Dal libro “Pomezia-Origini-Genti-Personaggi” realizzato nel 1990 dal professor Antonio Sessa ed edito dalla Angelo Capriotti Editore
Le prime 40 famiglie romagnole
1) Baldoni Silvio n. podere 2985
2) Barzanti Leone n. 2968
3) Bernabei Antonio n. 2957
4) Bravaccini Pasquale n. 2955
5) Calbucci Primo n. 2909
6) Caminati Attilio n. 2910
7) Cantarelli Angelo n. 2984
8) Caroti Francesco n. 2932
9) Caroti Sante n. 2931
10) Casadei Domenico n. 2851
11) Casamenti Ulisse n. 2913
12) Ceccarini Lazzaro n. 2927
13) Chioccini Francesco n. 2938
14) Conficconi Marco n. 2949
15) Conficconi Pietro n. 2929
16) Coveri Paolo n. 2945
17) Fabbri Ermenegildo n. 2944
18) Fabbri Paolo n. 2960
19) Fabbrica Giovanni n. 2943
20) Grammatica Adelmo n. 2941
21) Grillandi Carlo n. 2903
22) Macori Livio n. 2877
23) Mariani Pasquale n. 2954
24) Mazzotti Gaspare n. 2856
25) Mengozzi Adamo n. 2881
26) Minghetti (questa famiglia dopo qualche giorno preferì ritornare in Romagna)
27) Piani Giuseppe n. 2879
28) Pini Domenico n. 2928
29) Pretolani Paolo n. 2918
30) Romualdi Giovanni n. 2940
31) Rossi Iacopo n. 2858
32) Samori Giovanni n. 2979
33) Scalpelli (questa famiglia dopo qualche giorno preferì ritornare in Romagna)
34) Soldati Giacomo n. 2882
35) Spadi Primo n. 2974
36) Stellini Francesco n. 2978
37) Teverini Alessandro n. 2900
38) Valerni Giovanni n. 2870
39) Venturini Leopoldo n. 2917
40) Versari Primo n. 2942.
Un rimpatrio precipitoso
Sono poche le famiglie italofrancesi insediatesi in poderi del nostro Comune. Partite in vari periodi da regioni in prevalenza del nord Italia, erano andate in Francia per tentare di migliorare il proprio futuro. Il peggiorare dei rapporti italofrancesi, che di lì a poco sfociò in guerra, li costrinse a fuggire e a lasciare tutto.
“Il 1° settembre 1939 - rammenta Pietro Bassanetti - un ragazzo appollaiato su un cumulo di masserizie piangeva in preda a uno scoramento profondo. Si trovava a Ventimiglia, nota stazione di frontiera con la Francia, da dove rientrava con poche cose, insieme a un fratello e a una zia. Lasciava dietro di se ricordi di un’infanzia intensamente vissuta.
Lo stesso giorno, nelle medesime ore, la frontiera polacca veniva violata dalle truppe germaniche, le quali davano così inizio a uno spaventoso conflitto mondiale. Avviluppati dall’angoscia che quella giornata memorabile portava con sè, il gruppetto si avviò alla ricerca di una nuova fonte di vita e di speranza nella ritrovata Italia. Il padre, che li aveva preceduti, aveva già individuato la nuova residenza. Scesero, con altri, alla stazione di Santa Palomba. Era una giornata grigia, con un cielo plumbeo che gravava come un peso sui nuovi arrivati. Un Pavesi, trattore dalle grandi ruote di ferro che trainava un rimorchio, li aspettava sul piazzale della stazione. Il nuovo mezzo di trasporto, che sferragliava lentamente sulla deserta via delle Solforate, dava maggiore inquietudine ai già inquieti viaggiatori. Nel silenzio, all’improvviso, un fischio lacerò l’aria stagnante; poco dopo un altro fischio: e su un’altura apparve una grande locomotiva, che pareva troneggiare; sotto di sé sfilava un grosso cavo d’acciaio che trainava un aratro gigantesco.
Più in là, di rimando, un’altra macchina compiva lo stesso lavoro. La sorpresa fu tanta. L’acre lavoro della bonifica era davanti ai loro sguardi. Questo spettacolo li rinfrancò: erano giunti alla terra promessa. Il trattore con rimorchio si fermò poco più in là, alla cosiddetta dispensa, per un pasto caldo.
La prima pasta e fagioli della mia vita; perché quel ragazzo ero io”.
Pietro Bassanetti sarà nel dopoguerra più volte consigliere comunale, assessore e sindaco di Pomezia. Dalla Francia rientrò anche Felice Locatelli, originario di Como. I suoi figli, Mario e Antonio, collaborarono nel 1970 alla realizzazione della casa della gioventù “Felice Locatelli”; inoltre donarono il terreno dove fu edificata, in Pomezia, la chiesa di San Michele Arcangelo.
Botteghe Storiche
Con soddisfazione in qualità di presidente dell’Ente Pro Loco Lazio ho appreso dell’approvazione lo scorso 19 gennaio da parte del Consiglio Regionale del Lazio della proposta di legge sulla “Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche“.
Con una dotazione finanziaria complessiva (per il 2022 e 2023) di 2,4 milioni di euro, che vengono destinati come sostegni agli esercizi delle antiche botteghe e delle attività storiche. L’unico neo è di non riconoscere la storicità a 50 anni ma, bensì, a 70 di attività.
Voglio anche ricordare che da cinque anni la Pro Loco Citta di Pomezia che attualmente fa parte dell’EPL Lazio porta avanti il progetto delle “Botteghe Storiche”.
Un riconoscimento che si dà a quelle botteghe che con lo stesso nucleo familiare esercitano l’attività da almeno 50 anni. La bottega viene insignita di una targa che ne testimonia il titolo di “Bottega Storica”.
Una iniziativa che è poi stata condivisa da altre Pro Loco.
Questa legge regionale ci incoraggia come EPL Lazio ad intensificare la promozione del nostro progetto delle botteghe storiche anche in altri Comuni del Lazio.
Claudio Mazza