Il fallimento dei partiti con la rielezione di Mattarella
Tutto rimanga com’è
Se un marziano, appena atterrato in Italia, avesse acceso la Tv, sabato pomeriggio 29 gennaio, avrebbe assistito al tripudio di capi di partito che si abbracciavano saltellando di gioia nell’emiciclo della Camera dei Deputati e si sarebbe chiesto quale fosse la ragione di tanta felicità. Da povero terreste che ha assistito a tutte le puntate precedenti, io vivevo uno strano contrasto di sentimenti fra commiserazione e preoccupazione.
Commiserazione nel vedere a che punto si può arrivare facendo la politica in un certo modo e preoccupazione perché quegli esseri saltellanti e felici sono stati eletti per decidere le sorti di questo Paese e quindi anche di quelle dei miei figli. Ho cercato di sintetizzare quello che, comunque lo si guardi, è pur sempre un momento che verrà scritto sui libri di storia ed il Gattopardo mi è venuto in aiuto “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che cambi tutto” ma poi considerando che di reali tentativi di cambiare tutto se ne erano visti pochi, forse la migliore sintesi ci viene ricordata dall’Ordinanza della Real Marina del Regno delle due Sicilie n 266 del 1841 con cui l’Ammiraglio Giuseppe di Brocchitto all’art 27 codifica in modo dettagliato le modalità con cui i marinai avrebbero dovuto reagire all’ordine impartito “Facite ammuina”. Durante l’elezione del Presidente della Repubblica a dare quest’ordine è stato ora il segretario di un partito, ora di un altro, spesso ignorati dai grandi elettori nella segretezza del voto, poi di più partiti insieme, magari per dare un contrordine subito dopo. Un’ entropia politica allo stato puro ha dominato il Parlamento per una settimana, un teatrino ignobile in cui l’elezione del nuovo Capo dello Stato veniva molto dopo la volontà di mantenere le terga ben incollate sulla poltrona ed il desiderio di impedire l’unica soluzione logica: eleggere il Presidente Draghi. Giorgia Meloni ha voluto riassumere: “hanno barattato sette anni di Quirinale per sette mesi di stipendio”; troppo “tranchant?” forse, ma molto, molto vicina alla realtà. 55 applausi ad un discorso, che non era certamente quello di Re Giorgio VI, hanno tutta l’aria di un tripudio per il pericolo scampato. Quegli omini e donnine che saltellavano di gioia sembravano partecipare ad una festa di carnevale e la mascherina anti Covid rafforzava l’immagine. Saltellavano di gioia tutti o quasi intestandosi il merito di aver rieletto un Presidente della Repubblica che in ben 14 occasioni aveva ripetuto che non avrebbe accettato una rielezione ma che però, non ha ribadito quel suo tassativo diniego quando, nell’assemblea degli elettori, chiari segni indicavano che era in aria l’intenzione di ripetere l’eccezionalità Napolitano, con l’aggravante che, mentre quella era informalmente definita “a tempo”, in questa occasione appare che essa debba coprire l’intero settennato.
Sono certo che se ,quando gruppetti di grillini sbandati, scrivevano sulla scheda Mattarella, il Presidente avesse ribadita la sua intenzione di non ripetere una “sgrammaticatura costituzionale” le schede con suo nome sarebbe scomparse. Ma i gruppi dei grillini, quelli che non molto tempo fa chiedevano che il Presidente Mattarella fosse rimosso dalla carica dal Parlamento, per “evitare le reazioni della popolazione”, ora vedono in lui la soluzione a tutti i problemi del nostro Paese. Ha perso la politica? Tutto è politica e niente è politica; se poi ci si riferisce a quella che i partiti dovrebbero praticare in nome di ideali condivisi allora mi sento di affermare con certezza che di questa non se ne vede più da anni ormai e se poi la politica è quella che dovrebbe guidare gli eletti dei cittadini nell’agone legislativo, allora il mercato delle vacche non è certamente il luogo in cui si dovrebbe esercitare la massima saggezza e competenza per fare le leggi. Poi, accompagnati dal coro di un’informazione ampliamente addomesticata, tutti hanno vinto e tutti hanno ragione e forse è cosi, ma quello che esce sconfitto è il sistema dei partiti,ed è tanto vero che il Presidente della Repubblica, per accettare un nuovo mandato ha preteso che a chiederglielo non fossero i segretari dei partiti, che pur sono quelli che convoca per fare un nuovo governo, ma i capi gruppo parlamentari. Questo avvenimento ha ribadito, ove ce ne fosse bisogno, la necessità che la Costituzione piu bella del mondo, che diventa sempre più brutta, vada riletta fuori dalle paure del tempo in cui fu concepita; modifiche significative dovrebbero intanto riguardare l’elezione del Capo dello Stato per dare alla gente degli anni 2000 l’onore e l’onere di eleggerlo direttamente ed in un solo giorno evitando i giochi, gli interessi e gli imbrogli che con hanno niente a che vedere con l’elezione del Presidente della nostra Repubblica. Poi una riscrittura dell’art 49 che sancisce il “diritto dei cittadini ad associarsi liberamente in partiti politici con metodo democratico...” definendone meglio modalità, tempi e fonti di finanziamento... dopo due o tre repubbliche non abbiamo imparato niente.
Ci vorrebbe una classe politica fatta di giganti oppure di uomini capaci e liberi per cambiare le regole del gioco costituzionale ma se su sessanta milioni di persone, su una dozzina di uomini e donne di grande valore, questa politica è stata solo capace di rinominare Presidente della Repubblica, contro il significato prevalente della Costituzione, lo stesso Presidente che ha ripetutamente dichiarato di non voler essere rieletto, possiamo essere certi che “tutto rimarrà com’è”. Poteva andare peggio, è la conclusione prevalente. Ma gli eventi che potranno dirlo sono tutti davanti a noi e gli autori di una così lungimirante strategia forse non sanno che le elezioni politiche dovranno essere tenute e non ci sarà pandemia che tenga e la domanda è: chi sarà a gestire la fase più critica del PMRR dopo che Draghi non sarà più Presidente del Consiglio e dopo che non è stata votata la sua elezione a Presidente della Repubblica?
Sergio Franchi
Premiate le scuole vincitrici per il 78esimo anniversario dello Sbarco
Concorso Antonio Taurelli
Sono state premiate presso la sala Consiliare del Comune di Nettuno le classi vincitrici del concorso dedicato alle scuole “Sbarco Alleato” in memoria di Antonio Taurelli. Per la sezione Scuole Secondarie di I Grado a vincere è stato il video “Ricordare per non dimenticare” realizzato dalle classi III dell’Ic Nettuno III. Per la sezione Scuole Secondarie di II grado il premio è andato al video “Lo Sbarco che ha cambiato la storia del nostro territorio” realizzato dalla classe 5^ A ELE dell’istituto Tecnico Tecnologico – Liceo Scientifico Scienze Applicate “Luigi Trafelli”. A ciascun istituto andrà un premio di 1.000 euro ciascuno da poter investire nei propri progetti didattici.
“Siamo fieri ed orgogliosi di onorare con i ragazzi del nostro territorio la memoria di “nonno” Antonio Taurelli – dichiara il Sindaco Alessandro Coppola – lui aveva la capacità unica di parlare sinceramente, soprattutto ai ragazzi. Il minimo che potevamo fare era ideare un progetto che portasse avanti quel lavoro di divulgazione storica che in vita Antonio Taurelli faceva senza sosta e instancabilmente, nelle scuole, in piazza e in qualunque luogo lo si incontrasse. Ringrazio gli uffici comunali che hanno lavorato al progetto, gli assessorati alla Cultura e al Turismo, e soprattutto gli studenti di Nettuno che hanno realizzato dei prodotti bellissimi di cui Antonio Taurelli sono certo sarebbe orgoglioso”.
A premiare le classi vincitrici insieme al Sindaco Alessandro Coppola, Al vicesindaco con delega al Turismo Alessandro Mauro, e all’Assessore alla Cultura Camilla Ludovisi, anche il consigliere comunale Antonio Taurelli, nipote di Antonio Taurellli. “Sono qui non come consigliere di opposizione, ma come consigliere della città – dichiara Taurelli – quando l’assessore alla Cultura mi ha illustrato la sua idea non ho potuto che accoglierla con gioia. Questo progetto dedicato alle scuole incarna perfettamente quello che nonno ha fatto per tutta la vita: parlare ai ragazzi e far sì che la storia non fosse mai dimenticata. Nonno è vissuto in un momento storico in cui fare delle scelte significava rischiare la propria vita e proprio per questo erano fatte con profonda convinzione. A nome di tutta la mia famiglia ringrazio l’Amministrazione Comunale per aver portato avanti questo progetto e ringrazio soprattutto tutti i ragazzi che hanno prestato la propria opera intellettuale contribuendo a mantenere viva la memoria dei fatti avvenuti 78 anni fa che hanno portato alla Liberazione di Nettuno e dell’Italia”.
“Grazie a tutti i ragazzi che hanno partecipato al concorso e complimenti ai vincitori – dichiara l’Assessore alla Cultura Camilla Ludovisi – dedicare questo premio ad Antonio Taurelli era il minimo che potessimo fare per onorare un grande uomo e una grande figura della storia della nostra città. Abbiamo lavorato con il pieno appoggio di ogni parte politica perché quando si toccano certi temi e si onorano persone che si sono distinte per la nostra città, non esistono schieramenti. Per questo motivi sono convinta che questo premio rimarrà negli anni avvenire, al di là dei Sindaci e degli Assessori che si susseguiranno”.
“Avremmo voluto condividere questo momento con tutta la città e in un contesto di celebrazioni aperte al pubblico – dichiara il vicesindaco con delega al Turismo Alessandro Mauro – insieme alla commissione Turismo e unitamente all’Assessorato alla Cultura avevamo programmato una settimana di appuntamenti per celebrare in grande l’anniversario dello Sbarco e la figura di Antonio Taurelli che ha segnato in maniera indelebile la storia della città di Nettuno. Voglio congratularmi con le classi per i lavori che hanno prodotto che rendono onore nella maniera migliore, più di ogni parola, ad Antonio Taurelli e agli insegnamenti che ha dispensato nel corso di tutta la sua vita”.
Nella giornata di domani in cui si celebra il 78esimo anniversario dello Sbarco Alleato sulle coste del nostro territorio, sui canali Social del Comune di Nettuno saranno pubblicati i video vincitori della prima edizione del premio “Antonio Taurelli”.
Città di Nettuno