Il Litorale • 19/2019
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ANNO XIX - N° 19 - 1/15 NOVEMBRE 2019 Il Litorale Pag. 25
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“Il giornale scolastico è un
contributo alla crescita morale
e culturale della società”
(O.D.G.)
EDITORIALE
Spazio autogestito
dai provetti
giornalisti
delle classi
II A e II C Primaria
Scuola Severiano
Anzio 4
Dirigente Scolastico
Prof. Gennaro Guarino
Il Corriere
Direttore editoriale Nicoletta Gigli
di Viale Severiano - XV Edizione
In questo numero alunni e alunne delle classi II A e II C raccontano qualcosa di sé con piccole produzioni scritte e parlate. È un momento molto importante a cui l’in-
tero territorio, in cui questi bambini e queste bambine stanno crescendo, è chiamato a partecipare. Condividere questi racconti con gli altri, con i lettori sconosciuti de
Il Litorale, significa avere uno sguardo più ampio e creare un legame con il proprio ambiente, in cui il lettore stesso assume un importante ruolo nella crescita dei pic-
coli giornalisti, semplicemente ospitandoli nei loro pensieri; il sentimento di cittadinanza nasce proprio quando il territorio accoglie i/le piccoli/e cittadini/e e le loro
necessità, riconoscendoli come fondamentale risorsa per il futuro del nostro pianeta. La narrazione è un processo di crescita che permette lo scambio di significati, ri-
feriti alla propria vita, con compagni/e e con i docenti: è quindi qualcosa di molto intimo che permette di stabilire un’alleanza sempre più profonda e autentica tra le
persone che comunicano, per ricercare se stesse. È un modo attraverso cui dilatare e coltivare le proprie capacità empatiche, riflessive e di ascolto, un percorso che
porta a prendersi cura della persona con le sue emozioni, con le sue speranze, con le sue gioie, incertezze e paure. La narrazione implica inoltre la partecipazione attiva
di singoli alunni/e che, attraverso il racconto delle loro storie, diventano protagonisti/e del loro stesso processo di crescita, rielaborano i propri vissuti ed entrando in
possesso, con il tempo, di tecniche che diverranno via via sempre più sofisticate e adatte a raccontare pensieri ed esperienze sempre più complesse ed articolate. I testi
sul gatto e sui desideri riferiti alle cose da fare in un tempo lungo, sono illustrati con bellissimi disegni. Si ringrazia per la partecipazione la maestra Tiziana Onorati.
Manuel – il gatto si arrampicava
dalla casa e dall’albero. Quando
salta non si fa male, sotto le zam-
pe ci sono i cuscini.
Lorenzo – il gatto è un felino che
ha gli artigli retrattili e ha paura
dell’acqua. Può essere di svariati
colori: bianco nero, arancione e di
altri tipi di colori. È sia selvaggio
sia domestico. Quando è selvag-
gio si nutre da solo e quando è
domestico, invece si fa accudire
dall’umano e mangia croccantini,
pesci e cose del genere. Il gatto
quando salta giù dal muretto, ma-
gari, o da posti di media altezza,
non si fa male, perché lo protegge
la sua capacità di atterraggio. I
suoi peli sono corti, non tutti ma
la maggior parte sì, soprattutto
quelli selvaggi hanno peli molto
lunghi perchè devono restare al
caldo anche d’inverno quindi
hanno questi peli abbastanza
grandi per rimanere caldi sia l’in-
verno che l’estate nei momenti
freddi e per restare sempre al co-
perto dalla pioggia.
Maria Sofia – Luna è una gatta
che vive con una famiglia compo-
sta da mamma, papà e due figli,
Giulio e Anna e il cane Fido, vive
in una casetta a due piani. Luna è
una gatta con il manto nero, le
zampette bianche e gli occhi ver-
di. Ama stare in mezzo ai gerani
sul davanzale della finestra dove
è la sua coda leggera con un oc-
chio socchiuso e le orecchie at-
tente per vigilare e sorvegliare
tutto quello che succede intorno
alla casa. Lei è una gatta selvag-
gia domestica.
Greta A - il gatto caccia lucerto-
le, topi e uccelli e è un mammife-
ro. Ha paura dell’acqua e è sia
selvaggio e domestico e ha gli ar-
tigli affilati per cacciare le prede e
ama essere coccolato. È dormi-
glione.
Marzia – sul davanzale della fi-
nestra un gatto nero sorvegliava
era Luna la gatta che fingeva di
dormire, ma con le orecchie era
intenta a sorvegliare tutto quello
che succedeva intorno alla casa.
Le giornate più calde dell’estate
ormai erano un ricordo.
Alice – a me i gatti non piacciono
perché sono ruffiani e mi vengo-
no a cercare solo quando hanno
fame. Quando devono lavarsi si
leccano, miagolano e gli piace
molto il pesce e i croccantini. Be-
vono molto il latte. Quando fanno
non mi ricordo come si chiamano
tutti, perché sono di mia nonna e
non la vado a trovare molto spes-
so. Va beh, mi piacciono i gatti.
Sharon – i gatti mangiano il latte,
hanno i baffi, possono essere di
colori diversi, giocano con le pal-
line, saltano, vanno sopra alle
macchine, vanno sopra alle mac-
chine, giocano con i bambini, poi
hanno i peli poi le orecchie mor-
bide e poi i gatti sono giocherel-
loni, giocano tanto.
Nicole – io ho un gatto che si
chiama Chira e Chira ha fatto due
cuccioli, si chiamano Momo e Bi-
bi. Momo ha il pelo corto, bianco
nero marrone chiaro e grigio, Bibi
ce l’ha lungo marrone e nero. Gli
piace arrampicarsi sugli alberi.
Quando sono nati avevano gli oc-
chi azzurri, ora ce li hanno marro-
ne più scuro. Quando torna a casa
mi vengono incontro e se non li
accarezzo mi stanno vicino finchè
non lo faccio. Mi piace quando
torno a casa, me li ritrovo tutti e
tre davanti al cancello. Gli ho
la cacca scavano la buchetta e poi
la ricoprono, poi i gatti randagi
possono anche graffiare e ci sono
anche i gatti che vivono in casa. I
gatti che vivono in casa bevono
molto il latte.
Federica – il gatto è un animale
felino. Dà la caccia alle lucertole,
ai pesci, qualche insetto e anche
ai topini. Gli piace mangiare
quello che ho detto ora, però
mangia molto più volentieri le
crocchette. Poi odia l’acqua,
quando i padroni gli fanno le ca-
rezze lui muove la coda, senti an-
che un fruscio. Ha una faccia ro-
tonda e carina, ha degli occhi
molto dolci e ha una vista anche
al buio.
Ginevra – c’era una volta una
gattina di nome Stella che viveva
in un giardino con il suo fratelli-
no di nome Virus, che lei faceva
sempre la caccia ai topo, invece il
fratellino li cacciava per giocarci
e per non farli mangiare dalla so-
rellina. Allora il fratellino gli dice
sempre ‘non li mangiare, perché
li mangi? Sono carini perché non
ci giochi?’ Allora la sorellina fa
così, allora anche lei giocava con
il fratellino e anche i topolini così
erano amici per sempre e ogni
tanto chi li vedeva ci giocava, co-
sì stavano un po’ insieme e inve-
ce di litigare giocavano insieme.
Giacomo – una gatta che noi la
chiamiamo Sofi, ma in realtà si
chiama … non mi ricordo … e
viene sempre da me perché io gli
faccio le coccole e gli do sempre
da mangiare e poi quando viene
da me vado sempre con la bici e
lei mi corre dietro e la faccio
sempre giocare. Quando se ne va
io la vado sempre a cercare, Sofi.
I gatti sono anche randagi e sel-
vatici e hanno anche gli artigli e
ci stanno anche quelli domestici.
Gioele – i gatti sono felini, sono
selvatici, hanno il pelo, si fanno
accarezzare. I gatti mangiano.
Cristiano – il gatto è uno con le
unghie che può graffiare, ci stan-
no anche i colori, io ho anche un
gatto. Ci stanno certi selvaggi e
certi adottati, che puoi anche
adottare. Se è uno sconosciuto il
gatto, prima ti devi far riconosce-
re, se vuole essere tuo amico, poi
lo puoi accarezzare, sennò il ri-
schio è che ti può anche graffiare.
Il gatto a me piace perché è un
animale che io ho e ha fatto pure i
cuccioli, uno Benjamin, uno …
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