Una battaglia fra sistemi, un problema di business
Starlink o Iris2 non è un problema
Il grado di pressappochismo che caratterizza la nostra classe politica è un giudizio la cui veridicità si può verificare ogni sera in qualsiasi talkshow in cui vengano inviati rappresentanti di partiti, spesso col solo intento di recitare a memoria la tesina predisposta sull’argomento in discussione. Alcune sere orsono mi sono imbattuto in una signora che affermava che l’Italia sta svendendo la propria sicurezza militare perché la Presidente del Consiglio aveva acquistato da Elon Musk i servizi del sistema Starlink. Non so se ciò corrisponda al vero ma mi limito a credere a quanto ufficialmente affermato e cioè che questo è falso. Ma quello che irrita è constatare che l’affermazione veniva fatta da una rappresentante di un partito che, quando guidava il governo, aveva portato l’Italia nella “Nuova via della seta” , quella trappola commerciale che, tra l’altro, prevedeva anche il sistema di comunicazioni cinese Beidou che, certamente, non avrebbe garantito maggiore sicurezza alle nostre comunicazioni militari nell’ambito dell’Alleanza Atlantica. Poi se ne sentono di tutti i colori perché il nostro sistema di intrattenimento televisivo non include quasi mai il “facts check” e cioè il controllo di castronerie degli opinionisti politici effettuato durante la trasmissione. Una volta Bruno Vespa dichiarò che se si introducesse “in tv non ci verrebbe piu nessun rappresentante di partito ”. Che cosa è lo “Starlink”e quali sono le alternative alla sua adozione. Lo Starlink è un complesso sistema di comunicazione basato non su alcuni satelliti orbitali geostazionari posti ad altissime distanze dalla terra, ma su una rete di satelliti “l.e.o.” (low earth orbit) posti ad altezze di soli circa 290 km. Questo permette di avere una copertura massima ed una latenza e, cioè un tempo di reazione, bassissima; elementi essenziali particolarmente nelle applicazioni militari. Starlink non deve essere importato, come è facile immaginare, esso è operativo anche in Italia dal 24 maggio 2019, da quando cioè SpaceX, la compagnia di lancio satelliti di Elon Mask, ha messo in orbita i primi 60 satelliti Starlink. Oggi 7656 satelliti Starlink operano nello spazio ed hanno permesso, per esempio, all’Ucraina di contrastare l’invasione russa. E’ previsto che il numero totale dei satelliti arrivi 35.000. Oggi in Italia decine di migliaia di utenti ed operatori commerciali utilizzano Starlink per avere risposte affidabili alle proprie esigenze specialmente se ubicati in zone in cui il sistema terrestre non è arrivato oppure opera in modo inefficiente. L’Italia è indissolubilmente legata alla Comunità Europea e quindi commercialmente, perché quello del traffico satellitare è anche un grosso business commerciale, è vincolata ai progetti comunitari per cui non c’è alcun dubbio che il nostro Paese parteciperà ai programmi europei che, dopo Galileo (navigazione satellitare) e Copernicus (monitoraggio ambientale), nel campo della banda extralarge mette in campo Iris2, la “risposta dell’Europa” al sistema satellitare di Elon Musk Starlink. Ma una comunità, in cui si discute per anni del sesso degli angeli, in cui è da un decennio che si continua a trattare il problema dell’immigrazione clandestina come se fosse un problema esclusivo dei paesi mediterranei, non può competere con una Nazione il cui leader emette oltre cento “decreti esecutivi”, con cui cambia il volto del suo Paese, in 24 ore. E’ pur vero che l’Europa non può dipendere da una sistema “privato” che può essere disattivato se una mattina il signor Musk ha mangiato spaghetti e non li ha digeriti. Iris2 impegna attualmente le maggiori imprese europee nel campo delle tele-comunicazioni ma non potrà lanciare i primi satelliti prima del 2030, quando cioè Starlink avrà una rete operativa globale da anni. Perché Iris2 possa avere una copertura efficace ci vorranno almeno 10 anni. Poi per il problema che “non possiamo rinunciare ai nostri sistemi di difesa” e “non possiamo essere subalterni agli Stati Uniti” è il caso di ricordare che gli Stati Uniti sono gli stessi che posseggono cimiteri in molte parti d’Italia, uno anche a Nettuno, sono coloro che sono sbarcati ad Anzio per cacciare il Nazi-fascismo da questo Paese, sono sempre gli stessi che hanno rifocillato il nostro Paese facendolo rinascere dopo la guerra e sono sempre quelli che hanno pagato la nostra difesa nazionale da circa 80 anni per evitare che diventassimo satelliti sovietici. Oggi ancora esistono in Germania, Inghilterra, Belgio, Spagna, Italia ecc.. centinaia di migliaia di militari USA, decine di basi aeree USA, basi navali, rampe di missili convenzionali e nucleari, tutto finanziato dai contribuenti americani. Noi siamo subalterni agli USA, come è subalterno chi riconosce un’autorità superiore e che gli USA siano leader nell’Alleanza Atlantica, nemmeno Berlinguer osò metterlo in dubbio. L’Italia non ha segreti militari con un paese alleato o almeno non ha segreti operativi, che poi sono quelli che vengono gestiti dai sofisticati sistemi di telecomunicazione. Quindi alla fine è solo un problema di business, di una banale questione di grana e nel business si fanno i conti e si decide. Il resto è solo noia e disinformazione. Il teorema è facilmente risolto: se il sistema è “oggi” indispensabile (e questo non lo decide il Presidente del Consiglio) allora bisogna ricercare una copertura “oggi”, una copertura che solo il sistema di Elon Musk può dare, mentre si contribuisce alla realizzazione di Iris2 per poterlo utilizzare appena operativo. Nella speranza che Elon Musk, nel frattempo, non abbia a lagnarsi per spaghetti cucinati male.
Sergio Franchi
I Magistrati contestano l’attività del Parlamento sulla riforma della giustizia
No alla separazione delle carriere
“Un sistema accusatorio parte dal presupposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l’obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice. Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri”.
Ci sono state tante interpretazioni addomesticate, moltissime illazioni ma queste solo le parole esatte che disse Giovanni Falcone a Mario Pirani di Repubblica il 3 ottobre 1991. Si parlava della riforma Vassalli e del nuovo codice di procedura penale ed il Pubblico Ministero Falcone, che tutti impropriamente chiamano Giudice, volle semplicemente esprimere un concetto che rifletteva il logico completamento del passaggio al processo all’“americana”. Nei decenni succeduti a “mani pulite, la Magistratura ha assunto un ruolo improprio occupando sempre più spazi che una politica colpita a morte dagli scandali e dalla corruzione non era più capace di esprimere. Oggi la Magistratura manifesta ed annuncia scioperi: “è “un’entrata a gamba tesa sull’azione della politica”, dichiara l’ex Procuratore Generale Della Cassazione Vitaliano Esposito.
“La separazione delle carriere è necessaria alla luce della riforma del processo in senso accusatorio”.
Per rendere reale la divisione dei ruoli fra la magistratura inquirente e quella giudicante e per garantire pari diritti alla difesa nel 1992 l’Italia ha scelto di passare dal sistema inquisitorio, in cui il giudice ricopriva un ruolo attivo nello sviluppo dell’accusa, al sistema accusatorio in cui, a fronte di un difensore dell’imputato, un magistrato formula e difende le tesi dell’accusa; mentre il giudice resta totalmente avulso fra le due posizioni vincolato esclusivamente all’applicazione della legge. Abbiamo assistito per anni a processi fatti al di fuori del processo, a persecuzioni giudiziarie, a interferenze ideologiche, a suicidi di imputati, a protagonismi della magistratura inquirente che non sono certamente l’esempio della giustizia giusta. Per anni una politica fatti di politici intimoriti del tritacarne sociale ed umano che un semplice avviso di garanzia può causare, ha accennato inutilmente a completare il ritoaccusatorio dividendo nettamente i ruoli fra i protagonisti del processo. Inutilmente, perché questo disturba coloro che in quel sistema ambiguo fanno carriera nella magistratura e nella politica. Può essere accettabile un sistema in cui il Pubblico Ministero può essere un componente della Commissione di avanzamento del Giudice che presiede un processo in cui quel Pubblico Ministero rappresenta l’accusa? Può continuare ad esistere in una nazione moderna e democratica un sistema di ripartizione dei ruoli basato sulle correnti ed il verminaio degli interessi descritti con dovizia da Luca Palamara? Non esiste nessun attacco all’indipendenza della Magistratura, nella separazione delle carriere, anzi c’è l’esaltazione della figura del Giudice, che è l’unico vero elemento che garantisce la Giustizia, perché il Pubblico Ministero, alla fine, è solo un avvocato di parte.
La Magistratura denuncia un’invasione della politica dimenticando che è la politica che organizza i partiti che rappresentano il Popolo Sovrano a cui la stessa Magistratura ha l’obbligo di obbedire, pur sotto l’ombrello della Carta Costituzionale e con la più totale indipendenza di applicare la legge. La Magistratura non vuole che si dia completezza funzionale ed organica al sistema accusatorio e si ribella con lo strumento che utilizzano gli operai delle fabbriche: la manifestazione, lo sciopero. Immaginiamo se il Parlamento ed il Popolo, con un Referendum, decidessero di ristrutturare funzionalmente le Forze Armate e se queste decidessero di scendere in sciopero; sarebbe un grave atto di insubordinazione istituzionale ma forse non tanto grave come il rifiuto della sovranità del Parlamento e quindi del Popolo Italiano da parte di chi deve applicare la legge. “Resistere, resistere, resistere” fu l’invito all’insurrezione di un Pubblico Ministero famoso, Francesco Saverio Borrelli, proprio quello che aveva colpito al cuore la politica italiana dirigendo il Pull di Mani Pulite.
Sergio Franchi
Nuove alberature
Nella giornata 28 gennaio il Comune di Nettuno e l’assessorato all’Ambiente del Comune di Nettuno, guidato da Enrica Vaccari, hanno posizionato una serie di nuove alberature su via Diaz a Nettuno e nella scuola di via Capitan Canducci.
L’iniziativa è legata al progetto Ossigeno, della Regione Lazio. Il Comune ha aderito al progetto per la piantumazione di nuovi alberi e migliorare la qualità dell’aria. Alcuni alberi della prima piantumazione non hanno attecchito e si è reso necessario un nuovo intervento per rispettare gli accordi presi con la Pisana.
L’Amministrazione Burrini e l’assessorato all’Ambiente hanno, fin dal primo minuto del loro insediamento, dimostrato una grande attenzione alla cura del verde, al settore Ambiente, alla qualità dell’aria e alle tematiche ambientali con iniziative plastic free che sono di primo piano per lo sviluppo sostenibile della nostra città. L’impegno del Comune, che sta portando avanti le potature in centro e al parco Palatucci, per la salvaguardia ambientale è e sarà massimo. L’obiettivo è arrivare alla stagione estiva con tutte le aree verdi curate e le spiagge pulite per incentivare l’economia e il turismo.
Il Sindaco di Nettuno
Nicola Burrini
L’Assessore all’Ambiente
Enrica Vaccari