Il quarto articolo di Giuseppe Chitarrini sui censimenti dal 1951 a quello del 2017 nella Città del Tritone
Storia della popolazione di Nettuno
Breve storia della popolazione di Nettuno, dal censimento del 1951 al 2017. (1951, 1961, 1971, 81, 91, 01, 2017)
Censimento del 1981
Il censimento del 1981 rilevò, a Nettuno, una popolazione residente di 29423 abitanti (14444 maschi e 14979 femmine). Le persone non residenti, ma abitanti rilevati durante le operazioni del censimento, erano di oltre 400 unità, mentre gli abitanti per Km2 ammontavano a 415 su 7145 Km2 di territorio comunale; nel 1971 erano di 347 e nel 61 la densità era di 260 unità, sempre sugli stessi chilometri quadrati. Le nascite, in percentuale, iniziavano leggermente a contrarsi: i nettunesi appartenenti alla fascia d’età 0-5 erano 2190, mentre nel 71 furono di 2490 a fronte di 24811 abitanti in totale cioè il 10% dell’intera popolazione e nel 61, a fronte di poco più di 17000 abitanti i 0-5 anni erano 2325. Un calo in percentuale ma anche in assoluto.
Gli anziani dai 65 in su erano quasi il 12% dell’intera popolazione, mentre nel 71 arrivavano a malapena al 9%. Probabilmente a questo periodo risale -almeno per quanto riguarda Nettuno- quello che è stato ed è, il lento declino demografico che oggi definiamo ‘inverno demografico’.
Nettuno, negli anni 80 imbocca decisamente la via della seconda urbanizzazione: una transizione verso la piena modernità: una trasformazione non solo urbanistica ed edilizia, ma anche sociale, economica e antropologica.
La vecchia e ingombrante distilleria al centro di Nettuno si trasferisce, la Caserma Donati viene abbattuta e gli abitanti trasferiti nei grandi e nuovi complessi di edilizia popolare a Cretarossa e al Loricina. Il perimetro di Nettuno si allarga. Il Centro di Nettuno e lungomare è profondamente modificato dalla edilizia intensiva e nel 1985 viene varato - dopo oltre 20 anni dall’insabbiamento dello ‘scoglio Orlando’- il porto turistico, che dà tutta un’altra fisionomia alla città, anche se poi credo (impressione non solo mia) che faccia sistema con l’economia locale solo relativamente.
“Lo Spirito della metropoli” se vogliamo chiamarlo così, come lo chiamava G. Simmel, sociologo e filosofo tedesco di inizi novecento - riferendosi alle grandi città europee - si espande da Roma per arrivare anche a Nettuno che assume le caratteristiche metropolitane, quasi come fosse un quartiere della capitale, salvandosi dalla totale omologazione grazie al mare, spiaggia e centro storico. Alla fine dei 70 fa ila sua comparsa la droga che, da fenomeno di nicchia e circoscritta quasi del tutto alle cosiddette droghe leggere, diventa cosa vistosa sotto gli occhi di tutti. Figure barcollanti e inquietanti, a volte rapide e convulse, sembrano essere totalmente estranee, straniere, stranianti e aliene, invece sono nostri compaesani, vicini di casa o anche parenti e amici iniziano a frequentare il centro antidroga alloggiato dapprima in una stanza dell’ex ospedale ‘U. Barberini’, di recente in un’ala dell’osp, di Anzio-Nettuno. Intanto fa anche la sua terribile comparsa l’AIDS. Probabilmente, ma potrei sbagliarmi, è proprio il filo d’Arianna della droga che fa da apripista alla colonizzazione del territorio da parte della malavita organizzata, attratta anche da altre appetitose disponibilità.
Viene ‘messa a terra’ nel ns territorio la riforma 833 del 1978, con la nascita della Usl Rm35 che si componeva, allora, solo dai comuni di Anzio e Nettuno.
Nettuno, in quegli anni, si espande oltre il proprio perimetro, emanando le sue diramazioni urbane, filamenti edilizi, abitativi e di servizi lungo le grandi vie di diramazione: nettunense fino ad Aprilia e poi i Castelli e la Pontina, e lungo la costa litoranea: Lido dei Pini, Tor S. Lorenzo, Torvaianica, Pomezia, Ostia. Nettuno e Anzio entrano così nella vasta area di conurbazione costituita dall’area Metropolitana di Roma. Una vasta ragnatela di frazioni, centri, fabbriche, abitazioni e quartieri che si va infittendo sempre più, formando un unicum quasi senza interruzioni. Una fase di grande transizione urbana, sociale, economica, culturale, antropologica ancora in atto.
Nettuno diventa una cittadina policentrica, nel senso che P.za Mazzini non è più l’unica piazza centrale con i negozi, i bar, i servizi del centro; non è più l’agorà, il centro della socialità che richiamava, i giorni di festa o negli orari dopo il lavoro, i nettunesi; adesso ci sono diverse piazze, diversi centri, luoghi di relazione: p.za Garibaldi, la piazza di Tre Cancelli o di S. Giacomo, Cretarossa. Insomma va assumendo pian piano i connotati di una città moderna, differenziata e con un certo livello di complessità.
Giuseppe Chitarrini
La silloge “Natura Poiesis”
Antonella Colonna Vilasi,
“Natura Poiesis”,
Bertani editore 2025, pp. 70,
Euro 15,00.
Attraverso ardue trasfigurazioni del linguaggio, l’autrice di questa silloge riesce a porre in armonia il mito, la ritualità, l’archetipo, il simbolo con la complessità ‘tecnologizzata’ delle nostre città dell’occidente post moderno, lo fa creando una nuova, inedita naturalità che unisce sacralità e quotidianità, metafora e ordinario, senza cadere nell’alterità e nella estraneità.
Il simbolo e la metafora compenetrano le cose, anche e soprattutto l’uomo e la sua interiorità, dando vita a una reciprocità, uomo e ambiente di vita, capace di creare (di fare poieticamente come dice il titolo della raccolta), restituendo all’uomo quelle facoltà primigenie messe in mora dalla standardizzazione e omologazione dei nostri tempi. Da quella stessa tecnica, quel sapere procedurale nel quale poi lei stessa si destreggia con notevole perizia, smentendo quella frattura (fra tecnica e vissuto), il pòlemos novecentesco di sapore vagamente heideggeriano.
Ecologia, ambiente e natura, mito, simbolo e metafora, arte, e poi, sapere scientifico, competenze tecniche, perizia operativa e procedurale il tutto si intreccia in questi versi in questo linguaggio che sa di antico e di contemporaneo; così ‘La nebbia’, ‘La pioggia’, ‘Achille’, ‘La quercia’… fanno da lievito e si trascendono l’uno nell’altra in una nuova spiritualità, in un vitale e rinnovato germoglio di vita. Una raccolta di poesie che si rifà a quello che è il percorso di vita, scientifico e tecnico di questa docente universitaria, esperta di Intelligence che esercita in varie agenzie e all’Università. Ha al suo attivo oltre cento pubblicazioni di carattere scientifico, ma non mancano raccolte di poesie personali (ricordo la silloge ‘Itinerari’ edita nel 2024 ediz. Il Faro) o scritti in volumi collettanei. Così geopolitica, sicurezza, economia, sociologia, ecopsicologia si fondono con una notevole sensibilità lirica e simbolico-metaforica. E’ tra i fondatori, e attualmente è la responsabile del Centro Studi Intelligence, ente scientifico riconosciuto dal Miur e dalla Commissione Europea.
Giuseppe Chitarrini
Pieno successo per la manifestazione di Nettuno
Sagra d’Autunno
Nonostante la pioggia che ha condizionato i primi due giorni della manifestazione, la Sagra d’Autunno e dei Sapori di Nettuno ha registrato un successo pieno, confermandosi come un evento capace di coinvolgere e aggregare tutta la comunità. È
stata una festa sentita, partecipata, ricca di sapori, cultura e tradizione. La giornata di domenica, con il sole a fare da cornice, ha restituito al pubblico tutto lo spirito della manifestazione: gioia, musica popolare, gastronomia tipica e condivisione.
Il Porto Turistico Marina di Nettuno, che ha ospitato l’iniziativa, si è dimostrato una scelta perfetta: accogliente, funzionale e suggestivo. Un ringraziamento speciale va alla Marina di Nettuno Circolo Nautico S.p.A., non solo per aver concesso la location, ma anche per il fondamentale supporto logistico.
Tra i protagonisti assoluti della Sagra, gli straordinari studenti dell’I.I.S. “Apicio Colonna Gatti”: impeccabili nella preparazione dei piatti, nel servizio ai tavoli, nell’accoglienza del pubblico e anche – grazie all’indirizzo socio-sanitario – nell’assistenza alle attività per bambini e famiglie. A loro va il plauso e la gratitudine della Pro Loco, assieme a un riconoscimento sincero per il lavoro svolto da tutti i docenti, che li hanno seguiti, formati e accompagnati con grande professionalità.
Come ha dichiarato il Presidente della Pro Loco Forte Sangallo, Mario Lomartire: “Questa Sagra è la prova che si può fare comunità anche sotto la pioggia. Siamo orgogliosi di aver creato un evento dove giovani, famiglie, associazioni e istituzioni hanno collaborato con entusiasmo. Il merito va ai ragazzi, ai loro insegnanti, e a tutte le persone che hanno reso possibile questo progetto, credendo nel valore del nostro territorio”.
Domenica è stata una vera festa popolare: il saltarello e la musica tradizionale hanno animato non solo il villaggio della Sagra, ma anche – con un inaspettato fuori programma – le vie del Borgo Medievale e del centro cittadino, grazie ai musicisti che si sono esibiti in forma itinerante.
Un grande ringraziamento va anche a tutte le associazioni artistiche e culturali che hanno reso speciale ogni momento della manifestazione: le ballerine di Emozioni in Movimento, dirette da Sonia Massimi, l’Associazione Fuoricentro con Simona Crivelloni, la scuola Dance Point di Lilia e Simona Retrosi con le coreografie curate da Anna Signorelli, il gruppo Salsa Crew di Armando Moras e Luana Della Millia, e naturalmente i figuranti dell’Associazione La Stella del Mare, che hanno portato in scena autentici momenti di vita popolare dell’Ottocento, con costumi e scenografie d’epoca.
Un ringraziamento speciale va a Vito Ronci, che ha condiviso con il pubblico un importante momento di approfondimento dedicato alla Sorgente della Seccia e alla Transumanza, offrendo un prezioso spunto di riflessione sulle nostre origini agropastorali. Il suo intervento ha ricordato a tutti l’importanza di tutelare e preservare il patrimonio culturale e naturale che ci appartiene, come radice identitaria e valore da trasmettere alle nuove generazioni.
Infine, un sentito ringraziamento al Comune di Nettuno, al Sindaco Nicola Burrini e all’intera Giunta comunale, che hanno sostenuto e creduto nel progetto, dimostrando fiducia nella capacità della Pro Loco e delle realtà del territorio di generare valore culturale e sociale.
Con questa edizione, la Sagra d’Autunno si conferma non solo un appuntamento gastronomico, ma un vero e proprio evento di comunità, da ripetere, valorizzare e far crescere ancora di più.
Ufficio stampa
Comune di Nettuno