Il Sindaco di Anzio non prende decisioni su quanto promes
Gli animali aspettano
A conclusione della riunione del Consiglio del 28 marzo il Sindaco ha dichiarato che “il Comune riparte”; dopo un periodo di rallentamento dovuto alla imbarazzante situazione in cui si trova, il Comune di Anzio riprende il suo lavoro in attesa di conoscere l’esito della Commissione di Accesso. Uno degli argomenti lasciati in sospeso è certamente quello dell’assistenza agli animali con particolare riferimento ai randagi. Il Comune di Anzio spende un quarto di milione di Euro per ricoverare un numero imprecisato, ma certamente non eccessivo, di cani e lo fa presso un canile che si trova a 35 Km di distanza, che è stato oggetto di varie critiche in passato e che è stato recentemente abbandonato dal Comune di Ardea. A parole Sindaco, Giunta e Consiglio sembrano tutti d’accordo ma di fatti nemmeno a parlarne. L’ostacolo sembrava essere la difficoltà di trovare un terreno adatto ma ora sembra che un terreno sia stato individuato ma necessita di un intervento per il suo cambio di destinazione. Mi domando a chi possa convenire protrarre una situazione cosi onerosa se non alla proprietà del canile che il Comune di Anzio continua ad utilizzare. Certamente non conviene ai cittadini di Anzio che pagano le tasse e ne, tanto meno, alle bestiole che potrebbero ricevere un’assistenza migliore e trovare piu rapidamente una famiglia in cui vivere. Il Gruppo UPA-Animali si occupa da tempo di questo problema ed attende di poterne parlare in Commissione al fine di collaborare alla realizzazione di una struttura comunale anche per permettere un indiscutibile risparmio per le casse comunali. Nel frattempo riceviamo la lettera della responsabile del settore animali di UPA che indirizza al sindaco, dopo che nessuna risposta ha ricevuta alla sua precedente nota rivolta al Primo Cittadino.
“Preg.mo Dott. De Angelis,
Durante la diretta del consiglio comunale del 14 Febbraio scorso Lei ha dato incarico al consigliere Gatti di far riunire la commissione ambiente e la commissione all’urbanistica con lo scopo di trovare un terreno idoneo per l’edificazione di un rifugio per i randagi che ricordiamo, ancora una volta, farebbe risparmiare considerevoli somme ai suoi concittadini.
L’incarico conferito al consigliere Gatti è apprezzabile, ma quanto accaduto solo 2 giorni dopo la riunione del consiglio comunale e le indagini, tuttora in corso, della magistratura hanno posticipato a data da definirsi una decisione così importante, lo comprendiamo.
Quanto dunque Le chiediamo ora è molto semplice, senza costi per la comunità e, crediamo, utile anche a dimostrare “il buon fare” dell’amministrazione comunale da Lei presieduta:
1. L’approvazione del Regolamento Comunale che il consigliere Gatti ha già, a suo dire, predisposto (gli avevamo fornito gli esempi attuati da altri Comuni);
2. L’aggiunta di una pagina ad hoc sul sito web del Comune di Anzio dove il cittadino possa:
a. Scaricare il pdf del regolamento a tutela degli animali;
b. Trovare indicazione di come comportarsi qualora si imbatta in un animale bisognoso di assistenza;
c. Tutte le schede fotografiche dei cani portodanzesi, presenti nel canile Alba Dog di Pomezia ed indicazione di chi contattare per procedere con l’iter dell’adozione.
In attesa di ricevere pronto riscontro a queste due richieste.
Settore UPA-DA
Laura Lazzarini”.
Certo che questo sarebbe un modo per dare un segno di attenzione e di rispetto verso gli animali abbandonati del Comune di Anzio e le tante persone che li difendono.
Sergio Franchi
Quando in guerra una vittoria con le armi può diventare una sconfitta
Putin e la guerra persa
Il bilancio finale dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia si conoscerà quando tutte le bocce si saranno fermate e nuovi assetti saranno stati determinati da norme condivise o da una sconfitta sul campo. Prima dell’inizio di un’azione militare del genere, pianificata da molto tempo, viene sempre tenuta una riunione operativa in cui tutte le componenti funzionali danno il proprio “go” all’operazione, cioè confermano la propria prontezza operativa. Alla fine il capo del Governo da il via all’attacco. Certamente lo scenario che i rappresentanti militari delle “Operazioni”, della “Logistica” e dei “Servizi”, che hanno partecipato alla riunione di Putin, ha trovato uno scarso riscontro sul campo. Secondo un primo approfondimento, da parte di analisti di strategia politico-militare, l’aggressione dell’Ucraina è stata un fallimento, qualunque ne sia l’esito conclusivo. Il “terreno” non era stato preparato, l’affiancamento da parte di elementi militari e civili ucraini non c’è stato, chi doveva eliminare il giovane presidente attore non c’è riuscito, molti mezzi di terra e carri impiegati sono vecchi degli anni 70-90, molti dei soldati sono di leva e poco motivati, la logistica è lenta ed insufficiente tanto che i soldati sono costretti a rubare nei negozi dei centri occupati ed a requisire case private, cacciando i legittimi proprietari. Il numero degli effettivi di terra per un’azione di conquista come questa, su un territorio doppio di quello dell’Italia, sarebbe dovuto essere almeno doppio di quello impiegato, tanto è vero che il Governo russo deve chiedere aiuto a mercenari Siriani ed ai tagliagole Ceceni che uccidono cristiani al grido “Hallahu Akbar”. Sul piano tattico alcune operazioni sono ritenute, da osservatori militari, decisamente poco adatte al tipo di attività in corso. La carovana di decine di chilometri di carri e mezzi di trasporto sulla dorsale, che va dall’aeroporto di Antonov verso nord fino Pribyrsk, è restata bloccata per molti giorni e mostrata in tutte le tv del mondo fino a costituire il tiro al piccione per i droni ucraini autodistruggenti ed a provocare danni ingenti. Questo concorrere di deficienze, che è costato già la testa di qualcuno di quelli che sedevano in quella riunione operativa, ha generato, di fatto, il fallimento dell’operazione. La strategia militare individua le linee indispensabili per una vittoria, la tattica ne definisce i dettagli di teatro. La conquista di un terreno abitato non avviene con il bombardamento aereo e ne, tanto meno, con il cannoneggiamento dal mare o con i missili di lunga gittata: la conquista di un terreno abitato avviene con quello che gli inglesi chiamano “the boot on the ground” e che non significa solo conquista fisica del territorio ma, per estensione, ed è la parte piu difficile, la stabilizzazione, la gestione ed il controllo di quel territorio nel tempo. L’Aeronautica può bombardare una città fino alla sua completa distruzione ma non può conquistarla; per conquistarla bisogna entrarvi con truppe di terra e dopo averla conquistata bisogna, dotarla dei servizi civili e governarla. Se l’aggressione russa fosse stata, come programmato, un’azione lampo ed avesse portato all’eliminazione del governo eletto, alla creazione di un governo fantoccio filo russo ed alla conseguente “stabilizzazione” politica, la guerra avrebbe avuto un esito favorevole per chi l’ha portata senza dichiararla. Perchè, l’arroganza dello Zar Putin è immensa, in Russia il massacro ucraino non si può chiamare guerra ma “operazione speciale”, come per voler sottolineare che l’Ucraina non è uno stato democraticamente eletto ed indipendente a cui si dichiara guerra, ma un lembo di Russia che si ribella alla madre patria in cui si mandano truppe per ristabilire l’ordine costituito. La guerra di aggressione dell’Ucraina è un fallimento perchè la gente ucraina, in buona parte russofona è diventata anche russofoba, perchè quella gente aveva scelto l’occidente e la democrazia in piazza Majdan cambiandole il nome in EuroMajdan e perchè quella gente non vuole tornare indietro in un mondo governato in modo dittatoriale da un uomo e dalla sua cricca di oligarchi che il regime ha fatto arricchire in modo esagerato. E, orgogliosamente, ha deciso di difendere la propria indipendenza ed il proprio diritto all’autodeterminazione senza titubanze; con la certezza di chi si sente violato nel proprio diritto fondamentale di essere libero. Sul campo l’esercito russo, infarcito di elementi esterni, ha occupato villaggi e piccole città ma si è fermato nella conquista di grandi città ed ha concesso troppo tempo ai sui abitanti ed alle truppe dislocate di creare ostacoli al mezzo di penetrazione fondamentale: il carro armato; anche perchè centinaia di micidiali ATGM, (Lanciatiori di missili guidati anti carro) sono stati distribuiti a chi difende il teatro urbano. Entrare nelle grandi città ucraine è diventato molto difficile ed oneroso ed il prezzo pagato già dai russi in termini di vite umane supera le 10.000 unità. Per la Russia non resta che continuare a bombardare, come a Mariupol, con la prospettiva di dover anche sostenere le ingenti spese per la ricostruzione nel caso di conquista finale del territorio. Sul piano Politico, solo l’interesse economico e l’opportunismo hanno impedito ad alcune grandi nazioni non occidentali di condannare fatti e circostanze che il tribunale dell’Aja ha già classificato come crimini di guerra. Putin ha perso l’”operazione speciale” in Ucraina anche perchè per vincerla dovrebbe spianare al suolo tutte le sue città, l’ha persa perchè anche se la vincesse distruggendo tutto, dovrebbe governarla contro migliaia di partigiani che farebbero guerriglia eterna. Ma poi è così sicuro che Golia sovrasterà David ed i suoi diritti? Poche migliaia di Vietcong hanno prima fermato e poi costretto alla ritirata l’esercito piu potente del mondo, in Afganistan è successa quasi la stessa cosa: chi difende la propria casa ha una ragione piu grande per fare una guerra di chi vuole andare in casa di altri. Comunque vada la storia non avrà pietà per la Russia di Putin.
Sergio Franchi