Tavolo tecnico a Nettuno per un percorso condiviso e con un linguaggio univoco
Fare rete contro la violenza di genere
Si è tenuto il 12 aprile presso il Forte Sangallo il tavolo tecnico per il contrasto alla violenza di genere organizzato dalla dirigente del settore Servizi Sociali del Comune di Nettuno Margherita e dal Garante dei Minori del Comune di Nettuno Maria Pia Baldo. Presenti i rappresentanti delle Forze dell’ordine con il comandante della Compagnia Carabinieri di Anzio Giulio Pisani e il commissario capo Carmen Canta in rappresentanza del
Primo dirigente Angela Spada, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni, esponenti della Asl Roma 6, delle associazioni e del centro antiviolenza del territorio.
Un primo incontro per “fare rete”, condividere esperienze e competenze e tracciare “un percorso condiviso e con un linguaggio univoco” come ha sottolineato la dottoressa Camarda “per mettere al centro la donna e la vittima di violenza e aiutarla”.
Ad aprire e a coordinare l’incontro la dottoressa Maria Pia Baldo: “Riattivare e rafforzare questa rete tra istituzioni e renderla pienamente operativa è di fondamentale importanza – ha dichiarato – il nostro obiettivo è dare sostegno alle donne e ai loro figli in contrasto al fenomeno della violenza di genere che purtroppo e aumentato in questi due anni di pandemia”.
A seguire è intervenuto il Sindaco di Nettuno Alessandro Coppola. “Sin dall’inizio del mio mandato ho sostenuto e incentivato questo tipo di iniziative perché sono fortemente contro la violenza di genere e contro la violenza in genere – ha esordito – E’ importante aver riunito qui tutte le istituzioni e le forze dell’ordine che hanno un ruolo operativo in quest’ambito. La cooperazione e il coordinamento sono strumenti fondamentali per effettuare un’efficace operazione di contrasto al fenomeno della violenza di genere e dare aiuto e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, ma anche agli anziani e alle fasce più deboli che subiscono soprusi fisici e psicolgici. Ringrazio gli intervenuti e ringrazio sentitamente la dottoressa Margherita Camarda e il garante dell’infanzia del nostro Comune Maria Pia Baldo per la costituzione di questo importante tavolo tecnico. Nessuna donna nel nostro comune dovrà sentirsi sola e abbandonata in balia della violenza. Chi ha bisogno troverà sempre nelle istituzioni che sono qui riunite un porto sicuro in cui chiedere aiuto”.
Al tavolo hanno preso parte anche le forze dell’ordine con la partecipazione di Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale di Nettuno.
“E’ fondamentale la presenza della stato per contrastare la violenza di genere e tutelare la fascia più debole della popolazione - le parole del comandante della Compagnia Carabinieri di Anzio Giulio Pisani - è per svolgere il nostro lavoro questo tipo di collaborazione con la politica e con le realtà locali è di vitale importanza e ringrazio il Comune di Nettuno per questa iniziativa e per il quotidiano contributo che fornisce all’arma dei carabinieri”.
A seguire ha preso la parola la dottoressa Monica Sansoni, Garante per l’infanzia e per l’adolescenza della Regione Lazio.
“Sono contenta di essere qui e ringrazio il Comune di Nettuno per l’attenzione su questo tema – ha dichiarato - Mi auguro che questa giornata di avvio possa portare la formazione di un protocollo di rete perché da sole le singole istituzioni non hanno i mezzi per intervenire in maniera efficace. Coinvolgeremo tutti i comuni e le asl in un progetto per il primo centro antiviolenza per minori che presenteremo il prossimo 19 aprile a Latina”.
Un tavolo tecnico che è solo il primo passo verso la creazione di una struttura operativa che riunisca Comune, Asl, Forze dell’ordine e organi di giustizia che solo insieme possono operare in maniera efficace, come ha sottolineato la dottoressa Margherita Camarda.
“Oggi è stato importante riavviare la rete - ha dichiarato - Abbiamo un network e servizi attivi da anni. Fare rete è semplice, ciò che è complicato è il mantenimento di questa rete che tende a sfilacciarsi. Dobbiamo attuare un percorso condiviso con un linguaggio univoco avendo un approccio integrato. Le singole istituzioni da sole possono fare ben poco e i soli protocolli non bastano più. Adesso, rispetto a 15 anni, siamo più preparati e abbiamo bisogno che la formazione da teorica diventi pratica e che formi le persone che si trovano in prima linea ad affrontare le situazioni di emergenza. Molto è stato fatto, ma dobbiamo fare molto di più. Non dobbiamo perdere nessuna occasione nei nostri territori per inserire l’argomento del contrasto alla violenza di genere facendolo diventare parte della cultura della nostra comunità e del nostro essere. Nessuno può prescindere da questo impegno costante e solo così saremo in grado di creare un modello diffuso”.
Il prossimo incontro del tavolo tecnico prevedrà un incontro con presidi, personale docente e scolastico con l’obiettivo di creare un piano operativo che formi questo personale per affrontare queste situazioni sin dall’emergere dei primi segnali pericolosi con la prevenzione che deve essere il primo strumento di contrasto alla violenza di genere, prima ancora che si configuri il reato.
Ufficio stampa
Comune di Nettuno
DegustAnzio
L’Asscomm-Anzio sta ultimando i preparativi per la quarta edizione di DegustAnzio, prevista per giovedì 26 maggio.
L’evento, già ben rodato, e con evidenti ritorni promozionali e di immagine per tutta la città, consiste in un percorso a piedi organizzato, tracciato su una mappa, ove saranno indicate le attività di ristorazione aderenti con le cantine loro abbinate.
Si potranno pertanto conoscere e degustare I migliori vini del territorio, presentati da personale dedicato e preparato, con la collaborazione dell’istituto Gavio Apicio, grazie alla presenza delle blasonate cantine del nostro territorio, accompagnati da assaggi preparati dai rinomati ristoratori Anziati.
All’interno del percorso sono previste diverse postazioni (anch’esse segnalate sulla mappa) dove band musicali intratterranno I visitatori per rendere ancora più godibile la serata.
Quindi annotate:
DegustAnzio 2022
Giovedì 26 Maggio dalle ore 18.00 alle ore 22.00
Per maggiori info:
degustanzio@gmail.com
Il libro del sociologo giuridico Franco Prina
Gang giovanili
Franco Prina, “Gang giovanili. Perché nascono, chi ne fa parte, come intervenire”, ll Mulino (‘Farsi un’idea’), Bologna, 2019, pp. 136, Euro 11,00.
Le band, o gangs, costituiscono un fenomeno unitario, chiaramente definibile e omogeneo, oppure sono un fenomeno multiforme, complesso e variegato?
Cos’è che accomuna le bande di immigrati alle bande autoctone?
Perché alcune bande hanno legami diretti e stretti con la malavita organizzata, altre invece sono costituite in maniera contingente, fluida e spontanea; alcune hanno finalità specifiche di tipo predatorio o addirittura omicidiarie, mentre per altre l’atto criminose o predatorio è solo una conseguenza estrema di altre azioni che sono invece più di significato identitario, simbolico- aggregativo o etnico.
Generalmente si pensa che il fenomeno delle gang giovanili sia un fenomeno relativamente nuovo da far risalire tutt’al più agli anni 50 del secolo appena trascorso, l’autore invece fa risalire la genesi alle prime grandi urbanizzazioni del 1500, -agli albori del capitalismo-, ma è alla metà dell’800, in piena rivoluzione industriale, che il fenomeno si espande quantitativamente e qualitativamente, creando attenzione e allarme pubblico (cfr. p. 37).
Successivamente, nei primi decenni del 900, soprattutto nelle grandi città statunitensi si assiste a una crescita diffuso delle gangs, nei quartieri dove terminano i grandi flussi migratori da tutto il pianeta: irlandesi, cinesi, italiani, ebrei…, il fenomeno poi si consolida e si diffonde con la grande depressione degli anni 30.
Gli spunti aggregativi sono per lo più il controllo del territorio, gli atti predatori e vandalici, di co-offender e prevaricazione, fino ad arrivare ai giorni nostri, nelle metropoli, nei centri urbani, ma anche nella diffusa e ‘tranquilla’ provincia, in Italia e altrove, dove aggregazioni si formano -anche in maniera estemporanea- con motivazioni più varie: identitarie, di visibilità sociale, ma anche semplicemente per vincere la noia, la povertà di offerta socio-culturale, la deprivazione educativa e aggregazionistica, magari lo spunto è quello del lancio di sassi sulle auto di passaggio.
Bande e gangs criminali, delinquenziali o ‘astensionistiche’, le traditional gang, le specialty gang, drug gang ecc. (cfr. p. 39 e da p. 56 a 59). Dai tedd y boys degli anni 50, gli hell’s angel, i blusons noir francesi, i rockers e mods inglesi le attuali maras e padrilla degli immigrati sudamericani di prima seconda o terza generazione, poi, con caratteristiche più territoriali, le bande legate alla camorra, o più semplicemente le cosiddette ‘paranze dei bambini’: minorenni guidati occasionalmente dal più forte e prepotente o con più carisma che si aggregano per il compimento occasionali di atti predatori nei confronti di coetanei per lo più per appropriarsi di beni di moda e/o ‘simbolici’ (telefonini, smarts, giubbotti, bike ecc.), o più banalmente nei confronti di chi è diverso, più debole, chi in quel preciso momento si trova da solo, o chi inconsapevolmente trasgredisce codici prescrittivi interni alla gang stessa.
“In Italia non esistono, nelle statistiche penali ufficiali, dati ricavati da qualche forma di registrazione… di un oggetto ‘banda’ (o gang), per il semplice fatto che non se ne trova una definizione in nessuna legge.
In questo senso possiamo dire… che non disponiamo di dati ufficiali sul fenomeno”(p.73), anche se poi esiste il reato di ’concorso’ e ‘associazione’, che però non sono rilevanti in merito alla categoria socio-statistica dello specifico oggetto ‘banda’(o gang).
Indicatori ‘prossimi’ che possono fornire una stima in merito sono quelli riguardanti il fenomeno della delinquenza minorile e, in parte, giovanile.
Questo tipo di dati – sostiene l’autore del libro - ci dicono che nell’arco ampio di venti anni il fenomeno è sostanzialmente stabile, anche se poi presenta delle oscillazioni da anno ad anno, mentre da un punto di vista qualitativo assistiamo a una lenta ma progressiva ‘femminilizzazione’ dei reati minorili, aumento degli infraquattordicenni e anche dell’efferatezza dei reati e di quelli legati a pratiche di bullismo e cyberbullismo. (p.75 e sgg.).
Gli stranieri (compreso gli appartenenti alle etnie Rom) sottoposti, a vario titolo, a provvedimenti di specie rappresentano, nel 2016, circa il 43%”.
L’autore: Franco Prina, docente di Sociologia Giuridica e della Devianza all’univ. di Torino, in queste pagine analizza un fenomeno che è estremamente complesso, differenziato, mutevole, ma anche universale, in occidente come in oriente, nelle megalopoli come anche nei centri più piccoli.
Universale e planetario che però varia, modulandosi a seconda delle circostanze storico sociali, variando in maniera peculiare da un contesto all’altro, da una realtà all’altra. Il risultato è un testo di facile comprensione e che fornisce una prima, importante mappatura del fenomeno, utile come base di partenza per chi vuole studiare ed approfondire la tematica, ma anche per chi intende solo farsi un’idea sull’argomento anche alla luce dei sempre più allarmanti fatti di cronaca generati, pare, dalle limitazioni e restrizioni degli spazi e dinamiche relazionali imposte dalla pandemia.
Giuseppe Chitarrini