Il Pontino Aprilia • 14/2020
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Tutti vediamo ma non tutti ci avvediamo
C’è stata l’apparizione. Non l’apparire della sorridente
signora biancovestita che ritorna a mostrarsi coi suoi
messaggi, perché questo tipo di apparizioni sono
esclusive, riservate a pochi. Qui si parla invece di
un’apparizione, di un apparire visibile a tutti, anche
se non tutti riescono a intenderne la portata e il
significato. Ci sono infatti situazioni in cui tutti
vediamo, ma non tutti ci avvediamo; tutti guardiamo,
ma non tutti comprendiamo. Uno di quelli che si sono
avveduti di questa apparizione è Antonio Polito che sul
«Corriere della Sera» di qualche giorno fa ha scritto
della apparizione o del ritorno del male. Il virus che,
fuoriuscito da qualche parte per ora ignota, colpisce il
mondo intero da oriente a occidente, da settentrione a
meridione, quasi si trattasse di una guerra mondiale, è
un esempio di questa apparizione. E, proprio durante
l’epidemia, ecco le torture, le orge e i crimini della
caserma «Levante» di
Piacenza. Lo slogan “siamo un
grande Paese” viene
ridimensionato o smentito dal
male che si riappropria della
sua banalità. A Roma alcuni
ragazzini sputano sui citofoni
per sfregio alle norme di
igiene. Ci sono poi i minorenni
che a Vittorio Veneto
terrorizzavano i negozianti con
estorsioni e minacce. C’è
l’aumento esponenziale di
materiale pedopornografico
registrato durante la chiusura.
Vari studi sociologici
dimostrano che il risveglio dal
virus porta violenza e conflitti nei comportamenti
collettivi. E la crisi economica indotta dalla chiusura
forzata della gente in casa provoca violenza e instabilità.
Centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perduto il
lavoro a causa del virus e della chiusura, ma anche a
causa di un modo di amministrare spesso miope. La
guardia costiera di un Paese confinante con l’Italia spara
sugli emigranti e uccide tre persone. Questi sono solo
pochi esempi dell’apparire del male. Perciò ha senso
chiedersi: è possibile che, ancora una volta nella storia,
una grande paura covi l’uovo del serpente e sprigioni
riserve mai esaurite di violenza, sopraffazione, cioè di
male? Eppure, non è forse altrettanto vero che noi non
riusciremmo a “vedere” il male se non ci fosse il bene?
Quel bene che ci era parso così evidente nei giorni più
foschi del dolore e della chiusura totale? …
Il bene nonostante il male
… Eppure: Non è forse vero che tante iniziative di
bene proseguono nonostante il male? La solidarietà,
l’impegno civile di molti, e i molti che fanno il loro
dovere nonostante tutto, non sono forse altrettante
manifestazioni di bene, di gente che pur accorgendosi
del male, decide di agire per il bene, anzi per il
meglio? Certo, la epidemia è andata di pari passo con
l’apparire del male in stile globale. Ma va detto che
male e bene camminano sempre accoppiati assieme.
Agostino scrive infatti che il male non è che la
negazione del bene, la lacuna del bene. Si
propongono quindi due considerazioni. Primo. Dinanzi
a questa apparizione del male ci si pone una domanda
forte e antica: Fino a quando? Dio, fino a quando
questa apparizione, questo ritorno, questa compagnia
del male sarà con noi? Il sangue, l’ingiustizia, la
malignità, non bastano ancora? E la polemica con Dio
potrebbe continuare.
Secondo. Dinanzi all’apparire
del male, i discepoli di Gesù
gridano, ma senza farsi
sorprendere. I criteri da
seguire sono noti: «Quanto
all’amore, siate pieni d’affetto
gli uni per gli altri; […] allegri
nella speranza, pazienti
nell’afflizione, perseveranti
nella preghiera; […]
Benedite quelli che vi
perseguitano; benedite e non
maledite. Rallegratevi con
quelli che sono allegri;
piangete con quelli che
piangono. Abbiate fra voi un
medesimo sentimento; non abbiate l’animo alle cose
alte, ma lasciatevi attirare dalle umili. Non vi stimate
savî da voi stessi. Non rendete ad alcuno male per
male. Applicatevi alle cose che sono oneste […]. Non
esser vinto dal male, ma vinci il male col bene». Così
scrive Paolo apostolo nel suo evangelo, che è l’epistola
ai Romani. E ancora: «Non abbiate altro debito con
alcuno se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama
il prossimo ha adempiuto la legge. L’amore non fa
alcun male al prossimo; lasciate stare immoralità e
dissolutezza; contese e gelosie; ma rivestitevi del
Signor Gesù Cristo» (Rm 12 e 13). Ri/leggiamo: Non
esser vinto dal male, ma vinci il male facendo il
bene. Che sia questo il solo criterio sapiente da seguire
per non farsi scoraggiare dall’apparire del male, dal
ritorno della sua banalità?
L’APPARIZIONE
FEDE
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RAGIONE
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La fede
come
esercizio
della
mente
Questa pagina,
interamente curata
ed autofinanziata dalla
comunità di cristiani
che si incontra in
APRILIA,
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importanti della vita e
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