Il Litorale • 10/2019
Pagina 33 di 59
Pag. 34 Il Litorale ANNO XIX - N° 10 - 16/31 MAGGIO 2019
S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
Via delle Orchidee, 61 - Lido di Cincinnato - Anzio
E-mail: ilsimposio@alice.it • aa amici del simposio di Lavinio
Giuliana Bellorini
è l’organizzatrice
del salotto sede del Simposio
TUTTI A FORTE SANGALLO CON LEONARDO
DA MARTEDÌ 14 A DOMENICA 19 MAGGIO l’Istituto Italo-tedesco ha organizzato per
la Celebrazione dei 500 anni dalla morte una serie di conferenze su varie tematiche che ri-
guardano Leonardo e il suo tempo.
Anche noi siamo stati invitati a collaborare e per questo sospenderemo gli appuntamenti al
simposio per poter partecipare a questo evento importante.
Vi aspettiamo.
Giuliana
LEONARDO TRA NOI
di Sergio Bedeschi
L’EPOCA DI LEONARDO DA VINCI
di Francesco Bonanni
Venerdì 24 e 31 maggio - ore 17.00
È l’anno di Leonardo da Vinci, nato ad Anchiano, tanto per essere precisi. Tutti ne
parlano, tutti lo celebrano, tutti ne fanno un precursore straordinario della Scienza e
della Tecnologia a venire. Mostre ed esposizioni in tutta l’Italia, e non solo. A Firen-
ze, a margine della Galleria degli Uffizi, una mostra di incredibile suggestione sui
suoi studi sull’acqua, giustamente allestita anche per far divertire i bambini, oltre che
stupefacente per gli arditi progetti concepiti dal “Nostro”, in una fantasmagoria di lu-
ci e colori. Da non perdere. Così come al Quirinale con le sue macchine futuristiche e
improbabili. E poi ancora a Torino (qui il suo famoso autoritratto in sanguigno), a Ve-
nezia (c’è l’Uomo di Vitruvio), a Benevento ( macchine leonardesche funzionanti per
davvero). E, neanche a dirlo, a Milano dove c’è sempre il Cenacolo che ci aspetta.
IL MANIERO DI AMBOISE
Così ci proviamo anche noi. Voglio dire ci proviamo anche noi con le nostre chiac-
chierate a Lavinio o a Nettuno in questa primavera che tanto preziosamente contiene
la fatidica data del 2 di maggio, a 500 anni dal giorno in cui Egli spirò tra le braccia
di chi (Re Francesco Primo di Francia) sinceramente lo amava o lo accoglieva in
quell’oasi di pace e di bellezza che è, ancora oggi, il Maniero di Amboise, sulle in-
cantate colline che corrono lungo la Loira. Finalmente.
UNO SPIRITO INQUIETO
Finalmente, abbiamo detto. Finalmente, dopo una vita spesso inquieta, itinerante, mai
doma e mai soddisfatta di ciò che concepiva e progettava. Tanto da poter essere defi-
nito (tra le tante definizioni possibili) il genio dell’incompiutezza, il campione di così
tante cose pensate e così poche finite. E sempre in movimento. Prima Firenze coi Me-
dici, poi Milano con Ludovico il Moro (è il momento del Cenacolo), poi Mantova,
poi Venezia (insieme a Luca Pacioli), quindi ancora Firenze (ora si comincia con la
Gioconda, un’opera che su cui lavorerà fino all’ultimo giorno). Ma Firenze non è più
quella d’un tempo: con il giovane Michelangelo il rapporto è burrascoso tanto da can-
tarsele l’uno con l’altro, in piazza, davanti a tutti (così il Vasari). Perciò meglio anda-
re in Romagna al servizio di Cesare Borgia (deve averne viste di tutti i colori il pove-
ro Leonardo, anche da quelle parti). E ancora Firenze, Roma, Milano, Pavia. A ses-
santacinque anni è stanco e non senza delusioni. La Francia lo accoglie. Il braccio si-
nistro è ammalato. Non può più dipingere. Per lui è come l’annuncio della fine.
LEONARDO E LA MATEMATICA
Cosa potremmo mai raccontare noi, su Leonardo, che non sia stato già raccontato? La
domanda me la faccio per scherzo, naturalmente. Leonardo è un tesoro immenso, ine-
sauribile. Senza contare di quanto sia affascinante curiosare in quello che potremmo
chiamare il “Leonardo minore”, guardando nella sua intimità di uomo e di studioso. E
nelle sue non poche contraddizioni. “Omo sanza lettere”, come lui stesso si definiva,
coerentemente al fatto che non conosceva né il Latino, né il Greco, né l’Arabo, in
quei tempi in cui di libri in Italiano praticamente non ce n’erano. Un genio che non
aveva pratica neanche con quella Matematica che pure da alcuni decenni stava dif-
fondendosi in tutta l’Europa. Ma che studiava, disegnava, calcolava, provava, faceva
e disfaceva. E sbagliava, anche cose su cui non si sarebbe detto. Viene da dire che i
suoi errori in Matematica (su cui noi ci soffermeremo) sono talvolta commoventi.
Sempre che si intenda che tali “lacunosi” aspetti delle sue conoscenze ad altro non
servono se non per mettere ancor più in risalto la sua profetica grandezza.
L’epoca di Leonardo si inserisce in quel fecondo periodo denominato Rinascimento.
Il Rinascimento, grandioso fenomeno culturale che nel tempo si espanse in tutta Eu-
ropa, ebbe la sua culla a Firenze.
Il Rinascimento espresse un nuovo linguaggio che si manifestò in ogni campo artisti-
co, frutto di un diverso modo di pensare l’uomo ed il mondo, derivante a sua volta
dalla cultura locale e dall’Umanesimo che ebbe le più alte espressioni in Francesco
Petrarca e Coluccio Salutati.
Le novità proposte nei primi anni dell’inizio del XV secolo da illustri Maestri, come
da Filippo Brunelleschi e da Masaccio, inizialmente non furono abbastanza apprezza-
te in quanto il gusto artistico dell’epoca era ancora dominato dal Gotico Internaziona-
le.
Solo successivamente il nuovo stile fu apprezzato e si propagò nelle varie corti italia-
ne ( soprattutto in quella pontificia) e successivamente in quelle europee, grazie alle
abitudini di spostamento degli Artisti.
Poi il Rinascimento ebbe a Firenze una temporanea interruzione a causa delle folle
iniziative di Gerolamo Savonarola culminate col suo “Falò delle Vanità” del 7 feb-
braio del 1497.
Il frate domenicano profetizzando sciagure per Firenze e per l’Italia tentò di instaura-
re un modello teocratico dopo la cacciata dei Medici avvenuta nel 1494.
Il Rinascimento raggiunse poi la sua “Fase Matura” tra la fine della esperienza politi-
ca del Savonarola ed il 1520 con tre grandi geni che tanto influenzarono le generazio-
ni successive: Michelangelo Buonarroti, Raffaele Sanzio e il geniale Leonardo da
Vinci.
Dopo il dissesto economico e sociale del secolo precedente, dovuto sia ai fallimenti
bancari che alla grande epidemia di peste e alle lotte interne, Firenze conobbe nel
Quattrocento un periodo di notevole ripresa economica.
Ma il Quattrocento fu anche un secolo di profondi sconvolgimenti politici, religiosi,
economici e sociali per cui viene considerato da molti Storici una sorta di cerniera tra
il Medioevo e l’Età Moderna.
In campo politico si presentò la minaccia rappresentata dalla continua espansione del-
l’Impero Ottomano che, soprattutto dopo la conquista di Costantinopoli avvenuta nel
1453, rappresentava un effettivo pericolo sia per il vicino Regno di Ungheria che per
il più debole Arciducato d’ Austria.
Questo secolo fu inoltre caratterizzato dalla formazione degli Stati Moderni (come
sono intesi al giorno d’oggi) in Spagna, in Francia ed in Inghilterra.
In campo religioso si prospettarono tutti quelli elementi che nel 1517, due anni prima
della morte di Leonardo, portarono in Occidente alla divisione della Chiesa con la Ri-
forma operata da Martin Lutero.
In campo tecnologico, ma che avrà profonde ricadute sia in ambito religioso che poli-
tico ed economico, avvenne l’invenzione della Stampa. Proprio quando Leonardo era
adolescente.
Infine in campo politico e sociale é da annoverare l’inizio della grande espansione co-
loniale iniziata dopo la inconsapevole scoperta del Nuovo Continente da parte di Cri-
stoforo Colombo avvenuta nel 1492.
In conclusione la genialità di Leonardo appare simbolicamente come il fattore di
chiusura del Medioevo e di apertura dell’Età Moderna.
Guida all’ascolto dell’opera lirica
con il m° C. Liberatori
GIUSEPPE VERDI - AIDA - 1871
Dopo la proposta di scrivere un' opera di argomento egiziano fatta a Verdi dal kedivè,
il viceré del Cairo, in occasione dell'inaugurazione del suo nuovo teatro e in coinci-
denza dell'imminente apertura del Canale di Suez, in seguito ai primi diffidenti rifiuti
del bussetano, Camille du Locle, direttore dell'Opera Comique di Parigi, si reca a
Sant'Agata e convince finalmente il Maestro a pensare alla nuova opera che si chia-
merà Aida. Ricordi viene informato e vengono così stabilite le condizioni economi-
che: il libretto italiano sarà a spese di Verdi. Egli si riserverà tutti i diritti di proprietà
e riceverà centocinquantamila franchi alla consegna della partitura. Per la stesura del
libretto italiano Verdi sceglie Antonino Ghislanzoni con il quale intreccerà fitte rela-
zioni epistolari e orali sullo svolgimento dell'opera la quale verrà portata a termine
Leggi di più
Leggi di meno