L’inconsistenza del Movimento 5 Stelle di fronte alla realtà della politica
Una lenta agonia
Ricordo con tenerezza, dopo le ultime elezioni amministrative, tutto il gota grillino schierato a festeggiare a Napoli la vittoria del Sindaco di centro sinistra eletto con l’apporto non determinante e quindi superfluo del Movimento 5 Stelle.
Tutti a Napoli, perché non c’era altro posto dove andare e nemmeno nessun risultato da festeggiare: tutti a Napoli, regno del reddito di Cittadinanza con 180,000 percettori, in cui il Movimento ha perso il 30% rispetto alle precedenti elezioni ottenendo uno striminzito 9%. Meglio è andata solo a Pinerolo, dove è stato confermato il Sindaco grillino Luca Salvai con il 63% dei voti ma dove il Movimento viene votato solo da circa il 5 % degli elettori: un chiaro riconoscimento alla persona che vuol dire che sarebbe stato rieletto anche se si fosse presentato sotto la lista del partito di Topolino.
Per il resto, dei 23 sindaci non resta più niente. La politica ondivaga e la totale mancanza di consistenza politica ed amministrativa stanno facendo il loro corso e il primo partito del Parlamento Italiano è diventato nelle amministrazioni e nella realtà del nostro Paese un’entità marginale.
Dopo le elezioni ogni partito cerca di giustificare le ragioni della propria vittoria o della propria non sconfitta; Giuseppi Conte si da un tono da leader e va a pranzo con Letta, mentre quotidiane defezioni alimentano lo stillicidio.
Il colpo di Grazia per un movimento che vuole diventare partito dopo che del partito ha mostrato tutti i limiti ed i vizi peggiori, dopo aver tradito tutti gli ideali del vaffa non riesce a trovare altro legame coerente e strutturale se non quello di raggiungere il limite minimo del vitalizio da parte degli eletti; mentre ambizione e convenienza hanno praticamente fatto carne di porco anche dell’ultimo baluardo di credibilità e cioè il mandato limitato a due turni.
Il Movimento continua a sgretolarsi sotto un guida priva di carisma, una guida, quella di Conte, che è contestata sia dall’interno e sia dall’esterno mentre il “garante”, che attraversava lo stretto a nuoto come Mao Tse Tung, bussa a denari ottenendo 300.000 euro, di quelli destinati a sovvenzionare piccole imprese, per le prestazioni del suo blog.
Insomma ho sempre ritenuto Alessandro Di Battista un modesto quanto innocuo piccolo rivoluzionario che si ascolta mentre parla ma, vivaddio, per convinzione o per costrizione è l’unico a mantenere lo spirito delle origini e quindi la coerenza.
Il guaio più grosso è stato certamente la scelta di Giuseppe Conte alla guida del Movimento, una selezione “per caso” formalizzata ma pluricontestata, con la solita manfrina del voto nella segretezza della piattaforma.
Dovevano essere l’innovazione, la scopa di manzoniana memoria per spazzare via la politichetta dei piccoli vantaggi personali e si sono rivelati uno tzunami di dilettanti, spesso con tanto di laurea, che hanno abbassato notevolmente la professionalità delle nostre istituzioni e di quella delle partecipate a cui sono stati spesso eletti candidati ideologicamente grillini. Questo non per mancanza di potenziale intellettivo ma per la mentalità di setta che hanno cercato di introdurre in ogni consesso in cui sono stati eletti, un modo collettivistico che è servito spesso solo a bloccare ogni decisione privilegiando soluzioni utopiche ed assistenzialismo a iosa.
Devo ammettere di essere stato uno di quelli che ci sperava, che sperava in un governo di gente onesta e capace; mi sono dovuto ricredere e non sono l’unico. Portatori di tante piccole esistenze senza un disegno di società che possa reggere il confronto con le esigenze dell’economia e la necessità di progresso; coerentemente con l’idea idiota della “decrescita felice”; una battaglia persa in partenza in un mondo che combatte per un po’ di crescita in più.
Il cigno diventato brutto anatroccolo per l’incapacità di leggere la storia nel verso giusto. Provvedimenti come il reddito di cittadinanza, un mezzo per aiutare i più poveri, spacciato per soluzione sociale per creare posti di lavoro, ha causato danni alla struttura lavorativa ed ha costituito mezzo di finanziamento di ladri, clandestini e gente residente all’estero.
Le altisonanti dichiarazioni di aver eliminato la povertà, di aver abolito l’immigrazione clandestina e di aver avviato la transizione ecologica col blocco della trivellazione di gas metano, sono crollate su una realtà reale e aggiunto il ridicolo al danno. Residui di grillismo vengono messi all’indice come il povero Senatore Vito Rosario Petrocelli che non ha capito di essere stato eletto nel partito sbagliato e si mette a fare il pacifista e va ad aggiungersi alla lunga lista di “cacciati” dal Movimento.
Analizzando i fatti, però, sarebbe più logico che Petrocelli cacciasse dal Movimento Giuseppi ed i suoi per aver tradito tutti i grandi propositi su cui Grillo ha costruito un partito.
Il traguardo non è lontano ed anche la resa dei conti, quando molti baldanzosi rappresentanti del popolo torneranno al lavoro che facevano prima di essere stati miracolati ed alcuni di loro saranno costretti a fare domanda per il reddito di cittadinanza.
Sergio Franchi
Di chi è la colpa del mancato finanziamento di 6 milioni
Caccia all’uomo
Da qualche giorno in comune è iniziata una vera e propria caccia all’uomo per individuare chi investire del ruolo di caprio espiatorio per il finanziamento di 6 milioni di euro andato in fumo.
La politica ha deciso che deve individuare uno o più dipendenti comunali a cui dare la colpa. Eppure l’identikit dell’unico responsabile è decisamente evidente, si tratta dell’uomo con la barba che siede dietro la scrivania del Sindaco, pur senza esercitarne il ruolo. Sì, la responsabilità è di Sandro Coppola per ben due ordini di motivi.
Partiamo dal primo.
Quando in un Comune si deve seguire un progetto importante come quello della scuola di via Olmata non si può pensare che basti inoltrare una mail.
Un Sindaco deve seguire passo passo l’iter dell’opera facendo delle riunioni periodiche per capire se ci sono problemi ed eventualmente in che modo affrontarli.
Ma vi è anche un secondo ordine di motivi per il quale Sandro Coppola è anche moralmente l’unico responsabile.
Dall’inizio dell’anno infatti esiste la possibilità di assumere un numero di tecnici per rinforzare gli uffici comunali con stipendio a carico dei fondi del PNRR. Il Comune di Nettuno avrebbe potuto assumere 8 tecnici che sarebbero potuti essere distribuiti tra l’urbanistica e i lavori pubblici.
Queste assunzioni avrebbero da un lato diminuito la pressione su questi settori ma anche consentito di seguire e preparare molti più progetti per i quali chiedere i fondi europei. Invece nulla di tutto ciò è stato fatto dal Sindaco, né seguire il progetto, né assumere nuovo personale.
Si smetta quindi di cercare chi incolpare tra i dipendenti comunali, mettendo così fine a questo clima di terrore che si vorrebbe instaurare, perché le responsabilità sono chiare ed incontrovertibili e portano diritte al Sindaco e c’è un solo atto ora da compiersi, dimettersi.
Roberto Alicandri
Marco Federici
Riscattiamo Nettuno
L‘amara conferma della mala gestione Coppola arriva dai social: il Ministero ( Miur) che dovrebbe finanziare il rifacimento totale della scuola “Ennio Visca”di Via Olmata, avrebbe scritto al Comune e quindi al suo rappresentante legale, ovvero il Sindaco Coppola anche Capo dell’Amministrazione Comunale per legge, e lui cosa fa? Gira la comunicazione, dopo 4 giorni, all’assessore alla pubblica istruzione, senza inviarla ai dirigenti competenti?!
Sarebbe uno scandalo, se non fosse che è solo l’ennesima conferma di come hanno gestito e gestiscono la cosa pubblica: come se fosse un ufficio privato o un’azienda privata o casa loro.
Lo abbiamo sempre detto e scritto dal 2019 e da tempo non crediamo più alla buona fede o all’errore materiale, l’ennesimo!
Successe già con la pec dell’AGCOM per le spiagge, allora fu: “pec aperta ma non letta”. La Segretaria Generale scelta da Coppola, nella sua funzione di organo anticorruzione e trasparenza dell’Ente, non ha avuto o ha nulla da segnalare? A Nettuno tutto questo è normale?
Forse si e forse è per questo che c’è una Commissione Prefettizia di Accesso ed indagini della DDA e della Procura della Repubblica di Velletri su determinate questioni amministrative, così come affermato più volte da Coppola stesso in Consiglio comunale in risposta alle nostre interrogazioni consiliari.
Ci siamo sospesi dai consigli comunali, non riconosciamo più questa (mala) amministrazione legittimata a rappresentare la nostra Città, sia per la gravità di quello che sta accadendo sul piano etico, sia per i danni sociali, economici, morali e di immagine alla nostra comunità. Per questo motivo chiediamo aiuto a tutti voi cittadini, al di là della politica, per dire tutti insieme e con una unica voce: basta!
Riscattiamo Nettuno, la sua immagine il suo nome, è nostro dovere civico, ma possiamo farlo solo tutti insieme.
Noi non vogliamo che tutto questo sia “normale” a Nettuno. Ci dobbiamo indignare. Diciamo Basta! Basta danni ai nettunesi. Andate via, liberate Nettuno.
Nettuno Progetto Comune
Avv. Simona Sanetti
Dott. Daniele Mancini