L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia chiede aiuto per poter andare avanti nella sede che prima divideva con altre associazioni combattentistiche
Affitto e utenze troppo care per l’Anpi
Divideva le spese con altre 3 associazioni ma da quando l’Anpi è rimasta sola la situazione si è fatta difficile. Se poi ci si mettono le bollette delle utenze l’affare si complica. Se poi ci si aggiungono gli arretrati allora andare avanti diventa impossibile. Racconta la vicenda Filippo Fasano dell’Anpi Vittorio Arrigoni Aprilia.
“Ci rivolgiamo ai cittadini e alle cittadine in un momento molto grave, come potete immaginare, per la nostra comunità, giustamente commissariata. Forse per due o tre anni, secondo previsione, vista anche l’esperienza dei Comuni vicini di Anzio e Nettuno. Un tempo eccessivamente lungo, mi pare. Un tempo interminabile che può incidere anche negativamente sulla qualità di vita locale e quotidiana (e ne abbiamo già delle avvisaglie) e rischia, temiamo, anche di sospendere e quindi, in qualche modo, deteriorare anche la vita democratica. Il Commissario prefettizio, l’esperto Paolo D’Attilio, ebbe a dire sulla stampa il 16 luglio, presentandosi alla Città, a pochi giorni dal suo insediamento: “Il Commissario lavora, studia, sblocca e il suo impegno è rivolto a risolvere i problemi dei cittadini. Per questo motivo i cittadini devono avere fiducia nelle Istituzioni e noi vogliamo dare un’immagine diversa al Comune. Come un buon padre di famiglia si prende cura dei propri figli così noi abbiamo a cuore i cittadini e il bene comune”.
Bene! Sagge e confortanti parole. Non dubitiamo della buona fede del Commissario e delle sue capacità di amministratore di cui ha già dato buona prova nelle precedenti assegnazioni in altri Comuni”.
L’Anpi espone due considerazioni, per precisare la decisione: La prima: I dati ministeriali ci dicono che, in contesti particolarmente complessi e degradati da una lunga e radicata attività mafiosa (è anche il nostro caso?), il commissariamento viene reiterato e prosegue per anni. Sono infatti decine i Comuni italiani commissariati ripetutamente. La mafia, a guardare i dati, non sembra affatto essere intimidita dalla legge sul Commissariamento (legge 31 maggio 1991, n.164, denominata Misure urgenti per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e degli organi di altri enti locali, conseguente e a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso”. Anzi, sembra essere capace di “rifare i conti” e migliorare le proprie strategie in questi periodi (soprattutto se lunghi) di sospensione della Politica e di “ricicciare” (perdonate il regionalismo) più forte di prima e con qualsiasi maggioranza. Credo che la Legge, dopo oltre 30 anni di applicazione e verifica, avrebbe forse bisogno di qualche rivisitazione e aggiustamento vista l’inefficacia e anche i guasti prodotti. La seconda considerazione preoccupa non poco la nostra Associazione perché potrebbe avere effetti ancora più devastanti, se possibile, di ordine socio-politico. Il Commissario nominato spesso non può essere presente fisicamente sul territorio e non può conosce il tessuto sociale in cui è chiamato ad operare. E’ ovvio! Ciò aumenta il distacco che già esiste fra l’ente locale e i cittadini. A essere umiliata e compromessa, bisogna dirlo, è la democrazia così come viene definita nel primo articolo della Costituzione (la sovranità del popolo attraverso i propri rappresentanti, cioè la Politica).
Cosa deve succedere ancora dopo: “i politici sono tutti uguali, andare a votare è una perdita di tempo” che è l’unica risposta che riceviamo ad ogni nostro tentativo di dialogare con i cittadini sul caso Aprilia? Succede intanto, per trarre il succo dal nostro discorso, che le Associazioni di volontariatopresenti sul territorio sono le prime a pagare il conto, vengono percepite semplicemente come un problema di debolezza ed omissione di vigilanza e di controllo, di incapacità di gestione della macchina amministrativa. Non vengono riconosciute come portatrici di valori. Di tutta l’erba un fascio. E’ triste dirlo, ma è così! Invece, e sfido chiunque a smentirmi, tra le poche cose che hanno funzionato nel tempo sono le realtà associazionistiche apriliane, decine di gruppi di volontari senza fini di lucro che hanno chiesto semplicemente di offrire servizi per la Città, in ogni “luogo” in cui sembrava necessaria la loro presenza, a volte (o spesso?) anche nel ruolo di supplenza alla Pubblica Amministrazione. Le Associazioni hanno garantito quel tanto o molto della tenuta sociale della nostra Città, sono la parte sana e da lì bisogna partire per ricostruire, perché questo abbiamo fare: ricostruire, al più presto, dopo questo disastro, la capacità di governare la Comunità avendo sempre come guida la Carta costituzionale e i valori che propone. E veniamo finalmente al dunque. L’Anpi si trova costretta ad abbandonare tutto il corredo di iniziative che aveva coltivato e progettato dal 2020 quando, il 21 febbraio, le fu concesso in comodato d’uso di avere sede in via Carroceto insieme alle altre tre Associazioni combattentistiche (Marinai, Aeronautica e Finanza) con un canone previsto complessivamente di 122,00 euro al mese. Onorare la delibera? E’ un sacrificio che dobbiamo fare se dividiamo per quattro. Ma se a questo si aggiunge il pagamento delle bollette luce e acqua e il pagamento arretrato di quattro anni, allora ci troveremmo seriamente in difficoltà (abbiamo fatto i conti anche tassando il Direttivo). Se poi le Associazioni coinquiline ci lasciano non abbiamo altra possibilità che ridiventare “profughi”. L’Anpi, spiega Fasano, si è adoperata in questi anni insieme agli Assessorati di riferimento a rendere fruibile la zona antistante l’immobile (ex ufficio vendite “trentastelle”) anche perché la stessa zona è frequentata da oltre tremila studenti degli istituti superiori Meucci e Rosselli. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, non c’è che dire.
1- abbiamo ottenuto, il 15 dicembre del 2020, un congruo finanziamento regionale per la ristrutturazione dell’Area verde;
2- A febbraio del 2021 abbiamo intitolato il Parco alla Costituzione con l’inserimento di dodici istallazioni con i dodici articoli fondamentali della Costituzione (Parco didattico).
3- Abbiamo piantato alberi dedicati alla memoria di persone vicine alla nostra storia associazionistica e li abbiamo curati amorevolmente anche nei periodi di siccità.
4- Abbiamo ospitato negli anni classi di alunni del Liceo Meucci per progetti di educazione civica.
5- Abbiamo organizzato conferenze e presentazioni di libri con personalità nazionali importanti nel campo associazionistico.
6- Siamo stati nelle scuole medie e superiori e nelle sedi istituzionali locali nelle date importanti della nostra storia nazionale e locale (Giornata della memoria, Sbarco di Anzio-Nettuno, Festa della Liberazione) e abbiamo allestito mostre e persino presentato lavori teatrali per i cittadini. Abbiamo insomma lavorato sul territorio con passione e dedizione avendo una sede che ci permetteva di attivare le iniziative e di prepararne sempre di nuove.
Cari concittadini. E’ una lista di attività che molti di voi conoscono. Voglio semplicemente dire che questa nostra Città è abitata anche da cittadini che hanno sempre fatto il proprio dovere senza cercare riconoscimenti di sorta, anzi.. Aprilia non è mafia. Dulcis in fundo. Non abbiamo avuto nessuna possibilità di spiegare né al Commissario prefettizio né agli uffici del Patrimonio e Urbanistica la nostra situazione e il nostro pur importante ruolo di Associazione legata al territorio di Aprilia e alla sua storia a cui abbiamo dato importanti contributi. Abbiamo tentato. Lo abbiamo fatto ora. Non vogliamo assolutamente favori ma che ci si permetta di continuare a fare “il bene dei cittadini” così come noi lo intendiamo. La parola d’ordine (la ricordo con raccapriccio), secca, ripetuta e perfettamente comprensibile è stata: O dentro o fuori”.
P.N