Cambi di umore e modifiche toponomastiche stradali. Alcuni avvenimenti sulle intitolazioni delle strade ricostruiti da Silvano Casaldi
25 aprile - Anniversario della Liberazione
Sono passati diciotto anni dal giorno che il presidente delle Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, conferì alle città di Anzio e Nettuno la Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Era il 25 aprile 2004 e al Quirinale erano presenti quasi tutti i consiglieri delle due amministrazioni comunali, fieri di seguire dal vivo l’atto di consegna sui gonfaloni delle due città di quell’importante riconoscimento dalla massima istituzione democratica del Paese.
I sindaci delle due città di Nettuno e Anzio, avevano celebrato tre mesi prima (22 gennaio) il 60° anniversario dello sbarco anglo-americano.
Nei preparativi di quell’avvenimento giunse notizia dell’apertura dei termini per le richieste delle onorificenze per il 59° anniversario della Liberazione e i funzionari dei due Comuni avevano inoltrato la richiesta al Capo dello Stato. La motivazione della richiesta si basava soprattutto sugli avvenimenti dello sbarco alleato, ma anche sugli esodi delle popolazioni durante l’occupazione tedesca e il periodo in cui il territorio era diventato un campo di battaglia con il susseguente trasferimento nel sud d’Italia.
Ad Anzio esistono strade che ricordano molti degli avvenimenti di quell’epoca: Piazzale Raffaele Palomba, Via Claudio Paolini, Via Mimma Pollastrini, Via Marco Ambrosini, Via Davide Alessandrelli; mentre non è stata ricordata Anna Mingiacchi, uccisa da un soldato tedesco ubriaco perché non volle servirgli il vino dopo l’orario di chiusura.
A Nettuno, invece, il Consiglio Comunale, subito dopo la guerra, fece modificare la lapide che ricordava la visita del re Umberto I (1906) con la scritta dell’insurrezione contri i Nazi-Fascisti, sbagliando però la data (8 settembre) mentre l’insurrezione iniziò il 9 settembre 1943. Inoltre, il 16 luglio 1947, si limitò alle modifiche di alcune strade: la Via Duca degli Abruzzi fu modifica in Via del Martiri dei Nazi-Fascisti (la proposta della Commissione era: Scalinata dei Martiri e Via del Martiri riportando i nomi di Picchioni Antonio, Usicco Giovanni e altri); della stessa epoca è la modifica del Piazzale della Stazione in Piazza 9 settembre 1943 – Giorno dell’insurrezione nettunese.
Sempre a Nettuno, il 25 novembre 1947 il sindaco Mario De Franceschi fece modificare la Via del Poligono in Via della 1a Testa di Ponte della Liberazione a seguito delle controversie con il sindaco di Anzio Malvito Vecchiarelli a riguardo degli aiuti alle popolazioni da parte della città statunitense di Dunkirk, nello Stato di New York, il quale, come sindaco di Anzio, aveva intitolato Via Dunkirk il tratto della via al limite del confine con Nettuno (l’attuale Via Gramsci).
Ad Anzio, con il cambio dell’amministrazione, via Dunkirk sparì e con essa anche il ricordo di chi con partecipazione affettiva e rinuncia personale, aveva in qualche maniera dato sollievo a tantissimi cittadini (il sindaco De Franceschi affermò in un’intervista che con gli aiuti americani i nettunesi ci andarono avanti per un paio d’anni).
Vent’anni dopo, a Nettuno il 7 ottobre 1967, il Consiglio Comunale, effettuò altre sostanziali modifiche alla toponomastica stradale: 1) Via della 1a Testa di Ponte della Liberazione venne riassunta in Via della Liberazione (senza dibattito o chiarimenti); 2) Via dei Martiri dei Nazi-Fascisti in Via della Resistenza Nettunese. (La proposta della Commissione era Via dei Martiri.
Su questa modifica ci fu dibattito: Orlando Sugamosto disse di mantenere la vecchia denominazione, il sindaco Bruno Lazzaro affermò che la modifica era necessaria in quanto veniva spesso denominata Via dei Martiri Fascisti e proponeva Via del Partigiano; Mirto Cochi propose Via dei Partigiani; l’assessore Felice Selva propose Via della Resistenza; Carlo Casaldi insisteva a mantenere la stessa denominazione in quanto - disse - in questa via furono fucilati due giovani nettunesi (questi giovani non erano indicati e non potevano essere Antonio Picchioni, di trent’anni sposato e con quattro figli, e non poteva essere Giovanni Usicco di cinquant’anni di età. Il primo ucciso con una bomba a mano e l’altro con un colpo di pistola alla nuca, n.d.r.); Angelo Eufemi propose che la via fosse intestata direttamente ai nomi dei due giovani trucidati dai tedeschi (chi fossero questi due giovani però non era specificato). All’approvazione della Via della Resistenza Nettunese votò contro solo Carlo Casaldi in quanto disse che Via della Resistenza Nettunese non significava niente. La resistenza – affermò – si svolse in tutto il territorio del Comune, mentre l’eccidio dei Martiri, da parte dei tedeschi, si verificò esattamente in quella via).
Silvano Casaldi