Pubblichiamo la riflessione di Mario Borgo Caratti di Più Europa Pomezia
Perchè abbiamo votato NO
L’entità della vittoria del Si al referendum confermativo della riforma costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari, ha ricalcato sostanzialmente le previsioni della vigilia. E non poteva essere altrimenti, considerata la presa che il messaggio populista ha attualmente su gran parte dell’elettorato italiano, un messaggio che mira alla pancia e non alla testa degli elettori e che propone soluzioni errate a problemi complessi.
Pomezia è andata addirittura oltre il risultato nazionale. Nella nostra città infatti circa il 74% di chi domenica e lunedì scorsi si è recato alle urne, pari in termini assoluti a 15567 voti, si è espresso a favore del taglio dei parlamentari. Anche in questo caso nulla di nuovo. Il microcosmo pometino si è sempre fatto molto sedurre dalle sirene populiste, siano esse di marca fascioleghista o di marca grillina, seduzione che ho potuto riscontrare sul campo. Nei pochi giorni di campagna referendaria, infatti, ho avuto modo di confrontarmi con diversi concittadini schierati per il Si. La gran parte di essi ha dimostrato di aver interiorizzato esclusivamente il messaggio anti casta e taglia costi alla base della campagna di cui si sono fatti promotori principalmente gli esponenti del M5S. Solo pochi hanno motivato il loro Si come un incoraggiamento a riformare la seconda parte della carta costituzionale, operazione che tanti in passato hanno provato a realizzare senza riuscirvi, al fine di imprimere maggiore efficienza all’attività legislativa e, più in generale, al funzionamento delle istituzioni democratiche. In quanto sostenitore del No ho cercato di spiegare il portato anti parlamentare e contrario alla democrazia rappresentativa alla base della propaganda grillina, ben esemplificato dalle parole di Davide Casaleggio sulla inutilità del Parlamento, ribadite all’indomani del referendum da Beppe Grillo. Come conseguenza di queste parole penso sia presumibile la riluttanza, se non l’aperta contrarietà, del M5S a riformare la seconda parte della Costituzione, come auspicato dal segretario del PD, che da questo auspicio ha fatto discendere il Si del suo partito al referendum.
L’esito del referendum ha tuttavia mostrato che esiste una parte d’Italia, non maggioritaria ma comunque rilevante, che resiste e si pone come argine alla propaganda populista, che coglie la complessità dei processi politici e sostiene le soluzioni che rispondono a questa complessità. E’ l’Italia di coloro che hanno votato No: il 30% di chi ha partecipato al voto, costituito in gran parte dall’elettorato più giovane e più istruito, come tutti gli istituti di rilevazione statistica hanno evidenziato. Un risultato niente affatto scontato, considerati l’elevato squilibrio, in termini di risorse e di spazi concessi sui media, tra i sostenitori del Si e quelli del No, e il poco tempo a disposizione avuto da questi ultimi per tentare di ribaltare il risultato in favore del Si, che alla vigilia della campagna referendaria era accreditato di un consenso pari addirittura al 90%.
Tra i sostenitori delle ragioni del No un ruolo assai rilevante è stato svolto da Più Europa, senza dubbio la forza politica che più si è impegnata a contrastare la propaganda grillina attraverso un massiccio lavoro di controinformazione sui social media e nelle piazze.
Anche a Pomezia, seppur in misura leggermente inferiore rispetto al dato nazionale, il No ha ottenuto un risultato non scontato. Sono stati infatti più di 5000 i cittadini che si sono espressi contro il taglio dei parlamentari: una base che va ampliata, da cui però partire per costruire una alternativa alle forze sovraniste e populiste in vista delle elezioni comunali che si terranno nel 2023.
Nella nostra città vi è l’assoluta necessità di ridare al consiglio comunale il ruolo di propulsore dell’iniziativa amministrativa che la legge gli riconosce, ruolo venuto meno in questi anni di amministrazione grillina, la quale ha anticipato in piccolo il progetto di scardinamento della democrazia rappresentativa che i suoi mentori vorrebbero realizzare a livelli più alti. Un consiglio comunale svuotato completamente delle sue funzioni, dove i consiglieri sono costretti a svolgere il ruolo di irrilevanti comparse. Ed è questa, a mio avviso, la ragione vera delle numerose defezioni che il gruppo consiliare del M5S ha sin qui subito.
Pomezia ha inoltre bisogno di pensieri lunghi, di progetti di ampio respiro nei vari ambiti in cui si estrinseca l’azione amministrativa, che siano tra loro interdipendenti e capaci di promuovere uno sviluppo coerente della città che esalti e valorizzi le diverse vocazioni che la caratterizzano.
Per fare ciò è necessario mettere in campo competenze e capacità, elementi che nella nostra città per fortuna non mancano.
Più Europa si propone di diventare il motore della costruzione di questa alternativa, che dovrà coinvolgere oltre alle altre forze dell’area liberaldemocratica (Azione, Italia Viva, Volt), anche i partiti e le associazioni di sinistra che tanto si sono impegnate nella nostra città, anche con iniziative specifiche, in favore del No, le associazioni ambientaliste, le associazioni di volontariato e di promozione sociale, i tanti giovani che ultimamente si sono affacciati sulla scena della politica cittadina. Ma anche il Partito Democratico, se riuscirà auspicabilmente a rinnovarsi e a dotarsi di una classe dirigente non compromessa con esperienze del passato, e le tante persone capaci tra militanti ed ex militanti del M5S, che iniziano a mostrare consapevolezza dei grossi limiti del movimento nel quale militano o hanno militato.
Mario Borgo Caratti
Più Europa Pomezia
Cancelleri perplesso, Moscardelli sicuro
SuperPontina a rischio
Il 20 settembre il viceministro alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri del M5S ha messo in dubbio la realizzazione della Roma Latina.
Cancellieri ha affermato che sulla realizzazione dell’opera “è in corso una riflessione” dal momento che “noi Cinquestelle, insieme a Leu, abbiamo espresso delle perplessità chiedendo una revisione del progetto.
L’obiettivo è disegnare un progetto ancora meno oneroso, meno invasivo dal punto di vista ambientale” e “l’utilizzo del treno per raggiungere Roma”.
Una eventuale battuta d’arresto che ha scatenato la reazione furiosa di chi da decenni è favorevole al progetto.
Pronta la replica il giorno dopo del segretario provinciale del Partito Democratico di Latina, Claudio Moscardelli che ha dichiarato che sono totalmente infondate le notizie di blocco del progetto Autostrada Roma Latina e bretella Campoverde –Valmontone.
“ Il progetto per intero – ha sottolineato Moscardelli - è completamente finanziato per due miliardi di euro ed è dentro l’allegato infrastrutture decreto Semplificazione. Ho sentito il sottosegretario alle infrastrutture Salvatore Margiotta che a sua volta ha risentito il ministro De Micheli: l’opera c’è, è finanziata e verrà nominato il Commissario straordinario per l’attuazione”.
Quindi come ci riferisce Moscardelli non è cambiato nulla. Una cosa è certa, il viceministro Cancellieri fino ad oggi non ha smentito queste sue dichiarazioni apparse sulla stampa nazionale e quindi aspettiamo che alla fine si pronunci il Ministro con la nomina del Commissario. Certo è proprio una telenovela infinita.
T.S.