I pro ed i contro la realizzazione a scapito dei parcheggi
Ciclabile a Gattone
La pista ciclabile sbarca anche a Gattone. Pur con qualche comprensibile ritardo sulla tabella di marcia, continuano i lavori per rendere la città di Aprilia più sostenibile da un punto di vista della mobilità. Nelle scorse ore, infatti, come già avvenuto in via Toscanini ed in altre zone del centro urbano, in via Carroceto sono stati installati i dissuasori che delimitano la corsia di marcia dalla pista ciclabile. L’opera di adeguamento stradale interesserà tutta l’area residenziale del quartiere Gattone e andrà a collegarsi con la ciclabile che passa per i licei Meucci e Rosselli e si congiunge con quella che va in direzione di via Cattaneo. Il progetto rientra in quello approvato nel 2021 relativo al Pinqua, con un finanziamento totale di circa un milione di euro, che prevedeva la realizzazione di un collegamento ciclopedonale del quartiere Primo, quartiere Toscanini, centro urbano e l’area della stazione ferroviaria. Insomma, uno strumento importante per chi vuole raggiungere il centro di Aprilia in bicicletta, lasciando l’auto a casa. Come sempre le novità spaccano l’opinione pubblica.
Anche quando la ciclabile sbarcò in via Toscanini e nel tratto iniziale di via Carroceto i residenti ed i commercianti della zona espressero giudizi contrastanti. Da una parte c’è chi vede con positività l’arrivo della pista ciclabile anche al di fuori del centro urbano. Secondo questa “corrente”, il collegamento ciclopedonale consentirà ai ragazzi che vivono nel quartiere di Gattone di spostarsi in tutta sicurezza verso i due licei Meucci e Rosselli, senza alcun bisogno di essere accompagnati in auto dai genitori, e verso le zone centrali di Aprilia. Dall’altra, invece, c’è chi pensa che il progetto possa creare ulteriori disagi al traffico, oltre che maggiori pericoli per la sicurezza dei pedoni stessi. Senza dimenticare l’annoso problema dei parcheggi che, sul lato sinistro della carreggiata, sono spariti per fare posto alla pista ciclopedonale.
“Temo che avremo un problema relativo ai parcheggi – ci confida un commerciante della zona – fermarsi in via Carroceto era già complicato prima, figuriamoci ora che un discreto margine di una corsia è stato destinato ai pedoni e alle biciclette. Speriamo che non ci saranno grandi disagi e che alla fine questa pista venga realmente utilizzata dalle persone. Altrimenti, in caso contrario, sarebbe una vera beffa aver perso spazi per la sosta”.
“Secondo me sarà un’opera molto utile per i residenti e per chi non ha un veicolo per spostarsi – spiega fiducioso un ragazzo che vive a Gattone – come tutte le novità ci vorrà del tempo prima che le persone si abituino ma alla fine l’opera si rivelerà un beneficio per tutti”.
Alessandro Piazzolla
Un lavoro pedagogico per stimolare i bambini e rivitalizzare tanti particolari brutti
L’importanza di dare colore
Prima c’è stato un sopralluogo delle cassette e una relativa annotazione di quelle da sostituire. Poi le metto in sicurezza dipingendo con il quarzo, che incolla la vetroresina, la quale con il tempo si sfalda. Solo dopo inizio a dipingerle. Come può vedere, il progetto tiene conto di molti fattori. Chi dipinge è dichiarato nella convenzione, poiché nelle cassette passa l’alta tensione ed è giusto sapere chi opera. Ho anche sottoscritto un’assicurazione di responsabilità civile e personale; non è una cosa campata in aria. Inoltre, la proprietà desidera presentarsi con un’immagine diversa, attenta alle problematiche dei più piccoli. Quello che faccio è un lavoro pedagogico: l’importanza di dare colori (nel rispetto anche del codice della strada) ai bambini.
Le casette sono progettate per stimolarli ogni cassetta ha un nome di bambino. Come i genitori si impegnano a creare momenti di dialogo e stimoli per i propri figli, anche la società ha la possibilità di farlo attraverso l’arredo urbano. La ricerca della cassetta con il proprio nome da l’opportunità di scoprire e conoscere la città in cui si vive. Abbiamo un gruppo su Fb “Associazione momenti di gioco”, dove c’è un post specifico in cui ci si prenota... Solo il nome perché il luogo e il disegno sono una sorpresa (spesso alcune cassette quelle rigate sono difficili da disegnare, quindi devo elaborare certi disegni) il tutto è reso pubblico nel gruppo, tutti possono vedere l’elenco.
C’è anche un link dove cercare il proprio nome e a lato le vie dove si trovano le cassette. Inoltre è inclusivo per una società moderna ci sono nomi di bambini, rumeni, indiani, israeliani... e russi... e aperto a tutti, perché tutti compongono la società in cui viviamo.
Nei primi tre anni di vita del bambino, più stimoli (cose, colori, suoni e tatto) vengono offerti, più il cervello immagazzina e poi elabora. Questi primi tre anni sono fondamentali per l’apprendimento. I genitori moderni sono attenti a questo: molti asili privati offrono svariate lezioni di musica e laboratori, seguendo questa filosofia. Poiché il bambino recepisce anche quando è fuori casa, perché non sfruttare l’opportunità che anche la società crei occasioni di stimolo per i bambini? Ecco perché ho chiesto all’Enel di utilizzare le sue strutture, che rimangono a un’altezza accessibile ai bimbi fino ai 5/6 anni, per contribuire allo sviluppo dei più piccoli.”
In questo contesto di conflitto e dialogo, si delinea un’opportunità imperdibile: la possibilità di creare una comunità più coesa e consapevole.
Le opere di Agnese Battistin non sono solo murales, ma veri e propri dialoghi visivi che ci invitano a riflettere sull’importanza della bellezza condivisa. In un mondo dove il grigio sembra predominare, l’arte diventa un atto di coraggio, un invito a riscoprire il valore della cultura e della comunità. In fondo, ogni colore aggiunto è un passo verso una città più viva e inclusiva, dove ognuno può trovare il proprio posto, esprimendo il diritto di essere parte di qualcosa di più grande.
C.C.