In considerazione dei numerosi impianti di trattamento dei rifiuti e di siti inquinati da anni in attesa della bonifica, c’è la proposta di Nicola Calandrini
Un tavolo di concertazione per la tutela ambientale
Il caso Laos e la presenza in città di numerosi impianti di trattamento di rifiuti e siti inquinati da anni in attesa di bonifica, ha spinto il senatore di Fratelli D’Italia Nicola Calandrini a tendere una mano all’amministrazione apriliana. La proposta è quella di istituire un tavolo di concertazione per la tutela ambientale, presieduto dal sindaco e partecipato dai parlamentari della Provincia di Latina, per modificare la normativa di riferimento e garantire la difesa dei territori.
“È mia intenzione – scrive Calandrini nella lettera indirizzata al sindaco Terra - proporvi la costituzione di un tavolo di concertazione, da lei eventualmente presieduto, al quale invitare tutti i parlamentari della Provincia di Latina, affinché si possano approfondire le problematiche ambientali ed individuare le proposte di modifica e/o integrazione normativa che consenta di disporre, da parte dei Comuni, degli strumenti per esercitare un ruolo attivo e determinante nella tutela ambientale del proprio territorio. L’impianto normativo attuale in materia ambientale ha creato un intricato labirinto burocratico con competenze decisionali assegnate a diversi Enti e gestione dei procedimenti complessi, spesso non adeguatamente coordinati, che relegano i Comuni a ruoli di secondo piano rispetto all’uso ed al governo del proprio territorio. I Comuni finiscono per assistere, impotenti, alla proliferazione di situazioni che minacciano l’ambiente, e che culminano, in alcuni casi, con gravi incidenti, come nell’episodio del rogo alla Loas dello scorso 9 agosto”.
Prosegue intanto l’attività di monitoraggio sulle conseguenze ambientali del rogo. In attesa dei nuovi prelievi di vegetali e campioni di latte ovino da parte dell’Istituto Zooprofilattico, l’Arpa ha comunicato che i tecnici sono al lavoro per analizzare i campioni di terreno e delle acque prelevate a poca distanza dal rogo.
Su questi campioni – specifica -sono attualmente in corso le analisi per diossine, IPA e PCB”.
LA RISPOSTA DEL SINDACO
“La nostra amministrazione non si è mai sottratta al confronto. Istituiremo un tavolo di lavoro sulle tematiche ambientali, aperto non solo ai parlamentari della Provincia di Latina ma a tutti quelli che vorranno dare il proprio contributo. Va detto però che mentre la nostra coalizione ha le idee ben chiare sulle azioni che Stato e Regione dovranno intraprendere riguardo al settore, spesso prima dell’incendio abbiamo chiesto aiuto, ma fino ad ora le nostre istanze sono rimaste inascoltate”.
A stento il sindaco Antonio Terra riesce a nascondere il proprio scetticismo. Da un lato sembra disposto ad accogliere la proposta di collaborazione avanzata dal senatore di Fratelli D’Italia Nicola Calandrini, che meno di 48 ore fa ha scritto una lettera al primo cittadino di Aprilia per chiedergli di istituire e presiedere un tavolo di confronto sulla difesa dell’ambiente, aperto ai parlamentari pontini, dichiarandosi disposto a intercedere in prima persona affinché il disastro Loas sia in futuro solo un brutto ricordo. Dall’altro però Terra non dimentica tutti gli incontri, le chiamate, i confronti e le richieste di intervento rimaste lettera morta in questi anni, perché se davvero si vogliono cambiare le cose, accorciando la distanza tra le autorizzazioni rilasciate dagli enti sovraordinati e il pensiero delle amministrazioni locali, prevedendo controlli costanti e reali sugli impianti e soprattutto mitigando l’impatto e prevedendo forme di ristoro per i cittadini che si trovano a convivere a stretto contatto con gli impianti impattanti, secondo il primo cittadino bisogna che la politica faccia la sua parte.
“Non ci siamo mai sottratti e non ci sottrarremo neanche questa volta al confronto – sottolinea Antonio Terra – motivo per il quale accoglieremo e stiamo già pensando all’istituzione di questo tavolo di lavoro, al quale confidiamo possano partecipare non solo i deputati e i senatori pontini, ma tutti coloro che avranno a cuore il tema e soprattutto la salute dei cittadini. Stato e Regione però devono trovare il coraggio di affrontare la più potente lobby che esiste in Italia, che è quella dei rifiuti e prendere decisioni concrete. Vuol dire portare le istanze che emergeranno da questo tavolo nelle commissioni parlamentari, far capire una volta per tutte chi, quando e con quale frequenza deve esercitare le funzioni di controllo, prevedendo anche un coinvolgimento dei cittadini in queste azioni preventive, fare in modo che le fidejussioni siano una garanzia concreta e reale e non solo di facciata per cifre insufficienti a coprire le spese in caso di bonifica - come ad esempio quella della Loas da 240 mila euro. Vuol dire anche ascoltare la voce dei cittadini e degli enti locali e stabilire in maniera chiara che gli impianti che trattano i rifiuti o comunque le attività più impattanti, hanno il dovere di versare un ristoro a favore di chi ne subisce l’impatto. Troppe volte abbiamo parlato di queste problematiche, ma non abbiamo avuto riscontri”.
Le civiche dunque sono pronte a fare un passo, ma si aspettano di essere ricambiate con i fatti da chi si è fatto avanti dopo il disastro della Laos.
“Beffe come quella del decreto Milleproroghe, che a suo tempo escluse la Turbogas dal pagamento della Bucalossi – conclude Terra – non devono più accadere. E rispetto al tema dei rifiuti, se il cittadino fa sacrifici per poter pagare la Tari, non deve più esistere che chi con i rifiuti guadagna somme consistenti si goda la sua posizione privilegiata senza preoccuparsi di restituire quanto deve alla comunità”.
Francesca Cavallin