Il libro di Michael J. Sandel su vincitori e perdenti
La tirannia del merito
Michael J. Sandel, “La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e perdenti”, Feltrinelli 2021, riedito da RCS-Corriere della Sera nel 2022, pp. 270.
E’ radicata nelle tradizioni e nel senso comune planetario, la credenza secondo cui chi si impegna e ce la mette tutta nella vita, merita il successo economico e morale, la gratificazione, il riconoscimento della sua persona e l’accesso nelle elitès. E’ una storia vecchia che si tramanda dalla antica Grecia da Platone (cfr. p.34) il quale sosteneva che il governo delle polis doveva essere gestito dai più intelligenti e colti che, ai suoi tempi, erano i Filosofi. Nell’’etica protestante (cfr. da p. 43 a 50) e il merito della grazia divina va elargita al singolo per la sua abnegazione e il suo lavoro. Fino all’economia classica e poi al neo liberismo dei nostri giorni che ha fatto del merito una colonna ideologica portante. Se non riesci, se non emergi la (ir)responsabilità e il ‘demerito’ saranno solo i tuoi; per la disistima, la bassa stima (ed autostima), per la scarsa considerazione, fino alla povertà, al fallimento… non abbiamo nessuno da biasimare se no noi stessi. “Gran parte del fascino della fede meritocratica consiste nell’idea che il nostro successo sia il nostro agire…un’immagine liberatoria, perché suggerisce che possiamo essere agenti umani, che si sono fatti da sé…padroni del nostro destino…Tuttavia, raramente il successo arriva unicamente dal duro lavoro…L’argomentazione meritocratica non è principalmente un’affermazione sociologica sull’efficacia dello sforzo” (pp.128 e 129), più che altro è un’affermazione moralistica ed ideologica, spesso implicitamente (ed esplicitamente) mistificatrice. M. J. Sandel, filosofo della politica, docente ad Harvard, come già alla fine degli aa 50, fece il sociologo M. Young, si impegna, in queste interessanti pagine, a smontare questa retorica ideologica e totalizzante. Un’idea mistificatrice perché colpevolizza (e autocolpevolizza) i poveri, chi non ce la fa, procurando, sul piano psicologico, crolli dell’autostima, minando, invece, sul piano sociale la coesione e la solidarietà, promuovendo performatività, competitività, l’invidia, l’umiliazione dei non abbienti e la tracotanza delle elitès. Si determinano così devastanti fratture sociali (si pensi p. es. alla distinzione fra poveri meritevoli e quelli immeritevoli – cfr. p. 150) e, alla fin fine, corporativismi e populismi di vario genere. Il merito è fautore di un’altra grande mistificazione: quella delle pari opportunità e cioè che è importante fornire a tutti una base egualitaria dalla quale partire per la ‘competizione della vita’. Fornire a tutti pari opportunità soprattutto negli studi sia medi che universitari e la scuola di massa, dovrebbe costituire la chiave per l’accesso a questo processo di pseudo democratizzazione egualitaria. A ben vedere però sono infiniti i fattori che influiscono sui percorsi e i risultati scolastici di ciascuno: le differenze delle doti innate e attitudinali, quelle socio-ambientali, famigliari, geografiche, contestuali, le diversità nei processi di socializzazione primaria e secondaria, l’appartenenza sociale, etnica ecc. ecc. Un’infinità di variabili fanno si che le pari opportunità di partenza legate al risultato scolastico, risultino solo una vacua utopia, anzi, una vera e propria impostura. “Sconfiggere la tirannia del merito non significa che il merito non dovrebbe avere alcun ruolo nell’assegnazione …del lavoro e dei ruoli sociali. Significa piuttosto ripensare il modo in cui concepiamo il successo…e affrontare le diseguaglianze che vengono difese in nome del merito ma che alimentano risentimento”(p. 157), esclusioni e disgregazione sociale. Piuttosto che insistere sul merito e sulla selezione, sarebbe importante conferire dignità e considerazione al lavoro (tutto il lavoro), proprio liberandolo dalla tirannia della meritocrazia, dalla umiliazione che ne deriva ai più, in una crescente e non più tollerabile precarizzazione (cfr. da p. 198 a 224). In questo ultimo scorcio storico, la demagogia del merito, si è accresciuta ed è diventata trasversale alla destra e alla sinistra, seppure con declinazioni ed enfasi diverse; sia fra i fautori del libero mercato, sia del liberalismo del welfare state (‘liberalismo egualitario’) (cfr. da p.130 a 136). Queste pagine sono una denuncia ma anche una demistificazione, (sebbene siano a tratti troppo tarati sulla realtà statunitense tanto da risultare, a momenti, un po’ stucchevoli e poco comprensibili) del falso mito del merito, ne più ne meno che una ideologizzazione “riflettente una concezione impoverita della libertà e della democrazia” (p. 124). In fondo “l’ideale meritocratico non è un rimedio alla disuguaglianza... ma una giustificazione della diseguaglianza” (p.126).
Giuseppe Chitarrini
60° di matrimonio
Un traguardo di vita, un traguardo del cuore per i 60 anni di matrimonio dei coniugi Belcastro-Spinelli, che per ragione di salute non sono stati festeggiati il 10 agosto 2023 (1963 a S. Francesca Romana di Roma), ma il 3 dicembre da Don Angelo al Centro Ecumenico di Lavinio, in occasione della Novena dell’Immacolata Concezione ci ha benedetto le fedi. Non è il caso che i 60 anni di matrimonio siano denominati come nozze di diamante come il rapporto di coppia che giunge fino a questo punto. La nostra vicendevole donazione d’amore è stata il mezzo con cui Dio ci ha donato la grazia e noi lo preghiamo perché il nostro amore sia casto, fedele, forte e non conosca stanchezza. Il gesto più bello nella vita è sapersi ancora tenere per mano dopo tanti anni e saper sorridere insieme. Il Santo Padre ci ha voluto inviare la Sua Benedizione Apostolica per una costante crescita nella fede e nell’amore. Sono stato impegnato per l’Anno Santo, con la protezione civile dei Carabinieri in congedo di Anzio-Nettuno-Ardea-Pomezia e Velletri (dopo un corso, in Vaticano, per la rianimazione) ed anche per la morte di Papa Giovanni Paolo II. Sono stato impegnato nella Parrocchia come Ministro Straordinario per la Comunione agli infermi e membro della Confraternita.
Eduardo Belcastro
Trasformazione ed abbellimento di un muro perimetrale dell’IC Nettuno IV
Murales contro la violenza
Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non è passata invano nell’Istituto Comprensivo Nettuno IV. Per una settimana i docenti, unitamente ad i propri alunni, hanno collaborato a ricordarla con frasi scritte su piccole sedie rosse, con la realizzazione di tantissime farfalle da appendere nelle aule o attaccare indosso, con la preparazione di musiche a tema, con alcuni video e soprattutto con un originale e grande Murales. Sì, proprio dove prima campeggiavano disegni informi, nel muro perimetrale della sede principale dell’Istituto in Via Visca 26, giovedì 30 novembre è stato scoperto un Murales ispirato alla poesia di Alda MERINI: “Come una farfalla”. Proprio questa poesia, riportata sul Murales, è stata citata da alcuni alunni all’inaugurazione. Si tratta di un’opera artistica (il Murales) di notevole spessore, ideata e realizzata dalle docenti Cinzia Leggi ed Anna Di Maria con la collaborazione di due Prof.sse del Liceo Artistico Pablo Picasso, Elisabetta Rocchetti e Sabrina Lustri e poi di tutti gli alunni e le alunne dell’I.C., anche del plesso Loricina, che hanno realizzato tante farfalle. Nel lato sinistro del Murales campeggia il bellissimo volto di una donna dalle fluenti chiome azzurre che sembrano onde marine, la quale vuole liberarsi del filo spinato che la trattiene, su cui si posano farfalle multicolori, realizzate in legno, che danno un effetto tridimensionale. Erano presenti all’inaugurazione il Dirigente scolastico Dott. Carlo Eufemi, il Commissario Prefettizio Dott. Antonio Reppucci in rappresentanza dell’Amministrazione che ha collaborato all’evento, la Dott.ssa Maria Pia Baldo Garante dell’Infanzia nel Comune di Nettuno, il Colonnello Dario Porfidia dell’U.T.T.A.T., il Dott. Claudio Perin del Rotary Club Costa Neroniana, i rappresentanti della protezione Civile e delle Forze dell’Ordine locali, le famiglie e gli alunni. Il Dirigente Dott. Eufemi, dopo aver ringraziato il personale scolastico, ha parlato di necessaria collaborazione e rispetto tra scuola e famiglia e soprattutto, in questo momento di recrudescenza della violenza contro le donne, di non ‘abbassare la guardia’. Il Commissario Reppucci ha ribadito ancora una volta l’importanza del rispetto e della legalità senza la quale non c’è libertà. Si è compiaciuto della lodevole iniziativa ed ha focalizzato l’attenzione dei presenti sulla responsabilizzazione. Se le cose non vanno, non è colpa dello Stato, del Comune, della scuola: “Aiutateci ad aiutarvi”, il suo motto. La prima scuola di vita per ciascuno è la famiglia: “Guardate negli occhi i vostri figli per comprenderli nel profondo”. Spesso le mamme dei figli tossicodipendenti dichiarano di non essersi accorte di nulla perché in famiglia non c’è dialogo e si tende solo a difenderli ad ogni costo. Terminata la prima parte della cerimonia, si è passati all’interno dell’Istituto, nell’aula ‘Dalla’, abbellita con tutti i lavori dei ragazzi, dove sono stati proiettati dei video sulla realizzazione del Murale ed alcune alunne del terzo anno della secondaria di primo grado dell’indirizzo musicale, le ‘Witches’ hanno suonato ‘Incantesimo di mezzanotte’. Precisamente Nicole Sadocco, Greta Stolfi, Sofia Missimei, Flavia Petruzzi (con le chitarre) e Marilù Castelli con il flauto traverso. Inoltre un altro gruppo, tra cui Martina Ferrante ed Elettra Di Ruocco (al piano) hanno presentato “Miniatura francese” coordinate dalle Docenti Lorella Palombo e Chiara Bonfante e dai Prof. Gianmatteo Busacca e Scozzafava Franco. Molto significativo il video dal titolo: ‘Il rosso è il mio colore preferito’, realizzato da Cristina D’Angelo con la voce della Docente Claudia Guarnieri. Ricordiamo il referente del progetto Prof. Andrea Marensi, i collaboratori del D.S. Prof. Elvio Calderoni che ha presentato la manifestazione e le Docenti Carmen Mascolo e Valentina Meschiari per la loro fattiva collaborazione nella perfetta realizzazione. Nelle aule dell’Istituto, abbellite da farfalle multicolori e caratterizzate da piccole sedie dipinte di rosso con scritte a tema, si respirava un’aria di inclusione ed affettività, anche grazie all’impeccabile servizio d’accoglienza preparato dagli alunni. La sera era scesa e si è potuto degustare un ottimo buffet che ha concluso con grande simpatia tutto l’evento.
Rita Cerasani
Donazione sangue
“Il sangue è fondamentale per la vita di molti, può solo essere donato e non per sempre, inoltre non può essere conservato per molto tempo, pertanto c’è sempre bisogno di nuovi donatori periodici. L’AVIS comunale di Anzio e Nettuno è attiva nell’avvicinare, educare ed accogliere donatori nuovi ed abituali.
Si può donare presso gli ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno ogni martedì-giovedì
Le nostre raccolte sangue in autoemoteca saranno nei giorni:
Venerdì 22 Dicembre presso la nostra sede ad Anzio, Largo Venezia 10.
Sabato 30 Dicembre presso la nostra sede ad Anzio, Largo Venezia 10.
Su prenotazione: telefono 06/9846896 - whatsapp 3929131928 - email avis.anzio.nettuno@hotmail.it
La Segreteria
AVIS Comunale
Di Anzio - Nettuno
O.D.V. Organizzazione
Di Volontariato