Roberto Mambelli dell’associazione La Lente ripercorre la storia e le vicende legate alle proprietà pubbliche e private secondo il catasto
Pratica di Mare: ora la guerra del secondo cancello
Il presidente dell’Associazione “La Lente” Roberto Mambelli in riferimento all’articolo sul numero 16 del nostro giornale di Lujgi Celori ci ha inviato il seguente comunicato:
“I cittadini di Pomezia non sono stupidi.
Dopo il susseguirsi di tanti eventi e vicende da quando il cancello posto sotto l’arco di Pratica di Mare ha impedito la fruizione ed il libero accesso nelle vie interne, nella piazza, panchine ecc come da sempre stato, ancora una volta c’è da parte di qualcuno (pochi per fortuna) il tentativo maldestro di minimizzare l’intera vicenda ponendo la stessa come riduttiva” questione di un cancello”.
Guarda caso a giustificare il “cancello” vi è l’ex sindaco di Pomezia, poi l’ex assessore all’urbanistica ed infine anche qualche ex consigliere comunale.
Infatti chi ho citato sopra e nonostante il tempo trascorso, ormai più di 4 anni e con altre istituzioni che ci danno ragione come l’agenzia del territorio, il Tar ecc. ancora si ostina a minimizzare l’intera vicenda a pura installazione di un cancello; la battaglia che si sta conducendo è ben più ampia e profonda di coloro che vogliono far credere ciò.
C’è in gioco l’apertura al pubblico senza se e senza ma di un bene che al di là dei fabbricati è e deve rimanere a disposizione di tutti i cittadini a cui vogliono far visita senza alcuna restrizione o costrizione, e in questo vi è il comportamento dell’amministrazione di prima soprattutto, ma anche quella attuale che mantiene ancora una cecità ed ambiguità nel riconoscere l’importanza che ha il borgo aperto al pubblico.
Purtroppo fino ad oggi il contenzioso ancora in essere sta portando a spendere migliaia di euro di parcelle legali pagate da tutti noi cittadini, e non come dovrebbe da coloro che direttamente, chi con il loro comportamento omissivo, chi con le loro dichiarazioni risultate poi non veritiere hanno consentito questo sperpero di denaro pubblico semplicemente per colpa della loro inerzia dimostrata sin da subito, o comunque da quando il sottoscritto in qualità di consigliere comunale ha presentato una interrogazione circostanziata nel maggio 2017 e poi sfociata in consiglio comunale in un ordine del giorno del ottobre 2017 “bocciato” dalla maggioranza pentastellata di allora che di fatto ha aperto un contenzioso legale tutt’ora in corso.
Infatti dopo la bocciatura dell’ordine del giorno la proprietà degli stabili ha frazionato al catasto le strade e le piazze interne al borgo, e che per fortuna dopo nostra segnalazione il catasto stesso ha riportato, non dimostrando gli stessi alcun titolo lo stato “quo ante”. Nello stesso periodo vi fu una variante al piano regolatore generale il cui documento preliminare fu approvato sempre dalla maggioranza pentastellata nel famoso aprile del 2017.
In tale documento si prevede che l’unica zona di espansione del territorio comunale avveniva solo nell’area compresa tra i Colli di Enea e la lottizzazione 16 Pini; ovvero in un terreno legato a quello della proprietà della famiglia Borghese. In seguito a quella delibera ce ne fu un’altra ancora più pesante perché approvata dalla Giunta ad agosto 2017 con la quale si dava mandato al Sindaco di aprire una procedura per un accordo di programma con la proprietà legata a Pratica di Mare. La stessa delibera fu’ impugnata da noi dell’opposizione e con una specifica mozione con la quale si chiedeva la revoca di quella delibera. Pur riuscendo a farla approvare nel febbraio 2018, non vi è stato ad oggi alcun seguito; ovvero la delibera non è mai stata revocata nemmeno dalla nuova amministrazione pentastellata. Nell’accordo di programma che hanno tentato in tutti i modi di portare avanti si parla di circa 100.000 mc; nel quale più del 70% a destinazione residenziale anche se nel titolo vi è scritto: “al fine di qualificare e promuovere il turismo nel territorio pometino..” Ovvero di nuovi 1500 cittadini circa in una area, quella della via del Mare, già congestionata dal traffico quotidiano con buona pace dei nemici del cemento, e di chi non vuole pregiudicare terreno vergine come appunto quello oggetto della realizzazione di cui sopra. Non voglio poi parlare dei 13 platani secolari che all’interno del borgo sono stati abbattuti senza alcuna autorizzazione e senza che questi fossero malati, come certificò un botanico all’epoca.
Infine un altro tentativo fu quello di assegnarsi il cimitero di Pratica di Mare, come proprietà della famiglia Borghese, anch’esso senza dimostrare nessun titolo ufficiale. Per tale motivo, chiedemmo sempre al catasto il ripristino della ditta ufficiale ovvero ”comune di Pomezia” che prontamente fu corretto dal catasto stesso su nostra segnalazione.
Ad oggi però nonostante anche un parere legale favorevole del Comune stesso non si comprende come mai ancora lo stesso Comune non se ne fa carico inviando un guardiano e la fruizione dello stesso a favore dei cittadini, magari almeno 2 volte la settimana.
Sento dire che ancora la gestione è di fatto in mano a persone non identificate anziché agli organismi comunali. Tornando all’interno del borgo non si capisce per quale motivo gli uffici comunali non stanno chiedendo l’occupazione del suolo pubblico visto che è stato dichiarato che la chiusura era per la presenza del cantiere.
Tale ammanco oramai ammonta a più di 2 milioni di euro considerando il tempo trascorso peraltro non concluso dalla chiusura fino ad ora e lo sarà finche’ non si riaprirà il borgo, e la superficie occupata (circa mq.4000,00 tra strade e piazze interne al borgo” (al riguardo c’è un preciso esposto alla Corte dei Conti per individuare i responsabili di tale inerzia”.
T.R.
PRATICA DI MARE, LA "VECCHIA POLITICA" IN AIUTO AI BORGHESE
Luigi Celori è preoccupato! A distanza di quattro anni dalla chiusura delle strade del Borgo di Pratica di Mare, l’ex consigliere comunale di Pomezia ha espresso la sua preoccupazione per le sorti del Borgo medievale in un comunicato stampa pubblicato sull’ultimo numero de “Il Pontino Nuovo”.
“Dovremmo tutti insieme preoccuparci che il Borgo torni ad essere un bellissimo luogo, orgoglio di tutta la città”, queste le auliche parole dell’ex consigliere comunale, secondo il quale tuttavia la preoccupazione principale non dovrebbe essere quella di riaprire immediatamente le strade di Pratica di Mare, interdette da anni sebbene riconosciute di proprietà pubblica perfino dal Catasto. Secondo Luigi Celori, infatti, “va ricercato a tutti i costi un accordo con la proprietà”, infatti, “la preoccupazione principale deve essere di incoraggiare la proprietà a continuare ad investire nel Borgo perché è evidente a tutti che una volta finito e tornato vivo anche con attività commerciali di pregio è scontata la sua fruibilità”.
Piu di qualcosa però sembrerebbe non tornare dalle parole di Celori.
Infatti, se fosse così evidente, come afferma l’ex consigliere, che le strade pubbliche di Pratica di Mare torneranno fruibili, perché dopo quattro anni risultano ancora inaccessibili? Come mai la società Nova Lavinium, riconducibile alla Famiglia Borghese, anziché riaprire le strade come ordinato dall’Ufficio tecnico del Comune di Pomezia, ha piazzato invece un secondo cancello abusivo? Ma, soprattutto, in cosa dovrebbe consistere “l’accordo” con la proprietà che, sempre a detta dell’ex consigliere, “andrebbe incoraggiata” nel prosieguo dei lavori?
Va precisato, infatti, che a tutt’oggi nulla impedisce alla Famiglia Borghese e alle loro società di portare avanti il recupero ed il restauro degli edifici di loro proprietà: l’inibizione dei lavori ordinata dal Comune e confermata dal TAR Lazio, a ben vedere, riguarda solamente i lavori che insistono sulle strade pubbliche! La posizione di Luigi Celori, per trent’anni consigliere comunale a Pomezia - dal 1988 al 2018 (tranne la parentesi da consigliere regionale) - non sembrerebbe quindi per nulla a tutela dell’interesse pubblico, ma semmai a tutela degli interessi privati.
Vi è ancora di più. Sempre secondo l’ex consigliere, relativamente a Pratica di Mare “la preoccupazione non è certo il cancello...”, “del resto negli ultimi anni nel Borgo soprattutto di notte vi era solo un carosello di auto di nullafacenti dediti per la gran parte ad alcol e droga”.
Insomma, più che un Borgo medievale orgoglio della storia di Pomezia, Pratica di Mare emergerebbe nella descrizione fatta dall’ex consigliere, come una vera e propria centrale del narcotraffico peggio di Scampia! Tanto che Luigi Celori si dichiara perfino pronto ad organizzare una manifestazione “per sollecitare l’immediata ripresa dei lavori di restauro e conservazione”.
Come rispondere a Luigi Celori? L’ex consigliere comunale, ora presidente dell’associazione Minerva Tritonia - nata come lui stesso dichiara “proprio per valorizzare e tutelare i nostri siti di pregio” - dimentica di ricordare che due anni fa, ben lontano dal tutelare i siti di pregio di Pomezia, lui stesso compariva tra quei privati, proprietari terrieri, che avevano impugnato al TAR del Lazio il vincolo paesaggistico dell’”Agro di Pomezia ed Ardea” (“beata coerenza” ci verrebbe da aggiungere!) ma sembra dimenticare perfino i pronunciamenti del TAR che hanno confermato l’ordine di sospensione dei lavori sulle strade di Pratica di Mare! La manifestazione andrebbe organizzata per denunciare il danno che tuttora si sta compiendo alle spalle dei cittadini a causa del mantenimento del cancello abusivo. Non possiamo, quindi, che augurarci che la manifestazione, eventualmente indetta da Celori, vedrà lui come unico partecipante. Nel frattempo, le associazioni come Associazione Latium Vetus continueranno senza sosta a perorare l’interesse pubblico!
Associazione Latium Vetus