Il dramma di una realtà sociale e l’orgoglio di un popolo molto povero (il reddito pro-capite nel 2020 era di 3.113 dollari annui)
L’Ucraina non può essere sottomessa
L’emotività della situazione, le immagini terribili che ci arrivano dalla guerra, le dichiarazioni ed i dibattiti televisivi che hanno fatto scomparire il covid dalla cronaca, ci parlano in tutti modi dell’Ucraina e del suo popolo in armi. Nomi di Città, tipi di tattiche belliche e di armamenti di cui molti di noi non conoscevano l’ esistenza, stanno trasformando spettatori attoniti in cittadini timorosi di diventare anch’essi attori di un incubo. Ed il popolo di Coppi o Bartali riesce a trasformarsi in fazioni anche di fronte al dilemma se il colpevole sia Caino o Abele sulla scia dei no vax e dei terrapiattisti.
Tranne qualche imbecille in cerca di sensazionalismo, però, nessuno se la sente di affermare che il Governo Ucraino abbia invaso la Russia. A sentire gli Ucraini, non quelli dei salotti TV italiani ma quelli che abitano nel Donbass e sulle coste del Mar Nero, non è nemmeno la Russia che ha invaso l’Ucraina e che sta distruggendo le loro città uccidendo gente indifesa, ma è un uomo: uno solo: Vladimir Vladimirovich Putin. Il giovane Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky ha concluso il suo accorato appello al Parlamento Italiano con la frase “Fermare un uomo, uno solo, per salvarne milioni”.
Ad ascoltare le sue grida di dolore erano assenti circa 300 fra deputati e senatori. Se sul piano storico e culturale la russificazione dell’Ucraina era uno degli obiettivi degli Zar, l’amalgama delle due lingue e dei due popoli è stato ottenuto dopo la Rivoluzione d’ottobre e la nascita dell’Unione Sovietica che, giova ricordare, resta un’operazione il cui collante non era culturale ma solo ideologico. Oggi il popolo ucraino è alla ribalta del mondo perché martire di un’aggressione concepita per soddisfare vecchie ambizioni imperiali e ciò nell’anno del Signore 2022. L’Ucraina è Europa e su questo non ci sono dubbi e chi ne ha, si legga la storia.
L’Ucraina è la nazione piu povera d’Europa. Tanto per avere un’idea: il reddito pro-capite dell’Ucraina è di 3.113 Dollari (2020), quello dell’Italia è di 34.321 Dollari (2020), quello del Guatemala è di 4.545 Dollari (2020), quello della Bulgaria è di 9.313 Dollari (2020). Larghe fasce sociali sono nell’indigenza totale e la struttura dello stato fa fatica a liberarsi delle incrostazioni del passato comunista.
L’Ucraina è una babele linguistica visto che vi si parlano una quarantina fra lingue e dialetti; il russo è parlato da circa 45% della popolazione, poco meno dei cittadini ucraini che parlano ucraino. Dedurre da questo che la Russia si possa sentire in diritto di “salvare” i tanti ucraini che parlano russo è una stupidaggine ma è anche pericoloso perché la Russia ha altre piccole enclavi russofone all’interno di nazioni libere ed indipendenti.
Conosco coppie di ucraini in cui il marito parla ucraino e la moglie parla russo senza nessun problema. E’ un come dire che in una coppia italiana il marito parla la lingua italiana e la moglie la lingua sarda.
Oggi gli ucraini che difendono la bandiera ucraina contro l’aggressione russa parlano ucraino ma moltissimi anche russo. Odessa e Mariupol sono città a forte prevalenza di russofoni ma che, nondimeno, stanno combattendo e si preparano a combattere per cacciare l’invasore russo. Cosa diversa è la zona del Donbass, ma limitatamente alle cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk in cui la maggioranza russofona è anche russofila.
L’aggressione dell’esercito russo prende spunto da queste due piccole insignificanti repubbliche e dalla guerra che in esse fa danni e morti da 8 anni, per giustificare l’invasione. E’ giustificato che i Russi possano invadere una regione ucraina solo perche si parla la lingua russa, come hanno già fatto senza colpo ferire con la penisola di Crimea? Spero di no, perché altrimenti i ticinesi potrebbero aspettarsi che truppe italiane occupino Locarno Lugano e Bellinzona o che gli austriaci si impossessino delle vallate sud tirolesi in cui si parla tedesco. L’Ucraina è alla ribalta del mondo ma certamente ne farebbe a meno. La tragedia in atto li dipinge eroi che difendono la propria terra e le loro fiere affermazioni denotano l’orgoglio di appartenenza che molti osservatori non si sarebbero mai aspettato.
Le immagini spesso drammatiche che ci stanno raccontando una guerra in diretta ci danno il senso di un popolo ordinato ed orgoglioso del proprio ruolo. Fa tenerezza vedere, dopo un bombardamento, pattuglie di vigili del fuoco che, in perfetto assetto operativo, cercano di spegnere un incendio di immani proporzioni che non riusciranno mai a domare e lo spirito di solidarietà della gente dei paesi e delle città che condividono con senso di generosità i pochi mezzi di cui dispongono. Sorprende vedere bambini che, fuggiti all’estero con la propria madre lasciando il padre a combattere, rimangono collegati con il proprio insegnate che li segue in didattica a distanza da un sottoscala di Mariupol.
Si respira un senso di solidarietà fra le persone ed un’aria di orgoglio e di rispetto di se stessi che non è facile mantenere vivendo in condizioni al limite della sopportazione ed oltre ; come incute rispetto il contegno decoroso di mamme che lasciano il loro Paese, che è anche difficile e povero, con l’unico sogno di tornarci. La dignità e l’orgoglio con cui giovani ucraini cantano l’inno nazionale nelle piazze di Leopoli o delle città occupate mandano un messaggio chiaro all’invasore. Questa Ucraina si può distruggere ma non sarà mai sottomessa.
Sergio Franchi