21 novembre 2025 - ore 16
Una giornata dedicata
alla conoscenza e alla protezione
degli alberi e delle foreste.
Ovunque… anche a Venezia
Una città pensata sull’acqua per sfuggire alle invasioni dei popoli germanici. Costruzioni su palafitte affiancate da piccoli orti per la sussistenza e alberi per la frescura nelle torride e umide estati Lagunari. Minuscoli spazi abbracciati da cinte di muri per proteggere dal salso marino. Alcuni di questi alberi negli anni sono diventati la testimonianza di una storia di gente tenace.
Se in Olanda, per strappare al mare la terra per la sussistenza narrato dal racconto di Francesco Bonanni i Veneziani non furono di meno
Scempio Ambientale
Quando si può godere alla vista
di un giallo sedum di montagna,
della fragolina rossa
che si assapora con delizia
della visione nell'erba
di boccioli color pervinca,
della lucertola che saetta tra le foglie,
della lumaca uscita dopo il temporale,
dei fiori rosa e li porgi
alla capretta che dal recinto
affamata ti ha chiamata,
gli stessi che da bambina
giocavi separandone
le varie parti della corolla
Come puoi non soffrire
del taglio di alberi secolari
per costruire un'ennesima pista da bob?
Non sapete che gli alberi
sono i re dell'Universo?
Ci donano ossigeno e ombra,
danno riparo agli animali e
comunicano tra loro
con le radici che trattengono
la terra?
Non li avete sentiti urlare
fino a noi qui in laguna?
I loro aloni di morte
ci avvolgono in perfide spire....
Ma non perdiamo la speranza
di un mondo pulito e giusto
Antonella Bontae
Venezia 2025
Ho scritto questa poesia in seguito all'abbattimento di larici secolari a Cortina nel febbraio 2024 per costruire una nuova pista da bobcar per le Olimpiadi del 2026, nonostante fosse disponibile un'altra adatta in un paese vicino all'Italia.
Ha prevalso l'orgoglio nazionalista e il disprezzo ambientale per una competizione sportiva interna i cui valori sarebbero la vicinanza tra i popoli della Terra, in un momento in cui c'è invece la necessità di piantare alberi per abbattere i gas serra: uno scempio!
Progetto Simposio: Novembre 3 incontri
con Domenico D’Amato
Domenica 16 - Gli aborigeni: le origini e l’arrivo dell’uomo bianco
Vedi articolo in Il Litorale N.19 – novembre 2025
23 - La cultura aborigena
30 - Il cielo degli aborigeni
Domenica 23 novembre 2025 - ore 16
LA CULTURA ABORIGENA
La società aborigena è intrinsecamente legata al Dreamtime (il Sogno), un'era ancestrale in cui esseri creatori emersero dal sottosuolo plasmando la Terra: fiumi, montagne, vegetazione, animali e, infine, l'uomo aborigeno. Compiuta la loro opera, questi esseri si ritirarono nel riposo, lasciando in eredità la Legge.
Questa Legge, un codice immutabile di doveri e comportamenti per ogni aspetto della vita sociale, non era scritta ma tramandata oralmente attraverso canti e cerimonie. La sua violazione poteva comportare pene severe, inclusa la morte.
Gli aborigeni vivevano in armonia con la natura, adattandosi a climi diversi e sostenendosi come cacciatori, raccoglitori e pescatori, specialmente nelle zone costiere. Alcune aree, come l'Arnhem Land – Northern Territory, rimangono oggi quasi intatte dalla modernità, testimoniando la resilienza di questa cultura millenaria.
Domenica 30 novembre 2025 - ore 16
Incontro in via Venezia, 19
Lido di Cincinnato - ANZIO
IL CIELO DEGLI ABORIGENI
Nonostante l'assenza di una lingua scritta e l'assenza di città o monumenti, gli aborigeni australiani sono sopravvissuti per oltre 65.000 anni grazie alla loro profonda conoscenza dell'ambiente. La loro incredibile capacità di gestire risorse limitate come acqua e cibo derivava dalla lettura del cielo. Cielo, Sole, Luna, pianeti, stelle e persino la Via Lattea erano per loro una vera e propria "scrittura" che indicava i cicli stagionali, la riproduzione animale e i tempi di raccolta.
Il loro concetto di tempo era ciclico, non lineare, focalizzato sull'età relativa piuttosto che su quella assoluta. Custodi devoti della loro terra, che difendevano fino alla morte, consideravano sé stessi parte integrante di un "Tutto" che comprendeva la terra, i suoi abitanti e il cosmo. Le loro vaste conoscenze, accumulate in millenni, venivano tramandate oralmente, con rare testimonianze nell'arte rupestre.