Raphael Rossi è il nuovo amministratore unico
Progetto Ambiente
Il dottor Raphael Rossi è il nuovo amministratore unico della Progetto Ambiente, la persona scelta dalla commissione straordinaria per prendere il posto del dottor Stefano Cicerani alla guida della partecipata di via delle Valli. La scelta è stata operata a seguito di una selezione pubblica, come riportato nel corpo del decreto della commissione straordinaria numero 2 del 17 giugno scorso. Classe 1974, di nazionalità italo-francese, il dottor Rossi ha un curriculum di tutto rispetto, avendo lavorato per diverse aziende che si occupano del trattamento e della gestione dei rifiuti, oltre ad aver svolto attività di docenza presso prestigiose università pubbliche dislocate in tutta Italia. Tra le ultime esperienze figura il ruolo di consigliere d’amministrazione presso la ASM di Pavia, una azienda che conta 218 dipendenti e si occupa della gestione del servizio idrico, della gestione dei rifiuti e di fibra ottica a Pavia e presso altri 40 comuni limitrofi. Inoltre il dottor Rossi è stato amministratore unico presso la Formia Rifiuti Zero a partire dal 2014, dove ha saputo costruire da zero una nuova azienda ambientale d’eccellenza, revisionando il piano industriale e arrivando a gestire il servizio anche sull’isola di Ventotene e Gaeta. Inoltre negli anni precedenti, ha ricoperto il ruolo di presidente presso la ASM Rieti, di presidente presso la Iren Emilia e di amministratore delegato della Leonia Spa di Reggio Calabria. Oltre alle elevate referenze professionali, si distingue per l’impegno civico quale promotore del movimento di cittadinanza attiva su scala nazionale per la diffusione della cultura etica nella pubblica amministrazione, con l’apertura del sito www.signorirossi.it e dello sportello SOS Corruzione, che ha avuto sede all’interno di un locale confiscato.
Francesca Cavallin
Dalle ultime verifiche degli uffici risulta un buco di un milione di euro
Lotta all’evasione fiscale
Un buco da oltre un milione di euro. La lotta all’evasione fiscale, una delle criticità maggiori che da sempre riguardano il comune di Aprilia, va avanti. E dalle ultime verifiche effettuate dagli uffici dell’ente emerge un quadro nerissimo.
Un quadro che evidenzia come nel comune del nord pontino continua a resistere una sacca importante di evasori che non pagano le tasse. Tutto ciò, ovviamente, va a discapito di quei cittadini onesti che non hanno pendenze col fisco, che spesso “pagano” anche per chi si guarda bene dal farlo. Ma ne va anche dell’erogazione dei servizi che, per colpa dell’evasione, rischiano di essere compromessi o di avere un costo maggiore per l’intera comunità. Per il solo mese di giugno la portata dell’accertamento eseguita dall’ufficio tributi è impressionante. Solo per la Tari il comune di Aprilia ha scovato 445 “furbetti” che non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti per le annualità che vanno dal 2019 al 2023. In totale, oltre un milione e 200mila euro di soldi mai entrati nelle casse dell’ente. Un disastro, un vero e proprio buco nei conti pubblici.
“Nel corso del mese di giugno 2025, nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione ed elusione delle entrate tributarie – si legge nella determina a firma del dirigente alle Finanze Cosimo Mazzone - l’Ufficio Tributi ha provveduto ad emettere 445 avvisi di accertamento per omessa/infedele dichiarazione TARI relativa alle annualità 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 dovuta da contribuenti vari, per un importo totale comprensivo di sanzioni, interessi e spese di notifica pari ad un milione e 288mila euro in corso di notificazione”.
Allo stesso tempo il comune di Aprilia già sa bene che non tutti i soldi torneranno nelle casse comunali. Almeno il 30% delle somme frutto di accertamento, infatti, rischia di essere ormai inesigibile.
“Si ritiene quindi opportuno procedere ad accertare la somma di 901mila euro – si legge sempre nel documento - corrispondente agli avvisi di accertamento emessi nel mese di giugno 2025, calcolata in ragione dell’effettivo grado di esigibilità, decurtando una percentuale stimata nella misura del 30% degli atti che verosimilmente saranno soggetti ad errori e/o a rettifica, nonché in ultimo una quota degli atti che si renderanno effettivamente inesigibili”.
Insomma, più di 300mila euro persi quasi sicuramente. E la situazione è ancora più pesante se a ciò si aggiungono anche gli evasori dell’Imu. Si perché l’ufficio tributi, sempre per il mese di giugno, ha provveduto ad emettere 82 avvisi di accertamento per omesso o parziale versamento Imu relativo all’anno 2020. In questo caso, l’importo complessivo è pari a 584mila euro, comprensivo di sanzioni, interessi e spese di notifica. Anche per l’Imu, l’ente di piazza Roma prevede che circa il 30% della somma accertata non tornerà nelle casse comunali e conta di incassare “solo” 408mila euro.
Alessandro Piazzolla