Con il risanamento in corso la politica potrebbe fare marcia indietro
La rinascita della Multiservizi
Spetterà alla politica fare scelte sul futuro della Multiservizi, mentre al collegio di liquidatori nominato l’indomani della messa in liquidazione dell’azienda speciale è toccato l’arduo compito di risanare i conti in perdita e correggere le storture di “17 anni di gestioni raffazzonate”.
Termini duri quelli utilizzati nella commissione finanze del 4 giugno scoso, presieduta da Omar Ruberti, dal presidente del collegio di liquidatori Daniele Giuncato, per definire chi lo ha preceduto alla guida della municipalizzata, mettendo in mora tutte le gestioni dal 2003 al 2016, quando l’ispezione del Mef ha messo in luce carenze e irregolarità.
“Nei 7 anni dal 2003 al 2010 e successivamente tra il 2013 e il 2014 – ha spiegato Giuncato durante una seduta incentrata proprio sull’audizione dei liquidatori – al di fuori del contratto servizio si è registrata una perdita di esercizio pari a 17 milioni 279 mila euro. Una perdita che il comune ha cercato di ripianare votando due delibere nel 2011 e nel 2014. Uno squilibrio dettato nei primi anni dall’assenza di un contratto dei servizi, poi tra il 2013-2014 da un contratto sottostimato rispetto alle esigenze aziendali reali. Nel 2004 l’azienda contava 272 dipendenti, mentre oggi ne conta 179 e negli anni precedenti non è stata fatta una vera e propria gestione aziendale, ma una gestione raffazzonata, che non teneva conto delle esigenze dell’azienda pubblica, portando a tutte le criticità rilevate dal MEF: contratti di servizio sottostimati, eccedenza di personale, accantonamenti di bilancio mai fatti, TFR non versati, politiche di bilancio estremamente restrittive, che non hanno mai permesso di fare una previsione di medio e lungo periodo e il ricorso incondizionato a modalità lavorative straordinarie”.
E’ stata la gestione affidata ai tre liquidatori (Giuncato, Ottaviani e Di Battista) a dover sciogliere inoltre due nodi crociali: il pagamento del maxi debito con l’INPS attraverso la rottamazione della cartella esattoriale e l’arbitrato con il Comune sulle fatture milionarie contestate, il cui esito dovrebbe essere reso noto nelle prossime settimane.
“Sui servizi qualitativamente migliori oggi resi da Asam – ha proseguito Giuncato - il Comune paga il 20% in meno. Rispetto al 2016, quando Asam costava 7 milioni 200 mila euro, nel 2019 è costata 5 milioni 700 mila euro, senza contare che l’azienda fino a novembre 2023 pagherà le rate semestrali del debito con l’Inps degli anni pregressi, passata da 11 milioni 848 mila euro a 7 milioni 826 mila euro dopo la rottamazione”. Secondo i liquidatori, gran parte dei rilievi del Mef sono ormai superati “Non abbiamo solo risanato i conti di una azienda – ha sottolineato anche il dottor Davide Di Battista– ma le abbiamo restituito dignità e ridato dignità a lavoratori che spesso svolgevano lavori per i quali non avevano competenze specifiche”.
LE CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE
L’opposizione da parte sua, non ha nascosto riserve su quanto relazionato dai liquidatori: Domenico Vulcano e Vincenzo La Pegna in particolare hanno rilevato che non tutti i rilievi sollevati dal Mef furono superati con le controdeduzioni del Comune, dal momento che una parte sono stati inoltrati alla Corte dei Conti per le verifiche del caso e ad oggi ai dipendenti della municipalizzata non è ancora stato applicato il contratto decentrato di secondo livello. Agli straordinari ridotti e alle spese carburante ridotte inoltre corrisponde un continuo ricorso a lavoratori interinali.
“Personalmente ero e sono contrario alla liquidazione dell’azienda speciale – ha sottolineato Vincenzo La Pegna – e credo non servissero dei liquidatori solo per sistemare i conti della Multiservizi. I numeri letti sui risparmi non mi fanno alcun effetto, ma vorrei chiedere se ad oggi risulta vi siano ancora consulenti esterni. Mi risulta inoltre un elevato numero di lavoratori interinali provenienti dal vicino Comune di Anzio”.
“Una relazione molto poco dettagliata ed esaustiva – ha dichiarato il consigliere della lista Giusfredi Davide Zingaretti – ma vorrei chiedere quale sia ad oggi la soluzione per quanto riguarda la gestione dei parcheggi, in perdita e se la liquidazione porterà alla chiusura della società e quali saranno gli atti consequenziali a questa commissione”.
“Una sintesi stringata – ha dichiarato il consigliere di Italia Viva Vincenzo Giovannini – che lascia aperti molti interrogativi riguardo al futuro della municipalizzata. Certamente in passato questa azienda ha pagato una gestione allegra, con assunzioni sconsiderate e servizi scadenti resi alla città, anche se personalmente sono sempre stato contrario alla liquidazione e resto contrario. Oggi risparmiamo risorse importanti, ma va sottolineato che molti servizi e quindi risorse sono passate alla Progetto Ambiente”.
I SOLDI RISPARMIATI ALLA PROGETTO AMBIENTE
E in effetti il risanamento dell’azienda in liquidazione Multiservizi mette in luce contraddizioni e problemi che il Comune di Aprilia continua a trascinarsi dietro. L’intervento dei liquidatori durante la commissione ad hoc infatti ha presentato una azienda diversa rispetto a quella oggetto dei pesanti rilievi del Mef – solo in parte superati e in parte ancora oggetto di valutazione della Corte dei Conti. Pur dovendo ricorrere per il reperimento di alcune figure professionali specifiche al personale interinale iscritto alla Tempor di Pomezia e Latina, ad oggi l’azienda è arrivata a contare 179 dipendenti e costa al comune 1 milione 423 mila euro in meno rispetto al 2017, con un risparmio del 20%. Un risparmio riferibile esclusivamente ai rapporti tra il Comune e la sua municipalizzata, ma soldi che, come rilevato in aula anche dal consigliere di Italia Viva Vincenzo Giovannini, Vincenzo La Pegna di Fratelli D’Italia e poi anche dal consigliere di maggioranza Mauro Fioratti Spallacci di fatto non restano nelle casse del Comune di Aprilia. Dal 2018 i servizi cimiteriali, la manutenzione del verde pubblico e l’assistenza all’utenza sulla Tari è passato nelle mani della Progetto Ambiente. La partecipata con la determinazione 80 del 19 marzo scarso ha ricevuto 406 mila 139 euro per la manutenzione del verde pubblico durante l’anno in corso, 220 mila 773 euro per il servizio di informazione all’utenza e supporto all’ufficio tributi (determinazione 20 del 2 aprile scorso) e per l’anno 2019 ha percepito altre 417 mila 291 euro per la gestione del cimitero (228 mila 192 euro di canone annuo base e 113 mila 850 euro di canone annuo extra). 1 milione 044 mila euro, cui vanno ad aggiungersi i costi degli esternalizzati servizi di manutenzione degli edifici pubblici, della pubblica illuminazione e gli incarichi affidati ai privati per alcuni servizi di manutenzione verde. L’opposizione non ha potuto fare a meno di notare che si tratta comunque di somme a carico dell’ente di piazza Roma, un gioco di vasi comunicanti che modifica la forma, ma non cambia la sostanza. Inoltre, mentre la Multiservizi sembra avere un piano per riuscire ad accantonare e pagare sia le rate della cartella esattoriale per i contributi Inps non versati in passato e riassorbire i costi milionari delle fatture contestate, una volta che l’arbitro tra le parti si sarà pronunciato al riguardo, il Comune pare avere grosse difficoltà a onorare i pagamenti. Il presidente Daniele Giuncato infatti ha affermato che i pagamenti delle rate che l’ente corrisponde all’Asam (pari a 466 mila euro mensili) sono fermi a dicembre 2019: ad oggi il Comune di Aprilia è in debito con la sua partecipata per 2 milioni 600 mila euro di prestazioni fornite nei mesi scorsi e ancora non liquidate. Una cifra non di poco conto, per un ente indebitato, con problemi di riscossione e destinatario di ingiunzioni di pagamento da parte di fornitori privati per oltre 10 milioni di euro.
Infine se l’audizione non è servita a fare chiarezza su quale sarà il futuro della Multiservizi, una scelta politica come specificato dai liquidatori.
“Non voglio parlare di liquidazione rispetto all’Asam ma di risanamento. Noi ci batteremo affinché questa azienda possa spiccare il volo: inutile chiedere ai tecnici di scelte che competono al consiglio comunale” ha dichiarato Ilaria Iacoangeli della lista Terra, quasi a rispondere agli interrogativi posti ai liquidatori da Vincenzo Giovanni e dal consigliere della Lista Giusfredi Davide Zingaretti rispetto al futuro della municipalizzata.
“Mi ha fatto un po’ paura – ha invece dichiarato Mauro Fioratti Spallacci – la frase pronunciata dal dottor Giuncato, che ha detto che il fine della liquidazione è la chiusura dell’azienda. Chiedo ai tecnici per quanto dovremo restare appesi e se in futuro questa azienda potrà restare, magari per la gestione nello specifico dei servizi alla persona”.
IL SINDACO: LA MULTISERVIZI PUO’ RINASCERE
Rimettere in carreggiata la Multiservizi, farne una azienda sana e in grado di erogare servizi di qualità, è un traguardo non solo auspicabile, ma possibile. Sembra aver maturato questa opinione il sindaco di Aprilia Antonio Terra. Lungi dal convincerlo del contrario, la commissione finanze sembra aver consolidato nel primo cittadino l’idea che Asam, con un deciso cambio di passo rispetto al passato possa rinascere. La commissione in vero, ha rilevato un cambio di rotta rispetto a quanto rilevato dal Mef, rilievi che convinsero le civiche a votare la messa in liquidazione, allora con un debito Inps superiore a 11 milioni di euro e un contenzioso milionario in corso sulle fatture contestate. Oggi il costo del personale si è ridotto, non solo per una riduzione numerica degli assunti (173 ad oggi), ma anche per un deciso taglio a straordinari e rimborsi chilometrici. Il costo annuale è sceso da 7 milioni 200 mila euro del 2017 a 5 milioni 700 mila euro, ma è anche vero che a quel risparmio del 20% corrisponde il trasferimento di dipendenti e servizi alla Progetto Ambiente, che oggi per circa 1 milione di euro in più l’anno si occupa anche di cimitero, manutenzione del verde e supporto all’ufficio Tributi per la Tari – cui si aggiungono altri servizi al tecnologico esternalizzati. Il presidente del collegio Daniele Giuncato inoltre ha fatto sapere che il Comune è indietro con i pagamenti della rata mensile di oltre 5 mesi e il debito ammonta a 2 milioni 600 mila euro. Il sindaco però respinge l’ipotesi che ciò sia dovuto a difficoltà di cassa.
“Bisogna tener conto – afferma il Sindaco - che fino ad oggi il Comune ha già pagato 2 milioni 400 mila euro dovute all’Inps in seguito alla rottamazione della cartella esattoriale, procedura che ci ha fatto risparmiare circa 3 milioni di euro. Pagheremo anche il debito milionario delle fatture contestate, a breve è attesa la sentenza dell’arbitrato. Nel frattempo però abbiamo continuato regolarmente a pagare gli stipendi al personale, i fornitori, non siamo indietro con i contributi. Possiamo permetterci questa elasticità nel pagamento di quanto dovuto per i servizi resi, perché si tratta di una azienda pubblica al 100% che ora naviga in buone acque, come del resto la partecipata”.
Non c’è ancora una formula esatta né una data, ma il sindaco sembra convinto che la Multiservizi possa rinascere. “Non è escluso che si possa tornare indietro – afferma – perché questa azienda eroga servizi essenziali per quanto riguarda l’assistenza alla persona, non solo attraverso il Giardino dei Sorrisi e anche quel che resta del tecnologico inizia a lavorare nella giusta direzione. La gran parte dei dipendenti lavora con uno spirito diverso e il ricorso al personale interinale, non potendo assumere, è stato lo strumento per reperire le professionalità che mancavano”.
I problemi di liquidità non mancano. “Le casse del Comune di Aprilia – specifica però – stanno comunque meglio rispetto ad altri Comuni. Il nostro problema resta l’evasione: lo scorso anno ci sono stati 6 milioni di euro di ammanco per la Tari e malgrado molti cittadini abbiano pagato l’acconto in un’unica soluzione per dare un segnale, temiamo che in molti non riusciranno a pagare. Confidiamo che il governo centrale porti avanti altre strategie per aiutare gli enti locali, non solo attraverso finanziamenti ma con l’opportunità di sbloccare altre risorse”.
Francesca Cavallin