La struttura di via delle Margherite era finita nella relazione della commissione d’accesso
Piscina comunale chiusa
Un anno fa di questi tempi gli apriliani potevano già godersi il sole a bordo piscina con tanto di ombrellone e lettino a due passi da casa. Una situazione ideale per chi, magari, non voleva o non poteva recarsi al mare. Un servizio confortevole attivo tutto il giorno, dalla mattina al tardo pomeriggio. Si perché la piscina comunale dell’ex Cral aveva già aperto i battenti da circa una settimana. A distanza di 365 giorni tutto è cambiato. In negativo.
Oggi la situazione è radicalmente mutata. La stagione estiva degli apriliani, abituati da sempre a prendere il sole e a concedersi un po’ di relax nella struttura di via delle Margherite sembra essere un ricordo lontano.
Lontanissimo. La piscina comunale, infatti, ad oggi è chiusa al pubblico al pari di altre strutture di proprietà dell’ente di piazza Roma. E, da quello che filtra, non riaprirà i battenti per quest’anno. Un vero peccato perché molti apriliani erano pronti ad affollare nuovamente la piscina di via delle Margherite. Soprattutto con l’arrivo della stagione estiva e dei primi caldi torridi, l’ex Cral sarebbe stata una soluzione ideale per anziani e bimbi perché, oltretutto, garantiva sconti extra per determinate fasce sociali venendo incontro anche a chi magari non poteva permettersi una vacanza fuori città. Nelle settimane passate l’ex Cral era finito, suo malgrado, all’interno della relazione prodotta dalla commissione d’accesso e inviata poi all’attenzione del prefetto di Latina e del ministro degli Interni Matteo Piantendosi. In particolare, i fari degli investigatori avevano puntato con decisione la gestione del chiosco bar in mano ad un capo clan.
“Da verifiche in loco della guardia di finanza e dagli accertamenti dell’organo ispettivo – si legge nelle carte prodotte dalle forze dell’ordine – risulta che il suddetto punto di ristoro è gestito, di fatto, da un membro di una nota famiglia criminale nonché affine del capo clan del locale sodalizio apriliano in assenza delle prescritte autorizzazioni amministrative e sanitarie. Tale situazione di conclamata illegalità, come evidenziato dal prefetto, è risultata non solo nota ma anche avallata dagli organi di vertice dell’amministrazione”.
In diverse pagine della relazione infatti vengono riportate le dichiarazioni di funzionari dell’amministrazione comunale secondo i quali sarebbero arrivate indicazioni da parte della politica affinché il servizio restasse attivo sempre per i soggetti che avevano in gestione il chiosco. Secondo la relazione “esso diventava nel fine settimana un vero e proprio ristorante, con tanto di recensioni su Tripadvisor”.
A. Piazzolla
E’ di Guadagnuolo il primo ritratto del nuovo Papa
Papa Leone XIV
Nel cuore vibrante della tela, emerge il volto di Papa Leone XIV al secolo Robert Francis Prevost, saldo e luminoso, come un faro in mezzo alla tempesta. L’opera nasce dall’ispirazione tratta dal primo discorso del Pontefice, il noto artista italiano Francesco Guadagnuolo, traduce emozione e visione in colore, creando un invito vibrante alla fratellanza e alla misericordia, un messaggio che risuona oltre il tempo e lo spazio. Guadagnuolo, noto per la sua capacità di tradurre in arte i grandi eventi della storia contemporanea, maestro del Transrealismo, non si limita a ritrarre, ma a raccontare con il colore e la luce, traducendo le parole pronunciate dal Pontefice nella sua prima apparizione dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro: “La Pace sia con tutti voi!”, l’8 maggio 2025.
Il richiamo alla Pace in un’opera che è più di un semplice ritratto è un simbolo, un testimone silenzioso di un’era che attende speranza e misericordia.
Sul fondo, pennellate ardenti s’intrecciano come venti impetuosi, urla silenziose di un mondo in subbuglio, frammentato, inquieto. Il caos non è casuale: è l’eco delle crisi globali, delle divisioni, delle battaglie interiori che l’umanità affronta ogni giorno. Tuttavia, il Papa non si perde in quella tempesta, ma vi si erge al di sopra, con una calma che sfida il tumulto. È il ponte che connette il passato e il futuro, il baluardo della fiducia e della fratellanza.
I colori raccontano più di quanto le parole possano esprimere. Il rosso sfumato, quasi drammatico, richiama le cicatrici del mondo, il dolore e il sacrificio. Il blu, profondo come un oceano di possibilità, sussurra speranza. Il giallo oro, riverbero di un sole che non smette di sorgere, avvolge il volto del Pontefice, suggerendo un cammino illuminato dalla fede.
Con un gioco sapiente tra ombra e luce, Guadagnuolo dona tridimensionalità non solo alla figura, ma al suo stesso messaggio. La sua opera diventa un dialogo tra la realtà e il sogno, tra la visione e l’azione. Papa Leone XIV non è solo un uomo ritratto, ma il simbolo di un nuovo cammino, l’inizio di una missione che ha il compito di placare le tempeste del mondo e risvegliare il senso più profondo della misericordia.
Questo dipinto non si contempla soltanto: si ascolta, si sente, si vive. È un inno visivo alla Pace, un ponte tra l’arte e la spiritualità. Un’opera che non cattura un istante, ma una promessa.