quelle sane.
Se sei un musicista interessato a contribuire alla realizzazione del nostro progetto donando la tua arte, puoi inviare il tuo curriculum con la tua proposta musicale a:
info@pianoforlife.it per Piano for Life-odv Isabella Gianni
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
PERCHÉ HO SCELTO DI STUDIARE FILOSOFIA
di Gianluca Farulla
Ho sempre pensato che il non sapere abbia di gran lunga più fascino del sapere.
È la curiosità che ci affascina e ci domina, la conoscenza ci addomestica e ci rende solo più avari, sicuramente più civili ma meno amabili.
Come un musicista reso schiavo dalla sua dottrina, che non sente più la magia dei legami armonici e melodici ma solo le strette catene che le fredde regole matematiche hanno stretto intorno a lui, come lo scienziato che smette di essere rivoluzionario e diventa operaio.
Solo la filosofia, l’amore per la curiosità dello scoprire e non del sapere, può farci rinascere ogni giorno con nuove domande e nuovi dubbi.
Studiare filosofia non è una scelta, è una cura.
Iniziai ad appassionarmi alla musica e contemporaneamente alla scrittura all’età di 10/11 anni quando scoprii i testi e le canzoni di Fabrizio De Andrè, da quel momento cominciai a suonare la chitarra e a scrivere le prime frasi da mettere in musica.
Nonostante fossi già iscritto al liceo scientifico, abbandonai il secondo anno per poter ricominciare da capo e poter frequentare il liceo musicale, una scelta motivata dalla voglia di ampliare la mia conoscenza riguardo tutto ciò che riguardasse la composizione, la storia della musica e l’aspetto scientifico/filosofico.
Non si può essere musicisti, o comunque artisti, senza passare prima per la filosofa, senza passare per le sue domande e dubbi.
Finito il liceo musicale scelsi quindi di iscrivermi alla facoltà di filosofa, una scelta dettata dal bisogno di scoprire le leggi, se così si possono definire, dell’estetica e dell’animo umano da cui tutto nasce e tutto vi è destinato.
Ho affrontato nel mio cammino universitario tutto ciò che potesse arricchire la mia conoscenza della musica e delle arti in generale, senza perdere mai di vista il mio scopo di parlare e vivere di musica, per poter preparare al meglio una tesi che potesse racchiudere musica, filosofia, arte, umanità e il mio stesso pensiero maturato negli ultimi dieci anni.
Il SETTECENTO E
LA MUSICA/2
Teorie filosofiche e la loro eredità
Grecia: quando la musica, i numeri, il cielo, la terra, la città erano in armonia tra loro
Pitagora (580/570 - 495 a.C. circa)
Egli ritrova nell’armonia aritmetica dei rapporti fra i suoni, l’armonia delle leggi della natura e l’armonia delle sfere celesti. Il fondamento della musica è dato dall’aritmetica, da rapporti numerici e dipende da una legge fissa e regolare dalla quale i suoni non possono discostarsi; la natura stessa, il mondo fisico e i corpi celesti sono sottoposti alle leggi di un intelletto che li domina. Con Pitagora si compie un passaggio dall’armonia della musica all’armonia della natura e dei corpi celesti, ipotizzando l’esistenza di un intelletto divino. Inoltre comprende il nesso che esiste tra armonia e sensibilità emotiva dell’ascoltatore attraverso la conoscenza della musica dell’India del nord: i Rāga (una sintesi tra tradizione vedica e tradizione persiana) in cui le strutture musicali sono composte intenzionalmente per suscitare in chi ascolta determinate emozioni.
Platone (428/427 - 348/347 a.C.)
eredita la concezione pitagorica del cosmo organizzato da rapporti numerici, gli stessi dell’armonia musicale: la cosiddetta armonia delle sfere. In Politeia, il dialogo intorno alla giustizia e allo stato ideale, nel X e ultimo libro scritto dopo il 370 condanna la poesia perché narra favole e non si esprime con chiarezza. Alla musica, invece, riconosce una funzione positiva come arte propedeutica alla contemplazione delle idee. La musica, nobilita l’uomo in virtù del suo stretto rapporto con la matematica e con le leggi dell’armonia
Aristotele (384/383 - 322 a.C. circa) riferisce che in passato le melodie erano alla base di un insegnamento etico. Esse cantavano le Leggi perché ancora non erano state scritte. Ogni melodia era rigidamente regolamentata per corrispondere ad un Ethos o una situazione emotiva particolare finalizzata all’educazione di una futura classe dirigente.
LA COMPLESSA STORIA
DELLA RUSSIA/5
di Francesco Bonanni
BREVE PREMESSA
Dopo aver sommariamente esaminato gli aspetti geopolitici che hanno sempre guidato la Politica russa sia in epoca zarista che sovietica ed infine post-sovietica è necessaria una carrellata sulla storia di questo gigante geografico che in parte appartiene all’Europa, ma che in gran parte occupa una vasta porzione del Continente Asiatico.
Difatti la Russia se da un punto di vista geografico appartiene all’Europa, invece, per quanto riguarda lo sviluppo della sua Storia Culturale e Sociale ha avuto un suo particolare percorso. Difatti, pur avendo prodotto nella sua lunga storia grandi letterati, notevoli musicisti e pregevoli pittori, registi e ballerini, non ha mai prodotto, a differenza degli altri Paesi Europei, importanti Filosofi per cui è rimasta fuori dalle più rilevanti Correnti del Pensiero Europeo, soprattutto da quello Illuministico. Anche se la Zarina Caterina II (la Grande) ebbe frequenti contatti con gli Illuministi francesi, soprattutto con Voltaire, la Cultura della Società russa non ne fu affatto influenzata. E tale carenza ha pesato in misura rilevante nell’evoluzione sia politica che sociale della Russia. Per queste ragioni per capire la Russia di oggi è indispensabile conoscere la sua peculiare storia, in quanto il presente ha sempre le sue radici nel passato anche quello che appare più lontano.
LA STORIA
Tra i fiumi Dnestr e Ural si stanziarono le più antiche Civiltà comparse in Russia. Regioni meridionali delle vaste steppe meridionali situate tra i due fiumi che rappresentarono zone di passaggio tra l’Europa e l’Asia.
Per oltre 2000 anni su questi territori si avvicendarono numerose popolazioni nomadi e seminomadi asiatiche quali i: Cimmeri, Sciti, Sarmati, Goti, Unni, Avari, Cazary.
Tutte queste popolazioni rimasero per lungo tempo al margine dell’immensa zona delle foreste ove già nei primi tempi del Primo Millennio si erano stanziate Tribù di Finni e di Balti che dal VI-VII secolo furono seguite da Tribù degli Slavi Occidentali.
Ma furono proprio gli Slavi Occidentali a formare il “primo nucleo originario” del Popolo Russo nell’area che poi divenne il Centro del futuro Stato Russo, cioè il Bacino di Mosca. In effetti quella della Russia è una storia molto particolare in quanto, pur essendo in parte collocata geograficamente nel Continente Europeo, tutta la sua Cultura e Civiltà ha risentito pesantemente dell’influenza asiatica per cui si può definire una Potenza Euro-Asiatica.
I Cazary, un Popolo turco, governarono la Russia Meridionale durante l’VIII secolo e furono preziosi alleati dell’Impero Bizantino nel condurre numerose guerre contro i Califfi arabi. Inoltre dal VII secolo gli Slavi costituirono la maggioranza della Popolazione russa.
Poi a metà del IX secolo un Popolo proveniente dalla Scandinavia, i Variaghi, assunse il ruolo di “Elite Dominante” nella Capitale slava di Novgorod.
Anche se i Variaghi (Vikinghi Orientali) si confusero abbastanza presto con la maggioranza della Popolazione slava, la loro Dinastia (quella dei Rjurikidi) rimase al potere per diversi secoli durante i quali si appoggiò alla Chiesa Ortodossa di Costantinopoli e nell’882 trasferì la propria Capitale a Kiev.
In questo periodo il termine “Rhos o Rus’” cominciò ad essere riferito prima ai Variaghi e successivamente a tutti gli Slavi che popolavano la regione.
Tra il X e XI secolo la Rus’ di Kiev divenne lo Stato più grande d’Europa ed anche dei più prosperi grazie alla sua posizione geografica che gli consentiva di operare come ponte commerciale tra l’Europa e l’Asia.
Poi il declino e la successiva frammentazione dello Stato di Kiev avvenne all’epoca delle Crociate sia a causa delle invasioni mongole che per l’apertura di nuove vie commerciali.
Contributo per osare la Pace
Il canto
Forse l’umanità,
ama ancora
il canto.
Forse!
Ma spesso
quel canto
è sommerso
dal frastuono
lasciato
da incessante
rumore.
Pino Pieri