L’invito di UPA: se un servizio non funziona gli utenti devono reagire
Cittadini fatevi sentire
Ogni anno, da molti anni a questa parte, i cittadini dei quartieri di Anzio devono subire la penosa situazione di vedere le loro strade invase da rifiuti di ogni genere ed il servizio di raccolta che non riesce a dare risposte di efficienza. Onestà intellettuale impone però di affermare, senza ombra di dubbio, che una parte della responsabilità della situazione di forte degrado ricade sulle spalle di molti cittadini che a chiamare incivili si fa loro solo un complimento. Tantissimi sono coloro che preferiscono gettare i loro rifiuti ai bordi delle strade e circa la metà degli utenti non pagano nemmeno la tassa che serve per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento. Fatto che, da solo, basterebbe a decretare il fallimento di qualsiasi istituzione privata. Spesso, ho avuto occasione di verificare che, molti di coloro che se ne fregano dell’ambiente e gettano tutto ovunque, sono gli stessi che continuano a fregarsene anche quando arriva la bolletta della TARI. Questo può accadere se il servizio di riscossione è tollerante con il danaro degli altri e quando i servizi di controllo del territorio sono incapaci di costituire il forte deterrente necessario al perpetuarsi di comportamenti illegali ed anti-sociali. Le responsabilità dei dirigenti includono anche quelle di educare gli incivili e di convincere gli evasori; essi hanno, per le legge, gli strumenti necessari a raggiungere livelli di efficienza. La situazione è ormai radicata e consolidata sul territorio e sarebbe necessario uno shock organizzativo e manageriale per invertire la tendenza ma non si vede nessun segno di forte impatto. Il nuovo contratto di gestione del servizio e coloro che sono chiamati a gestirlo non danno l’impressione di poter invertire il corso delle cose. Ogni anno, in estate, le lagnanze fioccano, i cittadini inveiscono, specialmente i tanti proprietari di seconde case che pagano un’IMU esosa ed una TARI a tariffa piena per passare un mese di vacanza nella loro casa ad Anzio. Negli ultimi anni Uniti Per l’Ambiente ha organizzato raccolte firme per dare peso all’indignazione della gente, altre associazioni e comitati hanno fatto sentire la propria voce con varie modalità inclusi esposti e denunce all’AG e presso la Corte dei Conti, ma non hanno contribuito a modificare la situazione. In mancanza di una forte inversione di tendenza, di cui non si vedono segnali apprezzabili, i cittadini di Anzio, ed in particolar modo quelli di Lavinio, Lido dei Pini, Sacida Cincinnato, Colonia, Falasche, Marechiaro, ecc si devono preparare a subire l’ennesima estate nella “monnezza”. Anche quest’anno Uniti Per l’Ambiente attiverà servizi di controllo del territorio e cercherà di amplificare la voce dei cittadini indignati ma, forse, questo non basterà. Allora i cittadini devono anche singolarmente manifestare il proprio dissenso. Gli amministratori lungimiranti cercano di mantenere ed accrescere il consenso incanalando la partecipazione dei cittadini entro i limiti che le responsabilità amministrative e le modalità democratiche consentono; quelli miopi rifiutano la partecipazione costruttiva dei cittadini e sbagliano. Il potere dei cittadini è immenso, ma molti non lo sanno ed esso non si esercita solo, in modo politico, col diritto di voto ma anche con atti formali amministrativi durante la gestione. In caso di disservizio grave i cittadini devono far sentire il loro reclamo e la loro richiesta di ritorno alla normalità. La legge da al cittadino il diritto di accedere a tutti gli atti non secretati ed a tutti gli atti amministrativi dell’Amministrazione Comunale e la norma gli assicura il diritto di un riscontro. Il cittadino può “mettere in mora” un responsabile di un servizio comunale per un’attività ritenuta dannosa o comunque lesiva di un proprio diritto. Insomma il cittadino può far sentire la propria voce e se lo farà con ragione e nel modo appropriato dovrà essere ascoltato perché è nei doveri di ufficio dell’amministratore ascoltarlo. Se si verificheranno le condizioni di degrado che si sono verificate negli ultimi anni a causa del disservizio relativo alla raccolga e lo smaltimento dei rifiuti, i cittadini dovranno fare segnalazioni specifiche e circostanziate e formalizzarle con un raccomandata o con un lettera di posta elettronica certificata indirizzandole a
Comune di Anzio Ufficio Ambiente
protocollo.comuneanzio@
pec.it
Info: segretariogenerale.comuneanzio @pec.it
Copia dovrà essere sempre inviata per conoscenza al Segretario Generale del Comune di Anzio che giova ricordare è il responsabile del funzionamento e della trasparenza dell’amministrazione comunale. Uniti Per l’Ambiente (unitiperlambiente1@gmail.com) sarà al fianco e fornirà l’ assistenza per compiere queste che sono azioni significative e necessarie a stabilire indispensabili rapporti di equa collaborazione fra cittadini ed istituzione comunale. Nel caso che il disservizio assuma i caratteri tali da rappresentare un pericolo generalizzato i cittadini devono segnalarlo all’autorità di Pubblica Sicurezza. Giova ricordare che il diritto di accesso agli atti è garantito anche al singolo cittadino e che tale diritto non è delegabile come non sono delegabili gli esposti, le denunce e le querele. Le associazioni dei cittadini non si possono sostituire al singolo cittadino nel far valere diritti di questo tipo. Come ogni anno verranno segnalate sui social, alle associazioni ed ai Comitati, disservizi e condizioni moleste, come quella dei miasmi segnalati come provenienti dalla centrale biogas. Tale segnalazioni avranno un valore ed un peso solo quando essere verranno rivolte alle autorità a cui è dovuto l’onere di porvi rimedio ovvero di procedere per verificarne l’ipotesi di reato. Per quanto mi riguarda sarò ben propenso a rivedere, col relativo spargimento di cenere sul capo, la mia visione pessimistica in presenza di fatti capaci di confutarne i contenuti
Sergio Franchi
Nettuno è stata insignita della medaglia d’oro
La Liberazione
Nettuno è stata insignita della medaglia d’oro al Merito Civile per essere stata sottoposta, dopo lo sbarco angloamericano del 22 gennaio 1944, a dure evacuazioni, rappresaglie, rastrellamenti e soprattutto a bombardamenti che la distrussero completamente.
Il 19 settembre 1943, dopo l’armistizio dell’8, i Tedeschi avevano occupato Nettunia, come allora si chiamavano le due cittadine contigue rivierasche di Anzio e Nettuno per volere di Mussolini, e ne decretarono lo sgombero forzato dei suoi abitanti. Il triste esodo iniziò il 23 settembre e andò avanti fino al 12 ottobre. Per chi rimaneva c’era la pena di morte. Ci si doveva allontanare almeno 5 Km. dalla costa ed i Nettunesi si sparpagliarono per le campagne circostanti; molti si rifugiarono alla pineta della Campana o nelle baracche abbandonate dai fascisti.
Intanto i Tedeschi minarono le vie d’accesso al paese e le fecero esplodere. Con lo sbarco degli Alleati, per i Nettunesi la vita divenne impossibile. Molti furono evacuati nel sud Italia, quelli che rimasero nelle campagne, sotto le bombe che cadevano incessantemente, furono costretti anch’essi a trovare altre soluzioni. Terminata la guerra, finalmente, con la Liberazione del 25 aprile 1945, i profughi rientrarono a Nettuno e la trovarono devastata, irriconoscibile. Però non si persero d’animo e si diedero da fare per la ricostruzione. Essendo poche le abitazioni rimaste, molte famiglie vissero per anni in sub affitto come al Palazzo Giacchetti, nei sottoscala.
Oppure si dovettero adattare ad abitare al Casermone, sull’attuale Via della Liberazione, dopo il curvone, dietro San Rocco. Spesso, nelle case non c’erano i servizi igienici, ma la voglia di ricominciare non mancava. Nacque subito dopo lo sbarco l’American Cemetery and Memorial, dapprima come Cimitero momentaneo, poi dal 1956 permanente, con la sepoltura dei caduti americani dello sbarco e della testa di ponte, della campagna di Sicilia, dello sbarco di Salerno. Ricordiamo che è notevole, occupando 35 ettari con 7.862 tombe. Vicino al mare, al confine tra Anzio e Nettuno ( le due cittadine tornarono a dividersi dopo la guerra), vi è un monumento per la pace. Consiste nella testa di un guerriero che guarda il mare, racchiusa in un elmo ed è stata realizzata con i rottami di guerra dall’Architetto Amerigo Tot su un bunker tedesco. La festa della Liberazione è molto importante per Anzio e Nettuno, come per tutta l’Italia, soprattutto in questo triste periodo di guerra, morti e distruzioni in Ucraina. L’esempio di quei cittadini che si rimboccarono le maniche deve farci riflettere ed ammonirci a non disperare, guardando con fiducia ad un futuro migliore.
R.C.