Diego e Monica della Comunità di San Patrignano alla scuola di Via della Tecnica
Prevenzione delle tossicodipendenze
La Comunità di San Patrignano, che da quasi mezzo secolo offre un aiuto valido e gratuito alle persone che soffrono per problemi di dipendenza, ha incontrato nella giornata del 25 maggio scorso la scuola Via della Tecnica.
Presso il teatro dell’Istituto, ragazze e ragazzi di terza media hanno ascoltato la toccante storia di Diego, oggi formatore, nonché esempio umano di straordinaria forza di volontà, ieri preadolescente e adolescente con tossicodipendenze gravi, trascorsi di dolore, rancore e tremenda disperazione.
Le attività proposte da Monica Gocilli, filologa, comunicatrice e operatrice di teatro sociale, e Diego Capezzone, i due rappresentanti di San Patrignano (che ad oggi ha potuto accogliere e sostenere la resilienza di oltre 26mila persone) hanno saputo catalizzare l’attenzione degli studenti e suscitare preziosi sentimenti di empatia.
Colorare delle “fette di torta” può sembrare una banalità: che ci vuole? La cosa cambia radicalmente se, invece, ciascuna fetta si fa simbolo di una parte del proprio sé. Ogni fetta di torta diventa un “ingrediente” indispensabile, una delle passioni che ci tengono in vita.
Il format educativo, molto efficace, è stato costruito a partire da diverse storie di ragazzi e ragazze che hanno vissuto in prima persona il percorso in Comunità.
I discenti si sono messi in gioco, hanno illustrato in curiosi areogrammi le loro esistenze, narrando per cromatismi gli hobby, le attività, gli sport grazie ai quali sentono davvero di vivere appieno.
Si sono poi interrogati su cosa succederebbe se, da un momento all’altro, nel delicato percorso della loro evoluzione psico-fisica e adolescenziale, quelle fette di torta sparissero, se tutto si tingesse di nero, se il disagio finisse per prevalere, eclissando le fonti di ogni gioia, avvelenando la torta, prima golosissima, ora tossica.
Un dolore profondo ha pervaso tutta la platea quando Diego ha avuto il coraggio di raccontare il periodo più nero, la fase in cui ha davvero toccato il fondo, cadendo giù nel baratro, senza sapere se e come poter risalire.
La scelta di condividere esperienze drammatiche e vere per via ludica e simbolica ha colto nel segno: nel cuore dei ragazzi e delle ragazze, San Patrignano ha fatto breccia.
Si leggono di seguito alcuni felici riscontri, messaggi di stima, di incoraggiamento, gratitudine e speranza - dedicati proprio al formatore che ha messo a nudo la sua anima.
“Diego, ci hai aperto il tuo cuore e questo è stato molto bello, ti ammiro per quello che hai fatto, ci vuole coraggio per raccontare la tua storia e sono molto felice che sei riuscito a ritrovare te stesso riabbracciando la tua famiglia. Sei un esempio per le persone che non vogliono più reprimere le emozioni negative e vogliono perciò smettere di essere schiave delle sostanze”.
“Diego, la tua storia mi ha colpito molto sopratutto per la forza che hai avuto di ricominciare da capo tutto.
Un forte abbraccio a te e al tuo futuro bimbo, sarai un padre fantastico, con un grande cuore e sono sicura che tuo figlio riceverà l’amore che tutti meriterebbero”.
“Ciao Diego, oggi ho ascoltato la tua storia e mi ha colpito profondamente. Non tutte le persone riescono ad uscire da queste situazioni come hai fatto tu. Io penso che sei una persona grande perché sei riuscito a riprendere in mano la tua vita fidandoti delle persone che ti amano. Continui a dare affetto e aiuto alle persone che hanno vissuto le tue stesse situazioni, e per questo ti ammiro”.
Notevole e sensibile è il riverbero delle esperienze intense di chi è uscito dalla droga. I ragazzi, una volta rientrati in classe, hanno dato voce a sentimenti commoventi, facendo lungimiranti promesse. È nitido, oggi, il loro desiderio di volgersi alla salute e al bene. E noi vogliamo credere alle loro parole, vogliamo incoraggiarli a dar fede ai loro sogni, fondati saldamente su fiducia, ottimismo e legami significativi.
Marta Mariani
Si è spento all’età di 72 anni il vulcanico Pietro Segatta
Ci mancherai caro Pero
“Caro cugino ti chiamerò con il nome che a Te piaceva tanto “Pero”! Nella vita e nel “Sociale” sei sempre stato un fenomeno, dove c’era allegria e voglia di fare eri sempre in prima linea ed la tua compagnia era di stimolo per gli altri.
Ricordo i numerosi Carri per i Carnevali di un tempo, le manifestazioni con l’Associazione Coloni, il Cinquantenario di Pomezia dove hai sfilato con il vecchio Moto Guzzi. Con l’Associazione Coloni sono stati anni “Ruggenti”.
Le Via Crucis, io sulla Croce e tu a fare gli effetti sonori dei lampi della pioggia. Abbiamo fatto piangere una bambina che aveva creduto che eravamo “morti” per davvero. Il vari Presepi Viventi con “Te” caro Pero che facevi scendere la neve dal palazzo, sembrava vera tanto era fatta bene, ed alla fine tutti a bere il “Vin Brûlé” del compianto Pietro Guido Bisesti. Come dimenticare la D.P.S Radio: eri una spasso. Ti eri inventato il personaggio “PierPaolo”, con la voce di bambino. Le “Parolacce” che dicevi ed i bambini accorrevano da Te per vedere “PierPaolo” e Tu gli dicevi Serafico: E’ appena andato via! Hai sempre avuto un bel rapporto con i bambini. Spesso li invitavi nella tua piscina ed offrivi loro il gelato. Lo scherzo fatto a “Guido”, quando compiva 40 anni, ti sei finto Alberto Castagna “travestito” da Stanamore e lo hai portato in giro per un bel po’.
Come non ricordare “I Giochi Delle Contrade” a Santa Procula; eri uno degli ideatori e ti interessavi delle musiche, delle spiegazioni del regolamento, eri attento che tutto funzionasse ed andasse nella giusta direzione. Caro Pero ora non ci sei più. Hai lasciato noi, tua moglie Maria e tutti i familiari con un grande dolore. Ci mancherai e ci mancherà la tua allegria, le tue invenzione e la tua voglia di fare e di farci ridere. Rimarrai sempre nei nostri cuori Pero!”
Tuo cugino
Carlo Lunardini