Reclamati più controlli su tutto il territorio
Commissione ambiente
Il sopralluogo dello scorso anno della Polizia Locale e il successivo intervento dell’amministrazione presso l’impianto biogas della zona industriale, anche opera nel comparto, sembra aver mitigato - almeno durante l’orario diurno - il problema delle emissioni odorigene che fino alla scorsa estate avevano reso la vita impossibile a cittadini e lavoratori.
Questo ha convinto l’amministrazione a intervenire anche rispetto all’analogo esposto del Comitato di quartiere Selciatella, relativamente all’impianto di proprietà della stessa società situato in via Pantanelle, dove i cattivi odori continuano a creare problemi di convivenza con i residenti. Anche per questo la mattina del 16 settembre scorso l’assessore all’ambiente Monica Laurenzi, insieme alla Polizia Locale, ai tecnici dell’ufficio ecologia del Comune di Aprilia e ai rappresentanti del Comitato di quartiere, ha effettuato un sopralluogo sul sito, incontrando la società per cercare delle soluzioni.
Un incontro interlocutorio, preannunciato il giorno prima durante la commissione ambiente, quando il dirigente del settore Marco Paccosi ha illustrato ai commissari le azioni intraprese per risolvere il disagio dovuto alle emissioni odorigene che per mesi hanno tormentato la zona industriale.
“Questo ufficio per quanto riguarda via dell’Industria – ha chiarito il dirigente – ha emesso un’ordinanza dirigenziale per imporre una serie di attività volte a mitigare le emissioni, generate da una non perfetta gestione dell’impianto, soprattutto riguardo il trattamento del digestato all’interno delle vasche finali.
Dopo il sopralluogo venne emessa una sanzione, perché c’era un problema con l’autorizzazione allo scarico e successivamente si è aperto un confronto con la società, che ha preso in carico il problema. È stato realizzato un impianto di nebulizzazione intorno alla proprietà per mitigare le eventuali emissioni, si è proceduto con la piantumazione di alberature lungo il perimetro e con l’acquisto e montaggio di una copertura per l’impianto di trattamento del digestato, ultima e più critica delle fasi”.
A breve ci sarà un nuovo sopralluogo di verifica sul sito, ma la priorità riguarda oggi via Pantanelle, dove sarà necessario capire la possibilità di attuare interventi simili e l’incontro di ieri ha rappresentato un primo passo in questa direzione.
“L’impianto di via Pantanelle – ha confermato il dirigente Paccosi – appartiene alla stessa proprietà, ma è situato in zona agricola. Abbiamo accertato che l’autorizzazione allo scarico non era in corso di validità. L’incontro con la proprietà servirà a promuovere interventi analoghi a quelli adottati per l’im pianto di via dell’industria”.
Più delicata la situazione per la DP Carburanti di via dell’industria, in attesa del rilascio della nuova licenza.
“L’ufficio – ha sottolineato Paccosi – ha proposto una serie di prescrizioni per le emissioni odorigene, ma sulla DP abbiamo un procedimento aperto per accertare uno sversamento su un terreno limitrofo che dal punto di vista visivo potrebbe essere compatibile con le attività svolte dalla DP. La società ci ha chiesto di intervenire, riconoscendo di aver potenzialmente creato un danno. Siamo in attesa delle analisi dei campioni prelevati dall’Arpa e solo allora saremo in grado di accertare chi ha inquinato e procedere alla caratterizzazione e alla bonifica. L’Arpa inoltre si è resa disponibile a effettuare periodicamente un monitoraggio delle emissioni acustiche”.
Francesca Cavallin
Vigilanza e controllo
La costituzione ad Aprilia di un tavolo di concertazione in materia ambientale, aperto alla partecipazione dei parlamentari della Provincia di Latina, rappresenta un vistoso segnale di attenzione della politica non solo sul caso Loas, ma in generale sulla necessaria modifica della normativa del settore. Questo in estrema sintesi il significato dell’intervento di Daniele Borace, attivista dell’associazione Orso Green che fa appello ai cittadini per sostenere la proposta avanzata dal senatore di Fratelli D’Italia Nicola Calandrini.
“L’incendio avvenuto presso l’azienda Loas Italia – sottolinea Borace - ha messo in evidenza la fragilità del sistema di vigilanza e controllo a cui sono tenuti ad ottemperare gli Enti Pubblici. Il caso “Loas” è la punta dell’iceberg di un sistema amministrativo che necessita di una revisione, una correzione per bilanciare i poteri assegnati ad ogni Ente ed identificare dei protocolli chiari per la vigilanza e controllo, oltre ad assegnare delle risorse finanziarie certe per ripristinare le condizioni ambientali di quei territori compromessi dall’inquinamento. La costituzione di un tavolo di concertazione con tutti i parlamentari della Provincia di Latina, dove si potranno approfondire le problematiche ambientali ed individuare le proposte di modifica e/o integrazione normativa che consentiranno di disporre è sicuramente un’opportunità da tenere in seria considerazione”
Francesca Cavallin
Nuove regole per il recupero di opifici dismessi e per lo sviluppo del territorio
L’urbanistica nei Print
Le proposte contenute nei Print presentati dai privati negli anni passati e rimasti in sospeso, dovranno essere rivalutati dal Comune sulla base dei nuovi calcoli dei costi perequativi, più vantaggiosi per la parte pubblica rispetto al passato e risultare coerenti con gli strumenti urbanistici dei quali nel frattempo l’ente si è dotato o sta provvedendo a dotarsi. Tra i piani presentati dai privati figurano la variante Corneli, sul terreno di via Nettunense -noto per la presenza di un deposito di fusti contenenti sostanze chimiche, che nel 2015 hanno rischiato di andare a fuoco; il piano Lanza a Campo di Carne e il progetto che prevede di trasformare i capannoni della ex Freddindustria in una estesa zona residenziale, ma in sospeso, in attesa di poter essere realizzato, c’è anche il piano di via Cattaneo che oltre alla cubatura residenziale prevedeva la realizzazione a cura del privati di una nuova area attrezzata per il mercato coperto. Sono solo alcuni esempi, perché nei cassetti dell’ente ci sono decine di Programmi integrati di intervento presentati negli anni ma che ora per poter vedere la luce, dovranno seguire nuove regole. Per questo motivo nei giorni scorsi è stato pubblicato un avviso pubblico, lo scopo del quale è proprio quello di verificare se i proponenti hanno ancora interesse a portare avanti quei Print e rivalutare le loro proposte adeguando le compensazioni ai nuovi criteri, adottati dal consiglio comunale con la delibera 34 del 31 luglio 2019. Per rispondere all’avviso ci sarà tempo fino al 12 ottobre. La misura, destinata a far discutere, è però la conseguenza della nuova strada intrapresa dall’amministrazione Terra in termini di pianificazione urbanistica, un percorso teso secondo l’assessore all’urbanistica Omar Ruberti a privilegiare l’interesse pubblico rispetto a quello dei privati e a garantire la difesa del territorio, limitando il consumo di suolo, preservando il patrimonio archeologico, naturale e agricolo e restando coerenti così con un’idea di urbanistica più tesa a riqualificare che ad espandersi.
“Quei piani – sottolinea l’assessore Ruberti – sono rimasti nei cassetti degli uffici per anni, ma nel frattempo abbiamo ridefinito le regole per i calcoli perequativi, in termini più vantaggiosi per la parte pubblica, pertanto le perequazioni dovranno essere ridefinite. Abbiamo lavorato alla definizione di strumenti importanti, quali ad esempio il lavoro che sta conducendo l’ingegner Iacovone e la variante di Salvaguardia, che stabilirà anche le zone della città dove sarà possibile dare il via libera ai vari interventi, che dovranno essere coerenti con le nuove regole approvate dal consiglio comunale. Stiamo lavorando inoltre anche per stilare una relazione archeologica e prevedere così strumenti di tutela per patrimonio storico e archeologico, importante in quartieri come Carano, Casalazzara e Fossignano. Riteniamo sia doveroso chiedere ai privati una nuova manifestazione di interesse sui Print presentati a suo tempo, che poi verranno sottoposti a una nuova valutazione. Oltre all’adeguamento delle compensazioni, come previsto dalla delibera 34 del 2019, dove sarà necessario bisognerà apportare modifiche anche rispetto all’uso di tecniche e materiali da costruzione per garantire la sostenibilità ambientale. Crediamo che i Print vadano intesi come un importante strumento di riqualificazione e rilancio economico del territorio e non più come uno strumento predatorio”.
Francesca Cavallin