Il problema dell’immigrazione clandestina in Italia è diventato endemico
Accoglienza forzata
Non fa più titolo sui giornali il problema dell’immigrazione senza controllo che, più d’ogni altro, s’insinua lentamente nel sistema sociale e ne deteriora sempre più la struttura. Sono convinto che l’accoglienza ed ogni atteggiamento umanitario siano prerogative che attengono al privato singolo o sociale mentre i Governi degli stati debbano applicare innanzi tutto le leggi siano essere rivolte al accettazione sia alla preclusione.
Le leggi si fanno per essere applicate e ogni stato libero e democratico può cambiarle. Le leggi sono fatte dai parlamenti per dare strumenti equi ed efficaci per dare equilibrio alla società civile, ove esse creino situazioni aberranti o siano cattive leggi esse andrebbero cambiate. Ove le leggi siano eque ed efficaci ed i risultati siano aberranti allora sono i governi che devono essere cambiati. L’atteggiamento verso un fenomeno così impattante sull’equilibrio sociale come l’immigrazione non deve dipendere dal colore politico del Ministro e ne tanto meno dal suo grado di generosità o di capacità di gestire il suo dicastero. Ritenere la migrazione delle genti come fenomeno sociale ricorrente e intimamente legato agli eventi storici e naturali è un fatto inconfutabile ma ciò che sono opinabili sono il livello di incidenza e le modalità che ne regolano il controllo.
L’Italia ha, da anni, deciso che non ha la capacità di controllare l’immigrazione sul proprio territorio e di subirne passivamente i danni. Questo è vero anche per quanto riguarda il periodo in cui Ministro degli Interni era Matteo Salvini che, anche se ha ridotto sensibilmente il numero degli immigrati irregolari, lo ha fatto contro l’inerzia del Paese che appare del tutto inadatto a permettere l’uso degli strumenti necessari all’applicazione della legge che impone regole specifiche a chi voglia entrare in Italia. Permettere a migliaia di tunisini, marocchini, egiziani e pachistani ecc. di entrare in Italia in forza di un loro ipotetico diritto all’asilo come rifugiati, sapendo che tale diritto essi non hanno, significa accettare di essere del tutto incapaci di gestire un fenomeno così complesso.
E’ noto che quei cittadini non hanno nessun diritto di entrare nel nostro Paese ed è ipocrisia pura invocare articoli della Costituzione, che nessuna legge ha mai reso esecutivi, o presunti trattati internazionali che mal si adattano a quelle migliaia di ragazzotti, dotati di smartphone di ultima generazione, scarpe Nike e magliette della squadra del cuore, che approdano sulle nostre coste dopo aver pagato 2000 euro ad agenzie di delinquenti. Permettere l’accesso a migliaia di persone, senza sapere se sono delinquenti, se sono portatori di malattie, se sono cani sciolti di un sistema terroristico, senza nessuna qualifica lavorativa, significa imbarcare nel sistema paese pesi morti che per la stragrande maggioranza non si potranno mai inserire e ne resteranno ai margini alimentando criminalità e disagio.
Farlo per evidente impossibilità di gestire il fenomeno per carenze di sistema e per incapacità di indicare persone adatte a gestirlo significa esercitare cattiva politica di governo. Facile a dirsi difficile a farsi; ne sono convinto anche io allo stato in cui siamo arrivati; ma l’alternativa è il graduale inarrestabile deterioramento della nostra società. Ma come fare se in questo Paese esistono persone che affermano che immigrati, in gran parte maschi, senza nessuna qualifica, spesso con precedenti penali, qualche volta con intenti terroristici, portatori solo di esigenze da soddisfare, sono un’opportunità per l’Italia? Certo un’opportunità per coloro che sull’immigrazione hanno costruito un business, come i tanti proprietari di alberghi che in tempo di pandemia sono gli unici ad avere il full booked di immigrati che passano lunghi periodi di tempo ospiti del nostro governo anche grazie ad uno stuolo di avvocati che si muovono con disinvoltura in un sistema legale sconquassato in cui i diritti sembrano spesso essere dalla parte dell’illegalità. Se la migrazione dei popoli è un fenomeno che non si può arrestare, esistono però nazioni che con esso hanno un rapporto diverso dal nostro: cercano di gestirlo.
Cercano innanzi tutto di applicare i trattati internazionali in modo corretto facendo una netta distinzione fra coloro che hanno il diritto all’asilo e quelli che tale diritto non hanno che dovrebbero essere immediatamente espulsi verso il paese di partenza, come nel caso della Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Nigeria, dove non sono in atto guerre o persecuzioni politiche. In Italia, Paese di democrazia approssimativa, appare a volte anche difficile poter diversificare le azioni fra italiani e persone che in Italia sono arrivate contro le leggi italiane. Nella Danimarca, culla riconosciuto di democrazia compiuta e moderna, il governo socialista espelle 300 detenuti stranieri e li cede, pagando lauto compenso al Governo del Kosovo, affinché scontino la pena in quel Paese ed in quelle carceri.
Sarebbe da chiedere alla Signora Boldrini, che, da rappresentante UNCR, ha per anni attaccato l’Italia ed al signor Letta se pensano che la Danimarca sia un Paese razzista. Se è vero che esiste una fascia di popolazione nel nostro Paese che vede opportunità di sviluppo sociale con l’immissione incontrollata di persone che vengono prevalentemente dall’Africa islamica, vi sono anche tanti Italiani che vedono in questo lento ed inesorabile fenomeno un depauperamento del tessuto sociale e che tenteranno di resistere a questo impoverimento culturale creando situazioni che, in alcuni contesti, potrebbero diventare esplosive. Nascondersi dietro l’affermazione che il mare è un confine difficile da gestire significa non volere affrontare e risolvere il problema. Esistono metodi democratici e legali per controllare l’immigrazione illegale: manca la volontà politica.
Sergio Franchi
Dissenso sulla visita di Legambiente alla biogas
Franchi si è dimesso
Nell’ambito di una visita programmata alla centrale biogas di via della Spadellata il circolo Legambiente Le Rondini di Anzio-Nettuno, ha dato la propria adesione invitando i propri soci a partecipare.
Dopo le storiche polemiche e tutto in contenzioso in atto in riferimento a quell’impianto Sergio Franchi ha lasciato, con rammarico, il circolo non potendone dividere l’iniziativa e lo ha fatto, senza acredine ma senza possibilità di ripensamento, con una lettera alla sua Presidente:
“Cara Anna,
ci conosciamo da anni. Ricordo le riunioni ai tempi del Punteruolo Rosso quando, qualche volta a casa tua, eravamo solo in tre: tu, Paola Leoncini ed il sottoscritto. Ho, qualche volta, dissentito da prese di posizione di chiaro segno politico perché ritengo che il nostro territorio sia di tutti e che tutti abbiamo il diritto e dovere di difenderlo. Non sono stato molto presente alle riunioni, tutt’altro, principalmente per ragioni personali, ma ho sempre condiviso con Uniti Per l’Ambiente ed il Comitato per Lavinio, il lavoro che il Circolo ha fatto ed ho portato avanti, con molto impegno personale di anni, iniziative di Legambiente come quella della pineta della Gallinara.
Le ultime volte in cui sono venuto in riunione sono stato chiamato a relazionare sull’evoluzione dell’attività di contrasto alla biogas perché era un impegno condiviso. Vedi, come tu sai, io non sono contrario alla tecnologia del biogas ma sono contrario a quella biogas proprio come tu e la tua famiglia siete stati contrari ad un impianto similare qualche anno fa. Le ragioni sono tante, prima fra tutte: al contrario di tutte le centrali simili costruite nel mondo occidentale, la centrale di via della Spadellata è stata permessa senza che i cittadini che abitano nelle vicinanze fossero stati nemmeno informati, tantomeno risarciti. Quella centrale è stata realizzata contro le norme di esclusione perché ubicata a 284 metri da obiettivi sensibili invece dei 1000 metri previsti, quando il progetto è stato presentato ed i 500 metri previsti quando fu approvato. Il Comune di Anzio prevede ora 1000 metri così come il regolamento regionale. Esistono esposti da parte di un Comitato presso la Procura di Velletri che riguardano quella centrale e segnalazioni di abitanti della zona per disagi che rilevano: tempo fa, nella scuola posta nelle vicinanze, alcuni\ alunni ed insegnanti hanno accusato malori. Basta vedere la sua ubicazione, nel contesto urbanistico di fatto, per comprendere che quello non è il luogo in cui ubicare un impianto del genere.
Lascio a te le altre considerazioni relative a quella centrale che, credo, tu ben conosca. Attualmente è in atto una Conferenza di Servizi per verificare la certificazione all’esercizio della Centrale, presso la Regione Lazio, alla quale alcuni comitati hanno chiesto che esso venga sospeso per irregolarità. Cara Anna, centrali così concepite vanno contrastate perché chi le visita, le approva: specialmente se lo fa Legambiente. Io non posso farne parte perché ho vissuto una vita basata sulla coerenza e sull’onestà intellettuale. Auguro a te ed a chi parteciperà, che la visita, certamente ben accetta dalla proprietà della centrale, sia un’esperienza positiva in cui si racconterà del modo utile di trasformare i rifiuti in energia, dimenticando metodi molto più innocui e facili.
Nutro un sincero sentimento di affetto e simpatia per la tua persona per cui le mie dimissioni sono solo ragione di rammarico per me.
Ti abbraccio ed auguro ogni successo al Circolo.
Sergio Franchi”
Lavori in corso a Sacida-Lido dei Pini
Ad Anzio, con l’Amministrazione guidata dal Sindaco, Candido De Angelis, proseguono i lavori per la riqualificazione del territorio comunale.
Nella giornata di giovedì 10 febbraio sono stati aperti i cantieri nella zona 5, Sacida - Lido dei Pini, con la realizzazione del nuovo manto stradale in Via Malvito Vecchiarelli ed uno stanziamento complessivo pari a 300.000 euro.
“A seguire, - afferma il Vicesindaco con delega ai lavori pubblici, Danilo Fontana - saranno immediatamente asfaltate le strade bianche al Quartiere Sacida, in Via Lago di Bracciano, Via Lago di Como, Via Trasimeno e Via Lago di Bolsena. Era un impegno programmatico che avevamo assunto con i cittadini, nei prossimi giorni saranno aperti nuovi cantieri negli altri quartieri del territorio”.
Comune di Anzio