Gli interventi del presidente della Commissione trasparenza Vincenzo La Pegna, di Marco Moroni e dell’on. Filiberto Zaratti
Bonificare subito il sito di Freddindustria
Il rogo alla Freddindustria e le attività da predisporre per la bonifica del sito infiammano l’aula in occasione della commissione trasparenza. Una seduta quella convocata dal presidente Vincenzo La Pegna a seguito di una richiesta avanzata dal consigliere Marco Moroni ma sottoscritta anche dai consiglieri di opposizione Matteo Grammatico (Fratelli d’Italia), Francesca Renzi e Roberto Boi (Ama) che doveva essere incentrata soprattutto sulla mancata pubblicazione dell’ultima ordinanza emessa dal comune di Aprilia per giungere alla bonifica del sito. Alla fine a infiammare l’aula è stata soprattutto la richiesta di proroga presentata dalla società Aprilia 2012 per poter ultimare la caratterizzazione preliminare alla bonifica del sito e l’opposizione, in particolare il consigliere di Unione Civica Marco Moroni non ha taciuto pesanti dubbi sul procedimento amministrativo adottato sin dal 2020 nei confronti della società proprietaria dell’ex sito industriale di via Enna che a seguito delle due ordinanze emesse dal comune di Aprilia nel 2020 avrebbe dovuto bonificare il sito. Una attività di rimozione dei rifiuti che stando alla relazione firmata dal chimico Stefano Martinelli era già stata portata a termine a novembre 2020, ma il 26 gennaio 2021 all’esito di un sopralluogo la Polizia Locale attesta che rifiuti nel sito ce n’erano ancora.
“In quella data - ha rimarcato Moroni - la polizia locale scrive al sindaco e al dirigente del settore ambiente evidenziando che un’enorme quantità di rifiuti era ancora presente sul posto. Con una nota a mezzo mail del 1 marzo 2021 la società informava di aver avviato i lavori di smaltimento e bonifica, ammettendo quindi che sino a quella data poco e nulla era stato fatto. Ma se nella relazione Martinelli asseverava la correttezza delle procedure relativamente ai rischi per la salute pubblica e il comandante della polizia locale ha evidenziato altro, inclusa l’assenza di vigilanza notturna, chi ha detto il vero? E perché la denuncia è stata presentata solo il 7 febbraio scorso dopo l’incendio? Fatti che evidenziano che ad Aprilia la legge non è uguale per tutti. Non entro nel merito delle responsabilità penali ma quelle politiche per questa amministrazione ci sono e pesano come un macigno”.
A infiammare i banchi di maggioranza in particolare i consiglieri Mauro Fioratti Spallacci e Vittorio Marchitti la notizia data dal dirigente Marco Paccosi che ha annunciato la richiesta di proroga di 30 giorni avanzata dalla società per porre in essere la caratterizzazione dei prodotti bruciati nel rogo. I consiglieri si sono detti contrari a concedere una proroga alla società, che ha declinato l’invito a partecipare alla commissione ma nei giorni scorsi ha chiesto alla ASL l’autorizzazione per lo smaltimento dell’amianto e al comune di intervenire per liberare il sito, nuovamente abitato abusivamente da 9 occupanti. La commissione Trasparenza si riunirà nuovamente tra 20 giorni, non solo per verificare gli adempimenti ma anche per sciogliere il nodo della responsabilità di una omessa segnalazione agli organi competenti della mancata rimozione dei rifiuti dopo le ordinanze del 2020.
L’intervento del presidente Vincenzo La Pegna
Una nuova commissione trasparenza che verrà convocata tra circa venti giorni servirà a sciogliere il nodo della mancata denuncia e delle relative responsabilità circa i ritardi nella rimozione dei rifiuti cumulati presso la ex Freddindustria dopo le ordinanze sindacali del 2020. Intanto durante la seduta del 24 febbraio scorso l’intervento del presidente della commissione, il consigliere di Fratelli D’Italia Vincenzo La Pegna ha chiarito che il rogo esploso a inizio mese presso il sito industriale di via Enna può a pieno titolo essere considerato un “incidente” annunciato, visto che esposti e denunce in procura erano già state presentate da tempo da parte di residenti del quartiere ma anche dai consiglieri stessi, preoccupati delle conseguenze dello stato di abbandono in cui versava il sito.
“Al di là dell’incendio - ha sottolineato La Pegna - era nota da tempo la pericolosità di quella parte del territorio e della parte attigua della Dogana è tutta interamente visto che da due anni ancora non c’è stato un intervento. Avevano segnalato che l’amianto era cospicuo. Al di là di quell’incendio ogni giorno c’è stata aero-dispersione di fibre di amianto, perché su gran parte delle coperture dei capannoni persistono le tegole di amianto dove c’è stata manomissione. Dai rilievi del tecnico sono passati due anni, dopo la prima ordinanza del Comune la proprietà è intervenuta sulle pareti portanti e quel movimento ondulatorio e di sgretolamento ha portato alla frantumazione delle lamiere in amianto”.
Il timore quindi è che al netto del rogo la presenza di amianto e I lavori presso il sito possano avere un impatto su quella zona residenziale.
“Io faccio parte dell’Ona - ha aggiunto La Pegna - e i tecnici hanno accerto che le fibre di amianto, solo smurando le parti, sviluppano in cinque micro-aree e 5Hm di lunghezze, ci sono 5.000 fibre che volano nell’aria. Quell’amianto non doveva essere smosso, così non si sarebbero dovute rompere le tegole, anche se nella relazione tecnica prodotta dalla proprietà riportava che non si possono prevedere le conseguenze del maltempo sul deterioramento. Rispetto alle denunce in procura che presentammo a suo tempo, so che il procuratore capo della Repubblica di Latina ha chiamato l’avvocato Ezio Bonanni e richiesto l’integrazione della documentazione”.
La procura dunque stando a quanto riportato da La Pegna, sta approfondendo il tema a due anni dalla denuncia.
Francesca Cavallin
Il caso dell’incendio che ha interessato uno dei capannoni della ex Freddindustria finisce in parlamento. Nella seduta del 13 febbraio scorso il parlamentare Filiberto Zaratti del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato una interrogazione a risposta orale per chiedere al ministro all’ambiente e alla salute delucidazioni rispetto ai fatti di Aprilia, allo stato del sito di via Enna e se a loro avviso sussistano gli elementi per il disastro ambientale. Ad allarmare il parlamentare le informazioni divulgate dall’Osservatorio nazionale amianto, che aveva posto dubbi circa la presenza di amianto sul capannone interessato dal rogo. Una circostanza quest’ultimo subito smentita dal sindaco Antonio Terra e dalla relazione prodotta dai Vigili del fuoco, che hanno certificato l’assenza di amianto sulle coperture del capannone andato a fuoco, realizzato in un momento successivo e con coperture in poliuretano.
“Nel pomeriggio del 1° febbraio 2023 - ha dichiarato l’onorevole Zaratti - un vasto incendio sarebbe scoppiato nell’area dell’ex fabbrica Freddindustria di Aprilia, generando la dispersione di una densa nube nera in una vasta area della zona nord della provincia di Latina, con la diffusione di pulviscolo e odore acre nell’atmosfera. Dai primi accertamenti risulterebbero essere andati in fiamme quattro capannoni in disuso al cui interno sarebbero stati presenti rifiuti. In attesa dei primi rilievi e delle risultanze sulla dinamica dell’incendio e sul materiale andato in fiamme, l’amministrazione comunale di Aprilia avrebbe adottato provvedimenti informativi e cautelativi, per limitare l’esposizione della popolazione ai possibili inquinanti aero dispersi.