Maxi piano di investimenti da 70 milioni della Regione
Lazio e ricerca
“Il Lazio da ormai quattro anni è leader nella ricerca e nell’innovazione.
Significa aver investito, bene, sui giovani e sulle loro capacità. Siamo la prima Regione insieme alla Lombardia per numero di start up nate e per ‘idee’.
Oggi tentiamo di ‘superare’ i nostri cugini con un nuovo progetto rivolto ai ricercatori italiani. Vogliamo ridurre il gap rispetto agli altri paesi, tenerci stretti i nostri ragazzi.
Perché possano affermarsi dove sono nati e dare il loro contributo alla crescita del loro Paese.
Grazie al bando “Fare ricerca” mettiamo in campo un investimento di 70 milioni in 7 anni (10 all’anno) rivolto a ricercatori strutturati e precari, universitari e non, compresi gli assegnisti di ricerca, con reddito lordo annuo inferiore a 63mila euro che operano nel Lazio.
La ricerca e l’innovazione sono il nostro futuro. Noi ci siamo. Un ringraziamento al presidente Zingaretti e a tutta la giunta per questo straordinario risultato”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano.
Tutti gli istituti hanno rifiutato il finanziamento con la fidejussione del Comune
Capo d’Anzio: no delle banche
Nel consiglio comunale del 15 dicembre scorso è stata approvata la fidejussione di un milione e mezzo di euro alla Capo d’Anzio. In pratica si trattava di una garanzia per un prestito che la società partecipata avrebbe chiesto in banca per investire in lavori ormai urgenti, che garantissero ricavi da ormeggi tali da consentire la sopravvivenza della società in attesa dell’ennesimo bando per la ormai leggendaria costruzione del nuovo porto.
“Decisone storica” del consiglio comunale, la definì l’amministratore delegato ingegner Ievolella, lo stesso che oggi è costretto ad ammettere l’inutilità della garanzia. “Piano finanziario preciso” ci rassicurò il Sindaco.
Poi l’operazione sembrò sospesa, per motivi poco chiari. Oggi tramite accesso agli atti con richiesta di chiarimenti direttamente all’Amministratore Delegato della società, questi motivi diventano chiarissimi. Sono state interpellate diverse banche e tutte hanno rifiutato il finanziamento considerando la garanzia del Comune non spendibile a livello bancario. Carta straccia dunque, tanto che la Capo d’Anzio restituirà al comune la fidejussione, che non ha prodotto alcun finanziamento.
L’amministratore delegato sottolinea anche che la prima richiesta al comune era stata di liquidità e non di garanzia.
Forse già sapeva che non sarebbe servita a niente. Non avevamo quindi torto quando votammo contrari sostenendo che non c’era chiarezza su tutta l’operazione.
Cosa accade adesso? Senza la liquidità necessaria per i lavori urgenti, senza garanzie spendibili, e con le imminenti dimissioni già annunciate del Presidente e dell’amministratore delegato, come andrà avanti la società già gravata da ingenti debiti e da numerosi contenziosi?
Sono domande che porremo direttamente al Sindaco nel prossimo consiglio comunale affinché si faccia chiarezza e si dica ai cittadini quali sono le reali possibilità di sopravvivenza della Capo d’Anzio e dell’intera economia del porto.
Foto Valerio Cosmi
M5S Anzio
Alessio Guain
Rita Pollastrini