Tante sono le richieste pervenute al Comune di Aprilia per sanare gli abusi edilizi
17mila domande di condono
Oltre 17 mila domande di condono edilizio presentate presso il Comune di Aprilia negli ultimi anni per sanare altrettante abitazioni realizzate abusivamente sul territorio. Completato l’iter, la montagna di pratiche potrebbe fruttare all’ente un tesoretto di 17 milioni di euro, un patrimonio prezioso da impiegare per risanare dal punto di vista igienico sanitario almeno una porzione del vasto territorio periferico, ma per lavorarle tutte si stima ottimisticamente che possano occorrere non meno di 20 anni.
Una fotografia precisa della situazione presente nelle periferie di Aprilia, quella immortalata nel corso dell’ultimo anno dall’Urpa, l’ufficio per la riqualificazione delle periferie di Aprilia creato con la delibera 117 del 16 luglio 2019 allo scopo di costituire un albo dei Consorzi di autorecupero, analizzare il contesto periferico e attraverso un rapporto aperto e collaborativo tra tecnici del Comune e cittadini raccolti all’interno del Coordinamento dei Consozi, valutare i progetti per riqualificare periferie spesso prive dei servizi essenziali e reperire forme di finanziamento, vista l’impossibilità per le casse del Comune di far fronte a uno sforzo economico tanto imponente, visto l’abusivismo dilagante degli ultimi trent’anni. Obiettivi in parte già raggiunti dal gruppo di tecnici diretti dal dirigente all’Urbanistica Paolo Ferraro e il loro lavoro di studio e analisi - ma anche di formulazione di progetti utili a partecipare ai bandi Urban Innovative Action e al provinciale Fidea – sono stati ratificati con l’approvazione della delibera di giunta 47 del 4 giugno scorso. Lo studio di recente presente dai tecnici, pur guardando al futuro sviluppo di un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile anche nelle borgate, immortala lo scenario tutt’altro che idilliaco dal punto di vista ambientale e igienico sanitario in cui si trovano calate le aree periferiche della città, dove si stima risieda oltre la metà della popolazione apriliana – 42 mila abitanti. Negli anni presso gli uffici dell’ente sono pervenute 17 mila 409 domande di condono riferibili ai tre condoni del 1985 (11 mila 298 istanze), 1994 (3 mila 620 domande) e del 2003 (709 e 1774 istanze). A 7 mila 100 corrispondono i titoli abilitativi in sanatoria rilasciati tra il 2009 e il 2019 con una media di 345 l’anno e un calo nel 2019, quando sono state lavorate solo 210 pratiche. Se per ogni pratica i tecnici stimano si possa ricavare 2 mila 420 euro, l’ente dal complesso delle istanze potrebbe ricavare circa 17 milioni di euro. “Se si considera la media annua – specificano però i tecnici al lavoro per l’Urpa – occorrerebbero circa 21 anni per completare i condoni, con una media di incasso di 800 mila euro l’anno”.
Nel frattempo, la presenza di abitazioni abusive, spesso servite dai pozzi e prive di scarichi a norma, continua a rappresentare una vera e propria bomba a orologeria per i rischi ambientali che ne conseguono. E ad aumentare le preoccupazioni il netto calo delle autorizzazioni allo scarico negli ultimi anni, dopo il boom seguito all’approvazione nel 2013 del nuovo regolamento: 2 mila 591 le istanze totali presentate, ma se tra il 2015 e il 2019 la media annua delle richieste per la messa a norma degli scarichi era di 470, nel 2019 non ha superato le 130 richieste. Secondo il pool di esperti , degli 8 mila insediamento oggi non serviti da reti fognarie – circa 42 mila abitanti – almeno 2000 potrebbero a breve allacciarsi alle reti fognarie prossime o programmate. Troppi abitanti resterebbero privi del servizio e la gran parte stando al numero di pozzi denunciati nel 2013 (4843) approvvigionano autonomamente l’acqua per uso domestico, malgrado la presenza diffusa di pozzi – notano i tecnici dell’Urpa – rappresenti un ulteriore veicolo per l’inquinamento della falda e compromette a volte in modo irreversibile, la risorsa idrica.
IL COMMENTO
DELL’AMMINISTRAZIONE
“L’URPA è una felice sperimentazione – commenta l’Assessore all’Urbanistica, Salvatore Codispoti – che mira ad armonizzare il lavoro di tre Settori: è necessario che Urbanistica, Ambiente e Lavori Pubblici operino mediante nuove modalità interdisciplinari per rispondere alle complesse istanze che provengono dal territorio. La piena sintonia politica ha reso possibile intraprendere una sperimentazione trasversale che predilige risposte ai cittadini prima che la definizione di specifiche competenze. Ogni giorno, insieme ai colleghi della Giunta, teniamo bene a mente le richieste dei cittadini delle periferie e dei Consorzi. Cerchiamo un approccio più efficiente ed efficace: l’URPA è lo strumento più adatto per gli ambiziosi e non più rinviabili obiettivi che ci siamo prefissati”. Il primo anno di attività dell’Urpa è stato fondamentale per effettuare una ricognizione generale per quel che riguarda condono edilizio e autorizzazioni allo scarico, insediamenti domestici non serviti da fognatura e/o impianto idrico pubblici, che ha interessato tutti i consorzi. Ora l’amministrazione ha chiesto all’URPA anche di definire nuovi percorsi di partecipazione e collaborazione con cittadini (meglio se organizzati) e soggetti economici privati. Infine, l’ufficio si occuperà anche di redigere l’atteso Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS). Francesca Cavallin
Delibera di Giunta per avere più liquidità in cassa
Rimodulazione mutui
Il Comune di Aprilia sceglie di rinegoziare 68 mutui per avere una iniezione di liquidità, utile a ridurre la pressione sulla spesa corrente e mantenere gli equilibri finanziari di bilancio affrontare in un periodo reso più difficile dall’emergenza Covid 19, che ha avuto per effetto anche una riduzione delle entrate. Una possibilità offerta dal decreto legge del 19 maggio 2020 e dalla Cassa Depositi e Prestiti che con la circolare del 23 aprile scorso ha reso note le caratteristiche dei mutui accesi dagli enti locali per i quali era possibile effettuare la rinegoziazione, con una finestra aperta dal 6 al 27 maggio. E l’amministrazione Terra, attraverso la delibera di giunta 45 del 21 maggio scorso ha colto la palla al balzo, accettando alle condizioni offerte dalla banca dello stato di contrattare 68 mutui, per un debito residuo complessivo calcolato al 1 gennaio 2020 pari a 22 milioni 942 mila 197 euro da pagare nei prossimi 20 anni.
L’operazione approvata dalla giunta, comporterà un risparmio relativamente alla quota capitale delle rate dei mutui rinegoziati e sulle rate di ammortamento in scadenza nell’esercizio finanziario corrente pari a 567 mila 068 euro. L’ente, entro il 31 luglio 2020 si impegna però a corrispondere la quota di interessi maturati nel primo semestre 2020, calcolati sulla base del tasso di spread applicabile ai prestiti originari, che ammonta a circa 500 mila 104 euro, mentre entro il 31 dicembre 2020 dovrà essere corrisposta una rata complessiva della quota capitale, pari allo 0,25% del debito residuo in essere alla data del 1 gennaio 2020 e della quota di interessi calcolata al tasso di interesse fisso. Infine, l’ente di piazza Roma così come gli altri enti locali che hanno aderito alla rinegoziazione dei mutui, dal 30 giugno 2021 e fino alla scadenza del prestito, fissata al 31 dicembre 2043, si impegnano a versare una rata semestrale posticipata, calcolata al tasso di interesse fisso, che per quanto riguarda il Comune di Aprilia ammonterà a 768 mila 706 euro. Nel caso in cui l’ente non pagherà entro il 31 luglio 2020 la quota di interessi, è nelle facoltà della Cassa Depositi e Prestiti recedere dal contratto.
“L’attuale contesto legato all’emergenza derivante dalla diffusione del Covid 19 e della conseguente riduzione delle entrate – spiega l’amministrazione nel corpo della delibera – fa sì che questo ente si trovi nell’esigenza di dover reperire le risorse finanziarie necessarie a garantire il mantenimento degli equilibri finanziari di bilancio. Tra le misure attuabili al fine di una riduzione della spesa corrente per l’esercizio finanziario in corso rientrano le operazioni sull’indebitamento, finalizzate ad assicurare un risparmio sulle rate dei mutui in essere presso la Cassa Depositi e Prestiti”.
Francesca Cavallin