Un’anomalia pericolosa per il decorso democratico
Magistratura “impegnata”
“A Frà che te serve?” , era la frase con cui iniziavano le telefonate fra l’impresario romano Caltagirone e il braccio destro di Andreotti Franco Evangelisti; era il tempo di una magistratura che non vedeva la corruzione diffusa che governava il sistema Italia. Poi il grande risveglio, il vaso di Pandora viene drammaticamente scoperchiato ed un pull di magistrati della Procura di Milano scopre quello che tutti sapevano; si mette sulle tracce di una maxi tangente e ne scopre tante altre fino all’onesta ammissione di Craxi in Parlamento con cui il leader del PSI ammetteva il sistema di corruttela di tutti i partiti e sfidava ogni altro leader politico a “alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario in quanto presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”. Tutti i partiti erano finanziati in modo illegale, molti politici corrotti e “mani pulite” si trasforma in un massacro, una caccia rozza e spietata al politico, una caccia in diretta tv che ha fatto molte vittime colpevoli ma anche non pochi danni collaterali. Una guerra giusta ma condotta in modo vendicativo e non sempre eticamente corretto.
La Magistratura irrompe nel mondo della politica e, con la complicità delle grandi testate giornalistiche, fa le sue scelte; se è vero come è vero che tutti i partiti erano parte del sistema, se tutti erano destinatari di una fetta della maxi tangente Enimont, se quella ed altre tangentipermisero il massacro di tutti i partiti politici, la valigetta con un miliardo di lire che Cusani portò per conto di Gardini a via delle Botteghe Oscure entrò nel portone della sede del PCI ma il talentoso PM Di Pietro, simbolo di tangentopoli, che aveva rintracciato tutti i destinatari di tangenti, non ha mai scoperto nelle mani di chi finì. Lasciando di fatto il PCI al di fuori del sistema di corruzione di cui era parte.
Quella parte politica che offrirà, successivamente, al Dott Di Pietro che, sempre in diretta TV , si era tolto la toga di magistrato , il seggio blindato di senatore nella roccaforte del PCI del Mugello. E’ da Mani Pulite e dal mondo che quel fenomeno ha lasciato, che una parte della Magistratura si arroga il diritto di dare alla politica italiana la direzione, utilizzando le armi subdole dell’ordine di garanzia e della formulazioni di accuse che spesso si rivelano infondate: ma quando ciò accade la carriera e la vita degli indagati sono già distrutte.
Dire Berlusconi significa raccontare la storia di una persecuzione giudiziaria contro un leader politico, che certamente non meritava la santificazione sul piano morale e forse nemmeno sul pianopolitico.
Da tangentopoli una parte della Magistratura, complice una politica debole, incapace e sfacciatamente succube, opera interventi politicamente orientati e lo fa ormai senza nemmeno piu quel pudore istituzionale che vorrebbe il rispetto dei ruoli e delle funzioni. Continuo a ripetere che quanto Palamara ha scritto in modo documentale e non smentito avrebbe dovuto causare un terremoto, una rivoluzione culturale, una violenta reazione dei politici di ogni parte; ma la loro debolezza licostringe alle banali dichiarazioni “io ho fiducia della magistratura”.
Le registrazioni telefoniche fra magistrati di alto livello con cui di dice “Salvini ha ragione ma deve essere ostacolato”, le diverse manifestazioni di antagonismo nei confronti di un governo di centro destra, fino alla recente dichiarazione fatta durante una riunione di una corrente dei Magistrati “Bisogna fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”.
Solo gli imbecilli, gli ipocriti ed i vigliacchi possono fingere di meravigliarsi e tacciare l’On Crosetto di eversore per aver manifestato la sua preoccupazione per un fatto grave di cui tutti sono consapevoli.
La politica, tutta, dovrebbe insorgere e ristabilire le regole del gioco democratico per cui i giudici applicano le leggi che i rappresentanti eletti dal popolo hanno scritto per loro.
Finchè questa deriva antidemocratica non entrerà nelle agende di tutti i politici liberi e senza scheletri nell’armadio, sarà difficile fare quella grande riforma della Giustizia in cui la Magistratura sia considerata un’entità indipendente in tutti sensi che operi esclusivamente nell’alveo costituzionale. Questo è anche l’unico modo perricostituire la fiducia che la Magistratura ha perso dai tempi di “mani pulite” .
Sergio Franchi
UPA raccoglie il messaggio di continuare la lotta contro la plastica in mare
L’eredità di SeaPaCs
Durante una mia rarissima apparizione sulla spiaggia durante la calca di agosto di quest’anno, Antonella, la proprietaria dello stabilimento la Lucciola, mi presentò la Dr. Chiara Certomà che si trovava ad Anzio per ilprogetto “on the field” SeaPaCS. Che cosa è il progetto SeaPaCS (Cittadini e Scienziati contro la plastica in mare)? Esso vuole essere un’iniziativa a finanziamento europeo per far crescere la consapevolezza sulle conseguenze dell’inquinamento causato dalla plastica in mare ed i danni sulla biodiversità e per sollecitare un’azione locale orientata verso comportamenti di sostenibilità relativamente alla zona di Anzio che era il campo d’azione del progetto. Chiara Certomà è una ricercatrice dell’Università di Torino nell’ambito della Geografia Socio-Politica ed è stata incaricata di gestire questo interessantissimo progetto che si è svolto con l’attiva partecipazione della Lega Navale di Anzio e l’adesione di alcuni gruppi ambientali locali fra cui Uniti Per l’Ambiente.
Il 25 Novembre ha avuto luogo la giornata conclusiva durante la quale è stato proiettato il documentario dal titolo “Participatory Citizen Science Against Marine Pollution”. Attraverso il linguaggio documentaristico viene raccontata la ricerca scientifica ma anche l’impegno della popolazione per monitorare e migliorare la salute del mare e con esso degli ecosistemi globali. Il video era stato anticipato un mese prima dal lancio del teaser trailer “Qualcosa sta accadendo”. Dopo gli aperitivi scientifici, le citazioni rigorosamente in lingua inglese, le proiezioni ed i dibattiti, la “consapevolezza” deve pur essere misurata. L’efficacia di una semina deve essere sempre misurata con la quantità del raccolto.
Il progetto SeaPaCS avrà avuto un senso se l”awareness” sarà cresciuta ed se avrà trovato campo fertile, se essa avrà avuto un significato sociale, se cioè avrà una conseguenza significativa sul piano della conoscenza ma anche, più pragmaticamente, sul piano delle azioni dei singoli e delle amministrazioni. Che cosa ha seminato il progetto della Dr. Certomà? Diciamo che a livellotemporale esso si inserisce in un momento proficuo perché si è svolto lungo la curva di rinascitapost-covid, un periodo che ha congelato ogni iniziativa di divulgazione ed impedito qualsiasi manifestazione.
Negli anni precedenti c’erano state, da parte di Uniti Per l’Ambiente, manifestazioni estive presso gli stabilimenti balneari di Anzio per divulgare quella stessa consapevolezza e proprio per lo stesso scopo “l’inquinamento marino da plastica”. Alcuni stabilimenti come la Capannina avevano convertito, proprio sotto la sollecitazione da questi eventi, tutto il materiale monouso del proprio bar-ristorante, che normalmente è in plastica, in materiali biodegradabili. Già nel 2022-23 Uniti Per l’Ambiente ed il Rotary, con la Presidenza di Gilberto Zampighi. hanno raggiunto 630 studenti delle elementari della zona, col progetto “Mare sottosopra” che ha visto docenti d’eccezione, nell’Amm. Bilardello, nel Biologo Marino, Dott Brinati e nell’Istruttrice sub Pavoli, che hanno parlato loro anche dello stesso inquinamento marino, dei rischi per la biodiversità, la stessa sopravvivenza della fauna marina e i danni per la vita delle persone.
Non so chi continuerà nell’attività di conoscenza e di divulgazione dell’egregio lavoro fatto da Chiara Certomà: Uniti Per l’Ambiente non troverà problemi nel farlo. Insieme all’Associazione “Per Aspera ad Astra” sta già lavorando per il prossimo progetto 2024 per parlare del mare e delle plastiche che ne stanno uccidendo la vita. Lo faranno sulle spiagge ma lo faranno anche nelle scuole, con “Mare sottosopra 2” dove presenteranno un modulo specifico per combattere contro la plastica che inquina i mari e lo faranno facendo uso di materiale scientifico prodotto dalla ricerca della Dr Certomà e di SeaPaCS gentilmente reso disponibile. A proseguire nell’azione e nel lavoro saranno quindi coloro che di quel lavoro e di quell’azione hanno fatto l’oggetto di un’azione sociale al servizio del territorio.
Sergio Franchi
Addio Diego Vaggi
Diego Vaggi è scomparso tragicamente, precipitando dal quinto piano dell’edificio che ospita la direzione della Asl Roma 3 di via Casal Bernocchi a Roma. Al suo ufficio di istruttore direttivo è stata rinvenuta la giacca e il telefono in carica, mentre la finestra risultava spalancata, probabilmente a causa di un cedimento. Gli inquirenti stanno attualmente indagando per comprendere meglio le circostanze di questo incidente che sembra essere stato accidentale.
Vaggi, laureato in Scienze della Comunicazione, ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Nettuno dal 2008 al 2015 e ha lavorato come cronista per i settimanali Il Granchio, La Provincia e il Caffe. Al momento della tragedia, prestava servizio presso la Asl Roma 3.
GLI AMICI....
“Poche ore fa è successa una cosa terribile che non sarebbe mai dovuta accadere. È venuto a mancare un amico, un fratello, una persona splendida, Diego Vaggi.
Diego era la persona più intelligente, più geniale, più buona, più rassicurante, più gentile, più ironica, più empatica che abbiamo mai conosciuto. Un uomo dalla cultura e dalla curiosità sconfinate. Un papà affettuoso, un figlio ed un amico perfetto. Una persona così eccezionale non può e non deve morire a 46 anni. Non è giusto. È tutto sbagliato.
Diego, chi ti ha conosciuto, e ti ha voluto bene, ha l’anima e il cuore stracciati per sempre.
Diego, quante vacanze meravigliose, quante serate esilaranti, quanti giochi da tavolo, quante sconclusionate partite di calcetto, quante aste del fantacalcio, quanti momenti insostituibili, con tuo, nostro fratello, Davide, e con tutti gli altri “figli”, come ci chiamava la tua mamma, abbiamo vissuto insieme.
Diego, amico nostro, ti vorremo bene per sempre e non dimenticheremo mai i tuoi abbracci ingombranti e rassicuranti. Le tue parole dette sempre al momento giusto e con la perfetta ironia e pacatezza erano la nostra certezza, tu eri l’incrollabile certezza di tutti noi ed oggi ci sentiamo più deboli ed indifesi.
Diego, fratello nostro, da oggi saremo tutti più soli senza di te e nulla sarà mai più come prima”.
Roberto Alicandri,
Gabriele Di Fazio,
Marco Fiori,
Massimo Mastropietro
e Francesco Porotto.