ni di privati e associazioni che chiedono di correggere la delibera sulla rigenerazione urbana, costringendo la commissione urbanistica ad aggiornarsi nuovamente sul punto prima di procedere con l’iter inviando la documentazione alla Regione Lazio. È stato il consigliere della Lega Roberto Boi, al termine della commissione urbanistica del 30 gennaio scorso, a far presente l’assenza di due osservazioni protocollate prima della scadenza dei termini e sfuggite all’attenzione degli uffici dell’ente, entrambe per chiedere di escludere 12 ettari di terreno agricolo a Casalazzara dalle possibilità edificatorie e di riconversione rese possibili proprio dalla delibera attuativa della Legge Regionale. L’amministrazione, che poco prima aveva di fatto respinto la quasi totalità delle osservazioni portate in discussione, si è vista costretta ad aggiornare la seduta per poter esaminare anche le due nuove proposte. Una distrazione che di fatto rallenta l’iter per l’approvazione definitiva del piano. Senza troppi giri di parole infatti, il privato, titolare della concessione per la fonte di acqua minerale “San Vincenzo” per la durata di 25 anni e il comitato di quartiere della zona di Casalazzara “Borghi Rurali”, chiedono al Comune di salvaguardare 12 ettari di terreno agricolo a Casalazzara. La normativa regionale di riferimento infatti, stabilisce che gli interventi su edifici collocati nelle aree ricadenti in zone di salvaguardia dei campi pozzi sono subordinati al rispetto delle condizioni di trasformabilità definite dai provvedimenti di individuazione delle aree di salvaguardia stesse; pertanto all’amministrazione è stato chiesto di specificare se la tutela paesaggistica e ambientale sia fatta valere solo in riferimento a edifici esistenti oppure anche agli interventi ex novo, quali potrebbero essere quelli derivanti da operazioni di ristrutturazione urbanistica o di delocalizzazione. Dal canto suo il Comitato Borghi Rurali ha chiesto di escludere 12 ettari di terreno situati tra via Pontina Vecchia e via dei Rutuli dalla perimetrazione del territorio urbano urbanizzato, trattandosi invece di una zona che il piano regolatore del 1973 individua come zona agricola e a coltura. Spetterà ora al Comune dissipare i dubbi, generati anche dalla stratificazione negli anni tra le previsioni urbanistiche del PRG del 1973, la variante di recupero dei nuclei spontanei e il Piano Asi. Nel frattempo, in relazione alle osservazioni già discusse, l’amministrazione sembra decisa a procedere seguendo una tabella di marcia già delineata. “Accogliamo volentieri i consigli dell’Assinarch – ha rimarcato l’assessore Salvatore Codispoti – ma abbiamo concepito il piano attenendoci a quanto prevede la legge e attraverso un confronto serrato con la Regione”.
La replica del Comune
L’amministrazione che non ha accettato di buon grado l’osservazione del consigliere della Lega Roberto Boi, di aver dimenticato di portare in discussione durante la commissione urbanistica di giovedì scorso le due osservazioni presentate della Fonte di San Vincenzo e del Comitato Borghi Rurali per sottrarre 12 ettari di terreno agricolo a Casalazzara dalle possibilità edificatorie aperte dalla Rigenerazione Urbana, a distanza di 24 ore ha risposto con tono piccato, parlando anche di una strumentalizzazione.
“Nessuna osservazione è stata dimenticata – ha replicato il Comune, per voce dell’assessore all’urbanistica Salvatore Codispoti – le due osservazioni in questione sono state protocollate durante la fase di pubblicazione dell’atto e fuori dalla finestra temporale di 30 giorni utile a presentare le osservazioni e le opposizioni, dal 9 novembre al 9 dicembre 2019. È per questo motivo che gli uffici del Comune, cercando tra i documenti protocollati all’interno dell’arco di tempo indicato, non hanno rinvenuto i due atti, che non sono stati quindi presi in considerazione per la discussione in commissione”.
Effettivamente le due osservazioni sfuggite all’esame, portano la data di protocollo del 22 ottobre 2019, il periodo di pubblicazione della delibera approvata il 27 luglio, mentre per controdedurre al piano bisognava aspettare il 9 novembre. Una spiegazione all’increscioso equivoco, quella resa dall’assessore Codispoti, molto più chiara rispetto al manifesto affisso dal Comune per avvisare i cittadini della possibilità di presentare osservazioni al piano, nella stesura del quale sono state usate parole che hanno finito per far cadere in errore i due proponenti. Basta leggere l’avviso pubblico stampato sul manifesto affisso all’esterno del municipio di piazza Roma, per accorgersi del passaggio che ha tratto in inganno i cittadini. “A far data dal 10 ottobre 2019 l’atto è depositato anche in forma cartacea, per la durata di trenta giorni consecutivi, presso gli uffici della segreteria generale di piazza Roma nei giorni e negli orari di apertura al pubblico. Fino a 30 giorni dopo la scadenza del periodo di deposito e pertanto fino al 9 dicembre, chiunque ne abbia l’interesse potrà presentare eventuali osservazioni o opposizione all’atto”. Quel “fino a 30 giorni”, espressione ricorrente anche in delibera – ha contribuito a generare confusione, precisando solo il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni ma non definendo in maniera chiara l’inizio della fase di presentazione: nessuna traccia della data fissata al 9 novembre per l’avvio dell’iter. Proprio la difficoltà di interpretazione ha generato un disguido di cui l’amministrazione ha potuto accorgersi e correre ai ripari anche grazie alla segnalazione dell’opposizione.
“Benchè giunte prima del tempo indicato – assicura l’assessore Codispoti – gli uffici sono già il lavoro per prenderne in esame i contenuti e consentire alla commissione di esprimere un parere, per garantire la massima partecipazione possibile delle realtà sociali”.
L’accusa di Boi:
“Assessore contraddittorio”
“L’atteggiamento di attacco da parte dell’assessore all’urbanistica contraddice quanto concordato in commissione e pare dettato dalla linea politica di una maggioranza che ha mal digerito le mie battaglie a difesa dell’ambiente in quella zona”.
Parole, quelle usate dal capogruppo della Lega Roberto Boi, per respingere al mittente l’accusa di aver strumentalizzato la svista del Comune, che giovedì ha dimenticato di portare in discussione due delle osservazioni alla delibera sulla rigenerazione urbana, volte a sottrarre dal piano 12 ettari di terreno agricolo a Casalazzara. A segnalare il problema in commissione era stato proprio il consigliere della Lega e successivamente con una nota stampa a firma dell’assessore all’urbanistica Salvatore Codispoti, l’amministrazione oltre a precisare che le stesse sono state tagliate fuori perché presentate troppo presto, prima della presunta data di inizio per le controdeduzioni al piano ha accusato chi “continua a gridare al lupo al lupo per conquistare i titoli dei giornali (…) mosso da interessi di parte” . “Personalmente e come partito – ha voluto precisare Boi sentendosi chiamato in causa – non abbiamo attaccato mai il lavoro svolto, proprio in ragione dell’importanza che il tema riveste per lo sviluppo controllato della città. Nessuna strumentalizzazione è stata fatta rispetto all’errore o dimenticanza di non aver portato due osservazioni in discussione, né chiesto visibilità, ma ho saputo dai rappresentanti del comitato presenti in aula dell’assenza delle loro osservazioni e chiesto di convocare una seduta in tempi brevi per chiudere la partita il più presto possibile. Incomprensibile, dopo il clima disteso e collaborativo respirato in aula, l’atteggiamento dell’assessore”.
Il commissario della Lega contesta la linea del Comune di Aprilia anche per quanto riguarda la scadenza dei termini, ritenendo che le osservazioni della Fonte di San Vincenzo e del Comitato Borghi Rurali verranno discusse non per una concessione della maggioranza, ma perché legittime.
“Ben comprensibile dal manifesto e dalla delibera il termine ultimo di presentazione delle osservazioni – conclude il capogruppo della Lega - ma non la data di inizio. Va ricordato che trattandosi di un documento pubblicato sull’albo pretorio dall’8 agosto è comunque legittima la presentazione di osservazioni in via ordinaria entro 60 giorni con scadenza 22 ottobre, possibilità estesa dall’amministrazione fino a dicembre. In ogni caso gli uffici avrebbero potuto avvisare i proponenti di ripresentare le osservazioni entro i termini”.
Francesca Cavallin