Carola Latini in Regione da Roberta Angelilli
Area artigianale
L’area artigianale e l’imprenditoria sono stati i temi centrali dell’incontro che si è tenuto il 31 gennaio scorso in Regione tra l’assessore regionale alle attività produttive e vicepresidente della regione Roberta Angelilli e Carola Latini, assessore alle attività produttive del Comune di Aprilia. Il meeting, al quale ha preso parte anche Francesco Tinto, presidente del Consorzio Artigiani Aprilia, ha avuto come oggetto lo scambio di informazioni rispetto al tessuto produttivo della città.
La presenza del Consorzio Artigiani è legata al finanziamento concesso con la Legge Regionale 60 che, con il versamento di 640 mila euro, permetterà di completare l’area artigianale di Aprilia.
“Nel corso di questa riunione - ha commentato l’assessore Latini - c’è stato modo di poter invitare la vicepresidente Angelilli a toccare con mano le aziende apriliane e a valutare da vicino le specificità e il potenziale del tessuto produttivo apriliano.
Con la progressiva digitalizzazione - chiude l’assessore Latini - diventa fondamentale il supporto economico e legislativo delle istituzioni su tutti i livelli con lo scopo di ricucire un rapporto di fiducia che si è sfilacciato tra le imprese e le Istituzioni”.
Edoardo Capri
Il Comune deve pagare l’esproprio del 1979 del parco di via dei Mille
Sentenza che porta al dissesto
Corsa contro il tempo per evitare il dissesto finanziario. Pochi giorni fa il Comune di Aprilia ha ricevuto la notifica della sentenza con cui la Corte di Cassazione lo ha condannato al pagamento di oltre 9 milioni di euro per l’esproprio, datato 1979 e mai pagato, del terreno sul quale oggi sorge il parco Falcone e Borsellino di via dei Mille. Ma la cifra che il Comune di Aprilia dovrebbe al privato, la società “Costruzioni Civili Aprilia srl”, sarebbe molto più alta. Secondo gli ultimi calcoli realizzati dagli uffici di piazza Roma infatti, sommando ai 9 milioni di euro gli interessi maturati in questi 44 anni, si raggiungerebbe un importo vicino ai 25 milioni di euro totali. Una cifra che porterebbe il Comune di Aprilia alla sicura bancarotta. A citare l’ente nel 1985 fu l’allora “Costruzioni Immobiliari Nuova Aprilia srl”. Il Tribunale di Latina, con sentenza del 2002, accertò l’illegittima occupazione dell’area condannando il Comune di Aprilia al risarcimento della società.
Nel 2018 la Corte di Appello aveva confermato l’irreversibile trasformazione del fondo occupato, “considerato di natura edificabile, alla stregua del previgente programma di fabbricazione, stante il carattere espropriativo del vincolo a parco pubblico imposto dal piano regolatore generale, per la cui attuazione era stata adottata la delibera del Consiglio Comunale n.77 del 5 settembre 1979 che aveva disposto l’occupazione d’urgenza con procedimento mai terminato”. Inoltre, la corte d’appello aveva “determinato il risarcimento alla stregua del valore venale del bene, tenuto conto della disposta consulenza tecnica; ha accordato altresì il risarcimento del danno conseguente all’occupazione senza titolo sino alla irreversibile trasformazione del bene”.
Una tesi confermata anche nell’ultimo grado di giudizio che ha condannato il Comune di Aprilia a risarcire il privato. Ora per l’amministrazione comunale scatta una corsa contro il tempo per evitare di dover mettere in bilancio, da chiudere entro metà marzo, un passivo da circa 25 milioni di euro che porterebbe al dissesto finanziario. L’obiettivo è quindi quello di trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti, che sia soddisfacente per il privato e sostenibile per il Comune di Aprilia.
“Abbiamo contattato telefonicamente il legale rappresentante della società – spiega il sindaco Lanfranco Principi – chiedendo loro un incontro urgente. Spero di incontrare il loro avvocato entro i primi giorni della prossima settimana e di trattare con la società. Se non arriveremo ad un accordo, dovremo prendere iniziative delicate. La prima ipotesi è quella relativa al pre-dissesto che aprirebbe una procedura controllata che si chiuderebbe in dieci anni. La seconda soluzione, invece, è quella di dichiarare dissesto finanziario. E’ un iter più rigido della durata di cinque anni. Ma siamo comunque fiduciosi di riuscire a trovare una soluzione adeguata per tutti”.
Alessandro Piazzolla